Tempi di crisi o meno, il Parco delle Prealpi Giulie risparmia e avvia l’iter per l’approvazione del piano di conservazione e sviluppo, un documento che mancava dalla nascita dell’ente nel 1996 e che ora segnerà le direttive future, ma farà anche chiarezza sui confini del Parco che in passato hanno creato più di qualche incomprensione. Ciò, soprattutto per l’attività venatoria.
«Poiché le attuali normative - spiega il presidente del Parco Stefano Di Bergagna - prevedono il reato penale per un cacciatore trovato a cacciare dentro il territorio del Parco, con il piano abbiamo fissato attentamente i suoi confini facendo riferimento a sentieri, torrenti e strade che sono riferimenti riconoscibili da tutti, e laddove ciò non è stato possibile per la morfologia del territorio provvederemo a sistemare degli appositi cartelli: diciamo che abbiamo fatto una fotografia attenta del territorio, potendo contare anche sui dati contenuti nel piano di gestione».
Si tratta di un’area di circa 10 mila chilometri quadrati condivisa fra i Comuni di Venzone, Resia, Moggio, Chiusaforte, Resiutta e Lusevera. Per realizzare il documento, il direttivo del Parco ha risparmiato apposite risorse che ha utilizzato in questi ultimi anni per redigere il piano: «Quando l’ente è sorto - spiega il direttore Stefano Santi - inizialmente la Regione si era attribuita il compito di realizzare il piano. In seguito, la cosa non è andata avanti e nel 2006 è stato così assegnato alla direzione del Parco, il cui direttivo si é così prodigato trattandosi di uno strumento molto importante anche al fine di ottenere contributi europei».
Si tratta di un documento corposo e articolato che comprende la relazione illustrativa, le norme di attuazione, cartografie e gli interventi per lo sviluppo socio-economico e culturale. Relativamente a questi ultimi, si tratta delle azioni che l’Ente Parco intende portare avanti, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, a favore del territorio. Sono stati previsti 53 interventi suddivisi in nove assi, dalle azioni transfrontaliere, al mantenimento delle strutture, fino ad arrivare a promozione/turismo, editoria ed educazione ambientale: nello specifico, un totale di 11 milioni di euro di investimenti. Ora, il documento seguirà il suo iter: dal 27 dicembre ci saranno trenta giorni per le osservazioni, dopodiché i consigli comunali coinvolti dovranno dare il loro parere e successivamente sarà la volta della Regione; infine la parola al direttivo dell’ente.
Tratto dal MESSAGGERO VENETO del 3 gennaio 2013
Nessun commento :
Posta un commento