domenica 11 marzo 2007
LIPA MA RESIJE
Resia, il consiglio censura Pacilio
Messaggero Veneto Domenica 11 marzo 2007
Il sindaco Barbarino : messa in discussione l'norabilità della comunità.
Il consiglio comunale di Resia ha censurato i comportamenti tenuti negli ultimi mesi dal consigliere Franco Pacilio considerandoli " lesivi della dignità e dell'onorabilità della comunità resiana ". La decisione è arrivata al termine dell'ultima seduta del consiglio , e ha trovato consensi non soltanto tra la maggioranza guidata dal sindaco Sergio Barbarino, ma anche tra la minoranza che ha prodotto un documento simile a quello poi approvato ( con esclusione di Franco Pacilio e Carlo Altomonte , direttamente interessati dalla questione ) .
mercoledì 7 marzo 2007
domenica 4 marzo 2007
SORPRESA
La voce di Resia che lavora…
Si pensava che con la caduta del muro di Berlino, l’abbattimento dei confini e l’allargamento dell’Unione Europea verso i paesi dell’Est, l’integrazione europea fosse intesa come integrazione di popoli dove ognuno mantiene la propria identità, per confrontarsi con i popoli contermini in maniera completa, in previsione di un’Europa unita politicamente, economicamente e culturalmente, nel rispetto delle diversità etniche e linguistiche. In questa prospettiva, che tutti condividiamo, per mantenere la pace e favorire l’integrazione, è importante dialogare con i popoli vicini, per conoscersi meglio, per instaurare dei rapporti di collaborazione in campo culturale, economico, ambientale e mettere in atto progetti comuni in favore delle rispettive comunità.
Per fare ciò è importante conoscere la loro lingua come loro vogliono conoscere la nostra.
Perchè intendendo la loro lingua possiamo conoscerci meglio, integrarci, superare le paure e le distanze che molte volte in passato ci sono state.
La paura è figlia dell’ignoranza.
Questo non coinvolge solo il singolo cittadino ma in special modo le istituzioni, gli enti e le associazioni che operano nelle comunità vicine ai confini e ciò che sta facendo l’Amministrazione Comunale di Resia, non guardando al passato ma al futuro, è cogliere le opportunità che l’abbattimento dei confini può portare alla nostra comunità.
Il fatto che il nostro Comune organizzi dei corsi di sloveno, finanziati con legge dello stato italiano, dei quali possono beneficiare anche operatori del Parco delle Prealpi Giulie e delle associazioni che operano in Valle, sta a significare che si vogliono avviare progetti comuni con gli enti oltre confine per lo sviluppo della nostra comunità, per attingere e beneficiare dei notevoli fondi economici previsti nei programmi comunitari Interreg 2007-2013 che prevedono, al di qua e al di là del confine, progetti transfrontalieri che incideranno in maniera significativa sullo sviluppo del nostro territorio.
Come si è detto l’integrazione passa attraverso la conoscenza di cui la lingua è un veicolo fondamentale per conoscersi meglio. Quante volte in passato ci siamo rammaricati che a scuola non abbiamo avuto l’opportunità di imparare il tedesco, una lingua senz’altro più utile del francese, vista la vicinanza con l’Austria. Probabilmente qualcuno preferisce guardare al passato.
Le leggi 482/99 e 38/01, approvate dal parlamento italiano e ratificate dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, sulla tutela delle lingue minoritarie, delle quali ne beneficiano anche i comuni di Tarvisio, Malborghetto, ecc. e non solo Resia, nonostante le lacune ed i limiti che le leggi possono avere, offrono delle opportunità che noi non possiamo che cogliere.
Esse infatti riconoscono che in Val Resia ci sono cittadini italiani che hanno una cultura e una lingua diversa da quella italiana. Questa diversità va salvaguardata e tutelata perché è una ricchezza per la regione e per l’Italia. Attraverso queste leggi abbiamo la possibilità di insegnare a scrivere e leggere in resiano nelle scuole dell’obbligo, permettendo così di mantenere le scuole in Resia, altrimenti sarebbero trasferite a Moggio Udinese. Inoltre riconoscere che Resia possiede una particolarità culturale diversa, vuol dire che in futuro il nostro comune eviterà di essere associato o inglobato ad altri comuni limitrofi.
