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lunedì 5 luglio 2021

L’ORO DI RESIA, O QUASI, LO STROK

Cambiano le abitudini nel tempo, specialmente quando ci sono degli interessi di mezzo. Un tempo lo strok era considerato alla stessa misura che oggi si considera la patata oppure il fagiolo. Ogni famiglia lo coltivava in funzione del proprio fabbisogno domestico ed era considerato un elemento utile per integrare e dare un senso a certe pietanze, come viene fatto oggi, forse con un po’ più di originalità. Poi si è scoperto che aveva delle proprietà che, coltivato in altri luoghi, non aveva: la sua tipicità, il suo profumo e la sua dolcezza nel rendere più gustoso il cibo. Qualche anno fa, visitando la mostra dell’aglio presso una sala del Centro Visite del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, l’addetto mi invitò a sentire il tipico profumo di questa piccola pianta bulbosa. Gentilmente gli ho risposto che quel tipico profumo lo conoscevo molto bene perché, dopo tanti anni, me lo sentivo ancora addosso, visto tutte le volte che mia mamma mi legava una coroncina attorno al collo perché avevo i vermi. Dicevano che l’aglio aveva anche questa proprietà, che quel suo tipico profumo non permetteva al verme di risalire fino in gola e causarti il tuo soffocamento. Per tanti anni non volevo più sentire parlare di aglio tanto ero stato nauseato dal suo profumo. Adesso sono tornato ad apprezzare queste sue proprietà e tutti i suoi prodotti derivati.
Ma torniamo al nocciolo della questione per considerare questo prodotto. La considerazione consiste nella sua produzione e nella sua commercializzazione. Quest’anno ha avuto luogo una festa dedicata esclusivamente all’aglio di Resia ed è stata una giornata davvero interessante. Certamente, proponendo questa festa, si è voluto ulteriormente far conoscere questa sua tipicità ad un pubblico ancora più vasto. La grande affluenza di persone intervenute alla festa ha già dimostrato il suo grande interesse, e credo che quel quantitativo di aglio scorto sulle bancarelle, alla fine, sia stato tutto venduto. Questa è la situazione sommaria di quanto è successo quel giorno perché la maggior parte del prodotto era già stato piazzato a dovere, venduto anticipatamente ad una clientela selezionata. Devo sottolineare, inoltre, che non tutto l’aglio coltivato e prodotto aveva preso questo percorso. Poco prima del suo raccolto c’è stata una parte che ha preso strade diverse, illegalmente diverse, frutto di alcune ruberie notturne. Tutto questo qualche anno fa, forse, non sarebbe successo, e la ragione consiste nel fatto che questo prodotto, a quel tempo, aveva scarsa o nulla commerciabilità per la sua poca visibilità. Adesso l’aglio di Resia è diventato frutto di interesse e la sua attenzione ha fatto sì che per averlo uno lo paga ad un prezzo interessante. Per questo motivo, quindi, è ragionevolmente evidente che è diventato ormai un prodotto ricercato e, desumo, che in questo caso è pensabile, senza ombra di dubbio, che la domanda, visto il suo valore, supera abbondantemente l’offerta, pertanto, in virtù di questa analisi, si può benissimo pensare che, te rosaijanski strok, è da ritenere come l’oro di Resia, o quasi. Seguito Ripropongo questo mio brano, già pubblicato a suo tempo, perché vorrei soffermarmi su un argomento, sempre attinente allo Strok, ma con un distinto e importante riferimento, la ragione e l’intelligenza di come si è arrivati a individuare tutte quelle sue proprietà. Fino a poco tempo fa, anche se avevo chiesto a qualcuno delle indicazioni, delle spiegazioni di indicarmi, forse quelle persone non conoscevano esattamente chi e come e da chi era partita quella caratterizzante individuazione delle particolarità, le proprietà, il suo profumo e la dolcezza dello strok resiano, non ero mai riuscito ad individuare il protagonista. Avevo pensato che forse quella intuizione certamente fosse partita da una persona molto sensibile e amante della terra, dalla sua educazione e della sua passione per il gusto e per i sapori, ma mai avrei pensato che le sue origini fossero “italiane”, cioè una persona venuta da lontano, “nä läska”, a scoprire la preziosità e la caratteristica di questa pianta bulbosa resiana. Non credo che i resiani non ne fossero a conoscenza di queste sue proprietà, visto anche il grande uso che ne hanno sempre fatto, ma forse non avevano mai pensato che questo frutto della propria terra sarebbe diventato la conseguenza di tanto interesse e tanta attenzione, per queste sue particolarità, se questa persona non avesse intuito ed evidenziato queste sue pregiate specificità. Ma veniamo alla identificazione di questa persona, anche se la maggior parte dei resiani conosce già la sua identità e il suo profilo, forse un po' meno noi “emigranti”. Adele Martinello, questo è il nome della protagonista della valorizzazione del nostro, del suo Strok. "Tä läska Adele Martinello", ma di fatto diventata, "nä rosaijanska", avendo sposato un resiano ed essendosi integrata perfettamente nella nostra realtà, ha ricoperto anche un incarico importante nell’amministrazione comunale del comune di Resia, il mandato di vicesindaco e assessore all’agricoltura. Ci tenevo a soddisfare questa mia curiosità con la consapevolezza di aver reso, a distanza di tempo, un riconoscimento doveroso verso quella persona che ha permesso di rendere lo Strok, quasi, l’Oro di Resia. A distanza di quasi dieci anni dalla sua pubblicazione sono riuscito ad acquisire, con-la possibilità di consultarlo, il libro: L’Aglio di Resia e la sua Valle, autori Gino Di Lenardo e Maria Ida Turello, lui resiano, lei “mezzosangue resiano”, così si definisce – interessante per la sua illustrazione, con abbondanza e precisione di particolari, come notevole ed esauriente la spiegazione fotografica. Articolo di Franco Tosoni

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