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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 27 gennaio 2014

I FILO SLOVENI ALL'ATTACCO DELLA NOSTRA SCUOLA

Post aggiornato il 29 gennaio 2014 alle ore 20.50

E' polemica a Resia,dopo che settimana scorsa, sono stati consegnati volantini a favore della scuola Bilingue Slovena a Resia.

Indovinate chi ha distribuito tali volantini.

Vi terrò informati. Una cosa è certa, incazzamento generale in Valle, dove è dovuto intervenire il Sindaco che ha organizzato sabato scorso una riunione per informare la popolazione.

Eccovi il volantino:














11 commenti :

  1. Se si valorizza il resiano perché essere contro il bilinguismo, scusate.

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  2. Non ci dovrebbe essere nessuna polemica, per qualcuno, a più di uno, a tanti, questa provocazione sta bene. Hanno, abbiamo lasciato troppo spazio a qualcuno, a più di uno, a tanti, adesso questi hanno e stanno imperversando per aver avuto e per aver occupato troppo spazio e troppa libertà di azione. In altri tempi questa commedia sarebbe già finita da un bel pezzo, oggi no, si permette, si abusa, si lascia correre, e qualcuno, più di uno, tanti, ne hanno approfittato. Non occorre tanta fantasia per indovinare chi ha distribuito suddetti volantini, basta volgere uno sguardo verso il Canin. Adesso si interviene, si organizza riunioni per informare la gente, prima no, si è lasciato fare, la gente non doveva essere informata, hanno saputo, abbiamo saputo della legge 38 solo nel momento che la frittata era ormai fatta. Forse pensando che i soldi sarebbero entrati a fiumi a Resia, forse a qualcuno si, probabilmente a quelli che oggi distribuiscono questi volantini. Dopo ben 1400 anni circa, aiuto, la lingua resiana è in pericolo! Cosa si deve fare per salvarla? Sicuramente istituendo la scuola bilingue slovena. Chiaro, no! Certamente! Vai avanti tu cretino che a me scappa da ridere. E’ indubbio che alla fine qualcuno, più di uno, a tanti scapperà da ridere, alle nostre spalle. Così non si valorizza il resiano, lo si prepara soltanto per una lieve e lenta agonia prima di farlo definitivamente morire. Vade retro, satana.

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  3. Vade retro satana. Ma cos'è una caccia alle streghe??? Ma e poi ci si lamenta, ma i resiani filoitalici cosa hanno fatto per incrementare l'uso della lingua autoctona per fermare l'avanzata della lingua italiana che inevitabilmente erode il resiano? Quando c'è una necessità storica verso un'insegnamento bilingue( senz'altro migliore a quella monolingue) si continua a mitizzare l'appartenenza all'Italia, a far sembrare l'essere resiano da secoli, indissolubilmente legato all'Italia(falso) come se i resiani fossero nati già mezzi italici e il dovere di ogni resiano dovrebbe essere non quello di mantenere una lingua ma di dimostrare ed essere fedelissimi ala nazione italiana, A TUTTI I COSTI! anche a costo di dimenticare il resiano, basta salvare Resia dagli slavi d'oltre Canin...ma i resiani sono ancora slavi o sono italiani?

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  4. Non dagli slavi oltre confine, ma dagli sloveni al di là del Canin. I resiani è indubbio che sono ancora di stirpe slava, nessun resiano se ne dimenticato,come lo sono sempre stati, ma certamente ed indiscutibilmente non di discendenza slovena, questo dovrebbe essere chiaro e cristallino. Per quale ragione, quelli che si dichiarano, spudoratamente, nostri comparabili ed affini di questo nobile e blasonato parentado, sono così interessati, così testardamente avidi nel cercare in tutte le maniere di appropriarsi della nostra cultura. Ci hanno già abbondantemente depredato della nostra musica e della nostra danza, cercando in tutti i modi di farla loro, etichettandola come slovena: Slovenian song from Rezija, a Slovenian valley in Italy (Canzone slovena da Resia, una vallata slovena in Italia). Penso che a nessun resiano faccia piacere leggere questa arrogante affermazione, a parte quegli infelici e sporadici sostenitori della teorica introduzione della scuola bilingue, quelli dei volantini. Non è una caccia alle streghe ma la ricerca di un sortilegio contro i corvi che imperversano. Noi non dobbiamo giustificare, in nessun modo, ad alcuno, le nostre inclinazioni linguistiche. Una cosa però è certa, dello sloveno, come lingua, ce ne frega un bel cavolo. Forse a quelli che attingono opportunità dai fondi finanziari, in giro conto, di oltre confine, probabilmente, sicuramente, si. Poi, parliamoci, francamente, che prospettive potrebbe avere un resiano, in futuro, conoscere, senza inquinamento, la lingua dialettale slovena, scritta e parlata. Oltre il loro ambito, nessuna. Perché all’improvviso tutto questo interesse? Propaganda ed espansione, per contare ed avere una dimensione ascendente e un’autorità autorevole più ampia. Questo è lo scopo primario, tutto il resto è pesce fritto.

