È TEMPO DI RIMOZIONI
Questo piccolo museo, finora ospitato in una delle case prefabbricate poste in essere dopo del terremoto del 1976, fra poco verrà trasferito in una struttura più confacente e definitiva. Quella raccolta di materiale testimonia, per quel poco che è stato collezionato e catalogato, la vita e le tradizioni popolari resiane. Spero che tale trasferimento avvenga in linea con le vere tradizioni resiane, valle a dire senza adottare quel sistema di informazione finora usato, a cominciare dal cartello che indica la sede di tale museo. Se ben guardate quel cartello non ha nulla a che vedere con immagine e iscrizione in resiano e di resiano.
Spero che non venga trasferito, così come appare in fotografia, anche il cartello che segnala l’ubicazione del museo, così come scritto in lingua dialettale slovena, ma letteralmente buttato alle ortiche perché offensivo, provocatorio e indisponente. Il cartello ha tutta l’espressione e la scrittura slovena, in Italia, nella terra del popolo resiano
A cominciare da NÄŠ MUZEO, perché così com’è scritto indica chiaramente un museo sloveno, mentre andava, più correttamente indicato come, ROSAJANSKI MUSEUM, per riprendere poi la scritta: Raccolta Museale, tradotto letteralmente in sloveno, Muzejska zbirka, anche in questo caso se l’indicazione non fosse stata preceduta da una informazione in italiano si poteva e si può benissimo intendere di essere in territorio della Repubblica Slovena, vi pare giusto e accettabile? Non è per caso che tale museo era stato messo in piedi con il nostro contributo, fatto passare poi per quello sloveno? Che non sia lo stesso sproloquio o cantilena che usa il Museo Etnografico di Malborghetto per qualificare le registrazioni delle tradizioni effettuate nella Slavia Friulana come: “Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia”, mentre circa l’80%, per difetto e per eccesso, di tali registrazioni sono state fatte a Resia ed il resto suddiviso fra le valli del Torre, del Natisone, infine a Gorizia e a Trieste?
Questo è uno dei tanti esempi che una parte dei nostri concittadini tende a cancellare i nostri principi, i nostri valori, le nostre tradizioni e la nostra civiltà. Siamo a Resia, terra del popolo resiano, quindi cerchiamo di mantenerci tali, con le unghie, con i denti e, se nel caso, con altri sistemi più persuasivi, visto che le istituzioni italiane sono totalmente assenti per garantirci la nostra autonomia, tradizionale e linguistica.
Riespongo il cartello in due versioni, quello attuale, in sloveno, e quello nella configurazione, all'incirca più corretta, in resiano. A voi il giudizio.
Franco Tosoni
Il cartello in resiano è più corretto e completo, anche per il turista che non conosce la realtà resiana, ma può così intuire le differenze linguistiche.
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RispondiEliminaSbocco che si era conquistata a suon di mazzate e non con mazzi di fiori ..almeno per la parte che ci compete, senza finire in interminabili querelle su Istria, Fiume, eccetera eccetera...
Elimina...uffaaaa, Andrea !
Leggo sempre e solo commenti tra i soliti noti e commenti negativi dei soliti noti se interviene uno che non fa parte della cricca...
E' un blog aperto al dialogo o sta diventando una segheria mentale ?
E' un blog aperto a tutti quelli che hanno qualcosa da dire.
EliminaBenvenuto cbax. :-D
Sbuhan.
A molti piace leggere, criticare, polemizzare, ma quando è il momento di scrivere, commenti negativi o positivi, non trovano mai la penna per farlo. Io sono favorevole a qualsiasi intervento, purchè sia in linea con l'oggetto trattato, quando si scantona o si vuol trovare altre strade alle risposte, questo non è positivo. La cricca può avere molti significati, io mi immagino quel gioco di carte che a Resia è consuetudine vedere giocare in osteria. Riserviamo anche a te un posto a tavola, in segheria fa troppo rumore. Lo spazio c'è.
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EliminaAndrea, ma la vuol capire che a Resia NON CI SONO SLOVENI?????????
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EliminaAndrea, se permette quando un politico sloveno si sente autorizzato a "tirare le orecchie" al sindaco di Resia perché ha osato far scrivere i cartelli stradali con la grafia Resiana e non con quella Slovena mi pare che qui il problema non sia più solo linguistico.
EliminaO mi vuole forse far credere che ai politici sloveni interessi veramente la segnaletica stradale di un Comune italiano? Anzi, dovrebbero essere ben contenti se i loro fratelli Resiani usano in tutti i campi la Lingua resiana... visto che ci tengono tanto alla salvaguardia di questo "loro dialetto".
Appartenere ad un medesimo ceppo linguistico non vuol dire appartenere allo stesso popolo. Altrimenti un abitante di Lugano dovrebbe sentirsi al 100% Italiano...
PS: preferisco le sue massime in Latino. Se le fa in Resiano, devo dedurre che lo faccia apposta per farmi spremere le meningi. Vediamo se ho capito bene: "E' facile da capire ma è difficile abituarsi"?
Nel caso, sappia che i Resiani non devono abituarsi proprio a niente.
Sbuhan
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