Fa bene l’Amministrazione Comunale, come altri Enti ed Associazioni, a cogliere questa opportunità investendo sulla tutela della nostra cultura ed identità, perché questo porta a vantaggi, anche economici, che già ora si possono cogliere.
Chi invece vorrebbe ripristinare muri o cortine di ferro, evocando fantasmi del passato, usando termini come assimilazione, svilimento, pulizia etnica, annessione, sono persone che oltre ad avere nostalgia del passato, per noi molto nefasto, vogliono bloccare ogni tentativo di sviluppo della nostra Valle che inevitabilmente deve passare attraverso la valorizzazione della risorsa culturale della quale siamo portatori da un millennio.
Ciò che maggiormente infastidisce ed irrita è che tra le persone, che portano avanti questo progetto, ve ne sono alcune che abitano fuori valle, non sanno parlare in resiano, non si sono mai interessate delle nostre tradizioni e della nostra cultura.
Si ergono a baluardo della tutela della nostra lingua, quando non sono riusciti o non hanno voluto insegnarla ai propri figli.
Noi resiani che abitiamo in Valle veniamo considerati da queste persone non in grado di tutelare il nostro patrimonio culturale, anzi ci considerano persone labili e deboli, alla mercè di chissà quali forze del male che solo la loro perversa fantasia immagina.
Sono personaggi che per avere visibilità non si risparmiano nel mettere in cattiva luce la nostra Comunità all’esterno con articoli, argomentazioni fantasiose ed inesistenti che creano un’immagine distorta di una realtà invece, serena e tollerante che guarda al futuro con fiducia, conscia che il suo destino dipende dalle opportunità che si prospettano e da quanto sapremo coglierle.
Cosa fanno di propositivo e costruttivo per la nostra Comunità? Perché non “si rimboccano le maniche” per lavorare e collaborare a fianco delle persone che giornalmente affrontano i problemi del vivere in un paese di montagna?
Sono persone che per avere consenso e seguito non esitano a spargere odio ed intolleranza verso coloro che operano e pensano diversamente da loro. Tutto questo è inaccettabile!
Che scopo ha tutto ciò? Che vantaggio ne traggono questi personaggi?
Questo modo di fare va condannato, respinto, rifiutato e isolato, perché turba l’armonia della Valle. Se queste persone sono in cerca di voti e consensi, per arrivare alla poltrona a cui tanto ambiscono, lo facciano usando tutti gli strumenti leciti che la nostra democrazia consente, ma non giochino sulla cultura e la storia resiana, né tanto meno cerchino di creare divisioni e odi nella popolazione. ( Di questo non abbiamo bisogno )
Circolo Culturale Resiano Pro Loco Val Resia
Rozajanski Dum Il presidente
Il presidente Carmela Barile
Luigia Negro
Associazione Culturale Comitato Associativo
“Museo della Gente della Val Resia” Monumento All’Arrotino
Il segretario Il presidente
Sandro Quaglia Domenico Lettig
Associazione ViviStolvizza Gruppo Folcloristico Val Resia
Il presidente Il presidente
Michele Buttolo Pamela Pielich
sabato 3 marzo 2007
Lingua e Cultura - Il popolo Resiano non è sloveno
Messaggero Veneto sabato 3 marzo 2007
Ricordo un'alba di gennaio di alcuni anni fa. Mi ero appena svegliato nella tenda rossa da alpinista adagiato nella neve del Canin . Indossai i scarponi ghiacciati e con la mano un pò lenta aprii l'ingresso del mio rifugio . Credo che forse mai più rivedrò uno spettacolo così bello . Una valle adagiata nel silenzio e illuminata da una luce limpida tinta di azzurro e verde, come se fosse riflessa dai boschi profumati e dalle acque vive che le danno l'anima . Questa è la Val Resia ed è stretta al mio cuore da un legaccio robusto fatto dei ricordi dei miei cari che sono nati lassù, di ideali che troneggiano sui " duemila " di roccia , di emozioni e pace che provo camminando per le vie dei paesi. Mi ricordo anche che , ammirando quell'alba di gennaio sulla valle , pensai per un attimo di essere solo di fronte a tanta bellezza. Credo che anche i nostri antenati, quando posarono il piede su questa terra per la prima volta , provarono emozioni simili sapendo però in fondi ai loro cuori che tanto ben di Dio richiedeva un lavoro più duro e una vita più sacrificata che altrove. Eppure rimasero lì e crebbero con la loro unica lingua e cultura fino ad arrivare a oggi . Ed è un rutto bestiale quello che ho sentito rimbombare negli ultimi periodi . La