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    1. Ma non vi rendete conto che forse sono stati gli Italiani che hanno messo in crisi l'esistenza resiana. Come mai ci si preoccupa tanto dell'eventuale insegnamento sloveno, che non è assolutamente ancora iniziato, e quando si parla di assimiliazione italiana a danno del resiano, ormai più che radicata, non ci si scompone e si tenta di sviare l'argomento? Finora è l'italiano la lingua che ha più danneggiato l'esistenza del resiano, lo sloveno in un lontano futuro potrebbe fare altrettanto? Non credo e comunque non l'ha ancora fatto, a differenza dell'italiano che viene sempre più utilizzato in Valle a scapito del resiano, purtroppo. Una prova è di fronte a voi, che lingua utilizzate su questo sito? Ecco se utilizzate lo sloveno da qualche parte, significa che il resiano potrebbe essere in pericolo da parte di codesta lingua. Iniziate a scrivere in sloveno così avremo le prove che si sta forse minacciando il resiano, o forse volete che si parli SOLO ITALIANO? Buon appetito, anzi dober tek.

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  5. Stai tranquillo perché noi ci rendiamo perfettamente conto della situazione, ma come la intendiamo noi e non come la volete intendere voi, anzi come la vuoi far intendere tu, scusa del tu ma, da come ti esprimi, potresti benissimo essere mio nipote. Sarebbe opportuno che qualche altro interlocutore intervenisse su questo argomento, anche per non farlo diventare una conversazione unicamente fra il sottoscritto ed il nostro controverso e discutibile sostenitore, fautore di confutabili teorie astratte. Se hai un po’ di tempo a disposizione ti invito a leggere il libro che ha scritto Marino Droli: Apologia di Hrabar. A pagine 74 – 75 e 76, fra le varie cose, il Droli ha riportato, testualmente, in riferimento a tutta la Slavia Friulana: “L’avvento dell’epoca moderna esaltò i vari profili e l’annessione all’Italia nel 1866 acuì il senso di appartenenza e di spirito nazionale sedimentando, se così si può dire, le rivalse genetiche, pur mantenendo inalterati gli elementi peculiari.”
    “Venne ad instaurarsi, in sostanza, il senso dello Stato e della Patria, che, sovrapposti alla propria discendenza costituirono un nuovo “status”; e come dire, in senso lato, slavi sì, o sabini od etruschi sì o normanni o campani sì, savoiardi o veneti sì, e così via, ma italiani. E’ l’esatto concetto che oggi esprime il popolo degli Stati Uniti d’America: prima americani, poi appartenenti ai vari colori, alle varie razze ed etnie (Teoria strutturalista trasformazionale di Chomskj e di Bloomfield).”
    “A prescindere da ogni forma di radicalizzazione, non si escludono le possibilità di scavalcamenti, di prevaricazioni e di assunzioni etniche sovrapposte non aderenti, di mutamenti e di assimilazione, di processi osmotici per contatto diretto e per contiguità, di trasformazioni linguistiche: questi ed altri fenomeni, riferenti al territorio però, non hanno determinato sconvolgimenti tali da modificarne le radici.”
    “Nel caso specifico, quindi, ed allo stato attuale – ad iniziare dal secondo dopoguerra – l’evocazione dogmatica e i vari assiomi “ritenuti indiscutibili”, sono da ritenersi inattendibili, per non dire fuori luogo: ciò alla luce di riscontri storico – letterari che non si possono porre in dubbio in quanto documentati.”
    “E’ in questo contesto che non possiamo disconoscere la realtà dei fatti e dobbiamo collocare l’effettivo ruolo delle varie espressioni linguistiche del Friuli Orientale, ovvero dei bacini del Natisone e dell’Alto Judrio, del Torre – Cornappo e del Resia, in rapporto al concetto di “minoranza” e di “etnia”.”
    Se si scrivessero i nostri interventi in resiano certamente tu non li capiresti, se non sei resiano, se invece lo sei, che dubito fortemente, allora tutto quello che scrivi è da buttare alle ortiche. Riporto ancora una volta questa affermazione espressa da una signora resiana, anziana, a proposito della lingua dialettale slovena: SE JE KAPÏJË FYS KAKO KAKO BISIDO, MA SA JI NI KAPÏJË.