Val Resia sta per essere venduta , la sua identità calpestata in nome di denari , le origini dei nostri avi mistificati e il libro della storia riscritto e infangando quegli eroi , tutti quei cittadini di Resia che vissero in valle durante la seconda guerra mondiale e, dopo aver sofferto bestialmente la miseria più cruda , decisero nella loro unicità culturale di voler far parte dell'Italia. Resia sarà minoranza slovena anche se non ha niente in comune con quello Stato. I Resiani sono , a detta delle carte ufficiali siglate da alcune persone , sloveni per la stragrande " maggioranza " ! Siete contenti di tutto ciò Resiani? Stanno cancellando la vostra unicità e pure vi stanno allontanando dalla Patria Italia . Tutto questo per sparuti individui che vedono ideologicamente l'unione con la slovenia ( un Paese al quale porto rispetto ) una mamma per la Valle . Per non parlare che vogliono issare la bandiera slovena in municipio. La salvezza di Resia sta nella conservazione delle autentiche radici dei nostri Padri! Altrimenti a lungo andare tutto verrà perso. Resiani di ogni sesso e età , non abbiate paura a far sentire la voce , non abbiate paura di niente quando dite la verità e professate il vostro amore per Resia . Sarete come mille leoni ruggenti!
Tommaso Zuzzi Pagnacco ( ud )
PS.: Se volete inviare commenti in merito a ciò che sta succedendo a Resia e in Regione su questa problematica, siete invitati a scrivere al MESSAGGERO VENETO viale palmanova 290, 33100 UDINE fax 0432-523072 / 527218 e-mail :posta.lettori@messaggeroveneto.it
giovedì 1 marzo 2007
Corso di sloveno , è polemica
Resia: le associazioni sostengono la scelta dell'amministrazione
Messaggero Veneto Giovedì 1 Marzo 2007
L'amministrazione di Resia non guarda al passato , ma al futuro , per cogliere quelle opportunità che l'abbattimento dei confini può portare alla nostra comunità. Conoscere la lingua dei paesi vicini può aiutare ad integrarci e a superare le paure e le distanze che molte volte ci sono state. Anno voluto far sentire la propia voce le associazioni culturali della Val Resia , intervenendo sulla polemica scaturita dopo la decisione del Comune di Resia di avviare un corso di sloveno per i suoi dipendenti. A prendere posizione sono state la Pro Loco Val Resia , il Gruppo Folcloristico Val Resia , il Circolo Culturale Resiano " Rozajanski Dum " , il Comitato associativo " Monumento all'Arrotino " e le associazioni Vivi-Stolvizza e " Museo della Gente della Val Resia " . Il fatto che il nostro Comune organizzi dei corsi di sloveno , finanziato con leggi dello stato italiano - affermano i rappresentanti dei vari sodalizi - è sinonimo della volontà di avviare progetti comuni con gli enti d' oltre confine , per lo sviluppo della nostra comunità e per attingere ai notevoli fondi previsti nei programmi comunitari. L'integrazione passa attraverso la conoscenza e la lingua è un veicolo fondamentale per conoscerci meglio. Molto importante a questo proposito , per le associazioni della Val Resia , sono le leggi 482/99 e 38/01 , approvate dal parlamento Italiano : Esse riconoscono che in Val Resia ci sono cittadini Italiani che hanno una cultura e una lingua differente da quella italiana. Questa diversità va salvaguardata e tutelata perchè è una ricchezza per la Regione e per l'Italia . Attraverso queste leggi - spiegano le associazioni - abbiamo la possibilità di insegnare a scrivere e leggere in Resiano alle scuole dell'obbligo , permettendo così di mantenere le scuole a Resia . Ecco perchè - aggiungono - l'amministrazione comunale , come altri enti e associazioni , fa bene a cogliere questa opportunità , investendo sulla tutela della nostra cultura ed identità . Colore invece che vorrebbero ripristinare muri o cortine di ferro , evocando i fantasmi del passato , usando termini come assimilazione , svilimento , pulizia etnica , annessione - precisano - sono persone che vogliono bloccare ogni tentativo di sviluppo della nostra Valle . E nella maggior parte dei casi , sono individui che abitano fuori Valle , non sanno parlare in Resiano , non si sono mai interessati delle nostre tradizioni e della nostra Cultura . Si tratta - concludono le associazioni - di persone che sono in cerca di visibilità e che , con le loro azioni , creano un ' immagine distorta della Valle . Un modo di fare che va condannato , respinto , rifiutato e isolato.
Allessandro Cesare ( giornalista )
PS.: Abitare a RESIA o fuori non ha importanza , l'importante è Amare la propia terra , le propie origini, aiutare concretamente le associazioni esistenti in loco. Mi dispiace leggere certe affermazioni , ma ricordo per l'ennesima volta che il nostro intento è che la Lingua Resiana sia inserita nel decreto legge 205 come " ENTITA' RESIANA A SE STANTE " e non come MINORANZA SLOVENA .
I contenuti delle leggi 482/99 e 38/2001.Tali leggi recano norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, dando attuazione, in primo luogo, alle disposizione contenute nell'art. 5 della Costituzione. In un quadro più ampio, quale quello europeo, l'entrata in vigore della legge 482/99 ha consentito all'Italia di sottoscrivere, il 27 giugno 2000, la "Carta Europea delle lingue regionali o minoritaria" già approvata dal Consiglio d'Europa nel maggio 1992. La legge 482/99 quindi tutela, fra le altre, la lingua slovena e non le parlate regionali tradizionalmente presenti sul territorio.Da qui nasce la delibera della Provincia di Udine n. 33 del 26 aprile 2001 che delimita "l'ambito territoriale di tutela della lingua slovena in Provincia di Udine", non delle parlate locali (Natisoniano nelle Valli del Natisone, Po-nasen nelle Valli del Torre e del Cornappo e Resiano nella Val Resia
lunedì 26 febbraio 2007
Impiegati a scuola di sloveno , è polemica
Messaggero Veneto sabato 24 febbraio 2007
L'identità nazionale di Resia sta diventando un vero e propio caso politico , denunce, interrogazioni parlamentari e accuse di voler svilire l'italianità del paese , stanno smuovendo gli animi della piccola comunità del Canal del Ferro. Dopo le rimostranze presentate dal consigliere comunale Franco Pacilio , che si era lamentato per alcuni casi di violazione della sua corrispondenza personale , ora ad intervenire è un altro consigliere , Carlo Altomonte , che attacca il sindaco Sergio Barbarino per aver avviato un corso di lingua slovena per i dipendenti comunali . Alla richiesta di delucidazioni in merito - ha affermato Altomonte - Barbarino ha riferito che il corso sarebbe stato finanziato con contributi provenienti dalla legge che tutela le minoranze linguistiche slovene , e non con risorse del Comune. In futuro coinvolgerà anche gli impiegati dell'ufficio postale , della banca , della farmacia del Parco delle Prealpi Giulie e alla fine anche il parroco? Per Altomonte , in ottomperanza alle benedette leggi 482/38 e all'imminente 205 , tra breve sventolerà sul municipio anche la bandiera slovena che sancirà che Resia è slovena. E' il momento che la popolazione faccia sentire la propia disapprovazione perchè - ha concluso - nulla è più umiliante del sentirsi stranieri in Patria. Una vicenda , quella dei corsi di sloveno, approdata nei giorni scorsi anche in parlamento : l'onorevole Antonio Borghesi , deputato dell'Italia dei Valori , ha infatto presentato un'interrogazione parlamentare ai ministri degli Esteri e dell'Interno . Resia è un piccolo paese del Friuli al confine con la slovenia . Da anni - ha spiegato Borghesi - è in atto un tentativo di svilire l'identità della comunità di lingua italiana. Ai dipendenti pubblici si insegna solo lo sloveno , mentre nulla si fa per mantenere viva l'identità italiana del luogo. I pochi che si oppongono a questo stato di cose - ha precisato Borghesi - vengono vessati , isolati e intimiditi . Respinge ogni accusa il sindaco Barbarino : Queste affermazioni non fanno altro che svilire la nostra valle , creando un clima di terrore. I corsi di sloveno rivolti ai dipendenti comunali sono indispensabili in quanto abbiamo numerosi rapporti con le istituzioni della vicina slovenia. Ogni altra presunta implicazione è pura fantasia.