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  6. in Calabria vi sono comunità greche, in Puglia comunità albanesi e via discorrendo, tutte però hanno come lingua ufficiale l'italiano. Perché hanno l'italiano? è semplice abitano nella Repubblica Italiana dove la lingua ufficiale è l'italiano. Dove abita il Resiano? in Italia e quindi la lingua ufficiale è l'italiano. Se abitasse in slovenia la lingua ufficiale sarebbe lo sloveno. cosa parla il Resiano? semplice:parla il Resiano, è lapalissiano. perché dovrebbe imparare lo sloveno? questo è un mistero. Quando in estate arrivano gli emigranti vengono per vedere il loro Paese,forse sarebbe meglio dire la propria Nazione. Sentono una musica suonata da violino e buncula. Non sentono la musica delle fisarmoniche o organetti in uso alla slovenia. Da quando i Resiani si sono installati nella Valle nessuno si è mai sognato di farli andare via,nessuno si è mai sognato di togliere la loro lingua. Solo ora si tenta da una piccola nazione di voler annettere linguisticamente e altro il Resiano. Dei 4 - 5000 Resiani all'estero quanti sono emigrati nell'amata patria slovena? Nei momenti più neri di un periodo non molto lontano i Resiani andavano giù per il Friuli per sopravvivere facendo baratti o a vendere poche cose. La mamma slovena o ex jugoslavia dove era? non era certamente nei pensieri dei Resiani. se uno vuole andare a parlare e sentire lo sloveno prende la macchina, il treno e le sue cose e si presenta come rifugiato politico o emigrato dalla mamma slovena, dove sarà accolto a braccia aperte e con gli onori del caso. Se uno ha figli emigra in slovenia e li manda a quelle scuole evitando così di imparare l'aborrita lingua italiana. Il Resiano a Resia parlerà il Resiano fino a quando ne avrà voglia, ricordando però che la lingua ufficiale, trovandosi in Italia, è l'italiano e che quindi, lo sloveno non gli serve proprio a un bel niente, anzi non gli serve a un fico secco visto che viene dato buon appetito. La vecchia signora aveva perfettamente ragione. Bravo Fratoso, io scrivo terra terra ma tu scrivi tecnicamente.

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  7. E non dimentichiamo il Südtirol, anche se in pratica l'Italiano si usa pochissimo e solo perché destino ha voluto che questa orgogliosa terra rimanesse in Italia. Ad esempio in Slovenia la lingua ufficiale è lo sloveno e dov'è e storicamente presente la comunità italiana anche l'italiano, lo stesso vale per l'Italia dove da Tarviso a Trieste si parlano i dialetti sloveni perché storicamente, prima dell'arrivo degli italiani era presente la millenaria comunità slava e se uno vuole sentire lo sloveno non serve che vada in Slovenia ma basta rimanere in Italia dove nelle scuole bilingui si può anche imparare lo sloveno( e gli alunni sono in aumento). L’annessione all’Italia nel 1866 fu la vera catastrofe per le comunità slave della provincia di Udine, perché nonostante la blanda conservazione delle radici identitarie spesso e volentieri la lingua slava veniva bandita e marginalizzata rispetto al friulano e all'italiano soprattutto, con la conseguente e inevitabile erosiano delle radici della comunità. Oltre a questo non si può negare che proprio l'essere e il sentirsi italiani è una delle principali cause di perdita identitaria perché non permette all'individuo di esprimere ogni sfaccettatura del proprio essere e della propria origine. In questo senso l'Apologia di Hrabar ha ragione fino ad un certo punto, proprio perché non tiene in conto che con il tempo le popolazioni tendono ad assimilarsi, specialmente se non si lavora per la tutela e la conservazione delle minoranze e delle piccole comunità. Le radici non possono prescindere dal senso della comunità della lingua, della cultura e quindi conseguentemente dello Stato, quindi inevitabilmente il sentirsi e l'essere italiano e basta, cancella col tempo ogni altro orizzonte e possibilità di sviluppo. L'Italia nonostante il passato economico relativamente florido, ma non senza ombre, come: l'erosione linguistica, la confusione identitaria, l'astio creato ad hoc verso la Jugoslavia(anche comprensibile all'epoca), ora cosa ci ha dato? spopolamento, crisi economica, nessuna scuola con lingua d'insegnamento resiana. La realtà dei fatti svela un duro lavoro di assimilazione portato avanti da una parte oscura della politica, basta vedere quanti (come dite voi) antichi slavi parlano e mantengono vive queste lingue e dialetti...Pochi hanno il coraggio di dare una svolta(necessaria) alla lingua resiana, ancora meno accetterebbero un affiancamento allo sloveno, quindi bisogna "dyržet orë noše rëči!".

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