ps.: Voglio precisare che a Noi interessa il riconoscimento della Lingua Resiana . Se devono dare contributi che li diano per la nostra lingua, per la nostra cultura. Per quanto riguarda le affermazioni del sindaco , gli voglio far notare che , per rispetto verso tutti i turisti e verso tutte le istituzioni , sarebbe opportuno invece organizzare dei corsi di lingua Inglese , lingua internazionale a differenza dello sloveno . Ci rendiamo conto che ci sono dei finanziamenti , ma invito semmai il Comune a fare domande in ambito Provinciale o Regionale per reperire soldi a favore dell'insegnamento dell'Inglese .
sabato 24 febbraio 2007
Comune
Il giorno 16 c.m. si è riunito il Consiglio Comunale di Resia per trattare diversi argomenti inseriti nell’ordine del giorno.
A conclusione dei lavori, c’è stato un laconico comunicato del Sindaco Sergio Barbarino il quale ha informato l’assemblea che dal 19 febbraio avrebbe avuto inizio il corso di lingua slovena per i dipendenti comunali.
Alla richiesta di ulteriori informazioni in merito da parte del sottoscritto, Barbarino ha riferito che il suddetto corso sarebbe stato finanziato con contributi provenienti dalla legge che tutela le minoranze linguistiche slovene, e non dalle risorse del Comune.
E’ intervenuta l’assessore alla cultura, la quale ha ribadito che l’avvio del corso di sloveno è legittimo in quanto rispetta anche i principi della suddetta legge.
Quindi, concittadini di Resia, un altro passo è stato compiuto verso quel progetto di slovenizzazione messo in atto da un esiguo gruppo in maniera non democratica imponendo scelte non condivise dalla maggioranza della popolazione.
Per il momento il corso è rivolto soltanto ai dipendenti comunali. Poi ? Si rivolgerà anche ai dipendenti dell’ufficio postale, della BCC, della farmacia, del Parco delle Prealpi Giulie e in ultimo al parroco di Resia?
Qualcuno penserà che si è toccato il fondo: neanche per idea!
La prossima mossa? Sempre in ottemperanza alle “benedette” leggi n° 482, n° 38 e l’imminente n° 205 ( negli ambienti politici è data già per scontata) sventolerà sul municipio anche la bandiera slovena che sancirà che Resia è Slovena.
Senza dubbio ci capiterà ancora di peggio. Comunque, nulla è più umiliante del sentirsi “ stranieri in Patria”.
A questo punto mi rivolgo alla popolazione resiana che non si sente “minoranza slovena” affinché faccia sentire al sindaco la propria voce di disapprovazione, prima che sia troppo tardi!
Non è tempo di far finta di non vedere e di non sapere ciò che sta succedendo.
Carlo Altomonte
( consigliere comunale di minoranza )
venerdì 23 febbraio 2007
3 MARZO 2004 GAZZETTINO
mercoledì 21 febbraio 2007
NOTIZIE STORICHE
VII SECOLO Insediamento dei primi abitanti Resiani
1119 La Val Resia è sotto l'Abbazia di Moggio
1274 In un documento della Badia di Moggio sono nominati coloni di Resia : Mina , Bilina , Guriz , Zernigoy , Moseygna , Pangy , Cuz , Wekeslav , Svettiz , Stoian , Iwvan , Hanigoy , Sitich , Tuz , Ivwan , Supina , Swenz , Dobligohy , Cusin , Misut , Muganz , Colob ...........
1339 In un documento appaiono le prime notizie sul Cameraro
1420 L'Abbazia di Moggio , con Resia , passa sotto la Repubblica di Venezia
1450 Inizia la latinizzazione dei cognomi Resiani
Seguono altre notizie. Invito tutti Voi a fare delle ricerche prendendo come spunto i Cognomi sopra riportati.