lunedì 1 marzo 2021
PER LA NOSTRA LINGUA MADRE – SLOVENO RESIANO?
Cosa non si fa per la nostra lingua madre: video, articolo, tutto promosso dal Comune di Resia e dall’Ecomuseo Val Resia, almeno così scrive Sandro Quaglia nell’articolo pubblicato sul “famoso” e fumoso, eminente e autorevole giornalino quindicinale DOM.
Ottimo articolo nell’evidenziare come i giovani resiani, usati nell’occorrenza per propagandare e strumentalizzare la nostra lingua madre, in questa occasione viene citato come i giovani si sono espressi ottimamente in dialetto sloveno resiano.
Avete capito giovani; vi siate espressi in dialetto sloveno resiano, non in lingua resiana. Siete stati usati, almeno così sembra come è stato evidenziato dall’articolo.
Ultima trovata di una ipotetica e presupposta teoria annotata nella nebulosa ricerca di credibilità nelle credenziali slovene resiane. Poi, sempre nell’articolo, è spiegato come i giovani resiani, nel video, si siano espressi, ognuno, nella propria variante del dialetto resiano. E lo sloveno? I giovani hanno anche spiegato l’importanza nel parlare la propria lingua madre. E il dialetto?
Ma lasciamo da parte l’articolo e il video, ognuno fa il proprio mestiere e Sandro Quaglia lo fa egregiamente, per il suo tornaconto. Quello che non condivido, nel quadro e nel contesto di tutto questo, è il motivo ed il modo in cui, in virtù di quale autorità e competenza, uno si può permettere, a nome di tutta la comunità resiana, quella residente in Valle e quella residente fuori Resia, di citare ed esprimersi a nome di tutti.
Ilaria Tuti ha scritto un libro, in buona parte ambientato a Resia: Ninfa Dormiente, sarebbe giusto, a questo punto, forse, cambiare il titolo di questo libro in: Comune Dormiente. Troppe volte, invece di guardare in faccia la realtà, il Comune di Resia, si è girato dall’altra parte, non assumendo mai una presa di posizione decisa e autoritaria. Vedi, per citare alcuni esempi: carta d’identità e centro culturale.
Così si lascia spazio a personalismi e credibilità alla sconsideratezza.
Noi non dobbiamo condividere con nessuno la nostra lingua madre: il resiano, tanto meno considerarlo un dialetto sloveno resiano. Io ho citato, e lo ripeterò all’infinito, noi non abbiamo niente da imparare dallo sloveno, che io considero una lingua dialettale, sorta molti secoli dopo che la lingua: il resiano, si era già affermato e consolidato come lingua, che non ha dovuto attingere da altri dialetti per confermarsi. Su questo aspetto io non voglio assolutamente criticare Sandro Quaglia per questo suo modo di vedere il panorama dialettale sloveno resiano, piuttosto voglio coinvolgere, nel contesto del problema, la pseudo minoranza slovena a Resia, compiacente, e buona parte della popolazione di Stolvizza. Tutti zitti, nessuno che alza un dito a protestare. Cosa vuol dire: compiacimento, coinvolgimento, paura? Oppure: io non vedo, non sento, non parlo?
Resiani, l’orgoglio resiano dove è andato a finire? Vogliamo morire tutti sloveni? Sarebbe ora di tirare fuori ancora quel poco che ci rimane della nostra passione di appartenere ad un popolo unico nel suo genere, per tutte quelle caratteristiche certe di non essere proprietà di nessuno, ma che fanno appetito a tutti, in particolar modo agli sloveni.
Franco Tosoni
Etichette:
articolo 2021
,
documenti
,
notizie storiche - ricerche
sabato 27 febbraio 2021
Lingua Resiana: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE
Domenica 21 febbraio 2021, si celebrava la Giornata Internazionale della Lingua Madre!
Si tratta di una celebrazione indetta dall'UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la madrelingua, la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo!
L’UNESCO è fortemente impegnata nella promozione e nella tutela del multilinguismo e dell’inclusione, principalmente con programmi che favoriscono l’inserimento delle lingue indigene nell’istruzione formale e che sostengono la diversità linguistica in internet, nei media e nei canali di comunicazione di massa.
Per questo nel 1999 l’UNESCO ha istituto la Giornata Internazionale della Lingua Madre, successivamente approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il Comune di Resia in collaborazione con l'Ecomuseo Val Resia, ha organizzato questo bellissimo video a favore della Nostra Lingua.
Etichette:
articolo 2021
,
comune
,
folklore e tradizione
,
video - audio
sabato 20 febbraio 2021
Tradizione Orale della Val Resia - Wïže, pravize, zitirade našeh ti stareh
Pubblichiamo l'elenco delle registrazioni fatte a Resia dal 1962 al 1975 (e anche prima) da vari studiosi, fra cui anche Alan Lomax (etnomusicologo americano) che ha visitato l'Italia nel periodo 1954-55, passando per Resia. In seguito alcuni tecnici della RAI di Trieste hanno effettuato le registrazioni a Resia (e altrove in Friuli): ricordiamo Carpitella, Nataletti. Insieme a loro e in seguito autonomamente hanno continuato a fare registrazioni a Resia gli etnografi sloveni.
I Resiani si sono prestati generosamente a farsi intervistare e racconta ai loro ospiti Pravize, wïže, induvinke e tutti gli aneddoti e conoscenze che facevano parte della loro cultura, oltre a ore e ore di zitirade, fiduciosi, ma ignari che, nella realtà, tutto veniva sottratto alla cultura resiana. Il 29 ottobre 1988 'I responsabili dell' Accademia slovena di Scienze e Arti consegnava o copia delle registrazioni etnografiche al Museo Etnografico di Malborghetto', con il titolo Registrazioni Popolari degli Sloveni d'Italia.
Nell'elenco che pubblichiamo possiamo riconoscere i nostri parenti, nonni, genitori, amici e conoscenti che tanto si sono spesi per questo impegno e magari qualcuno avrà voglia di andare al Museo Etnografico di Malborghetto ad ascoltare un estratto del nostro passato.
venerdì 19 febbraio 2021
Le bugie hanno la gonna corta
Dinanzi a due foto mi sono soffermato, e ho cercato di capire se veramente sono resiane le Donne postate.
A riguardo della foto della fine del 1800, non ci sono dubbi.RESIANE DOC.
Pag. 148 del libro Resia e i Resiani. Foto fine 1800, sulla scalinata della chiesa di Prato.
Ma sulla seconda foto ho parecchi dubbi.
Mi soffermo sui vestiti.
Nel 1939 l'acquerellista Saša Šantel ha disegnato una donna in costume, direi fantasioso con Stolvizza sullo sfondo.
L'assurdità è inserirlo nel libro Resia e i Resiani (pag. 154), come appartenente alla nostra tradizione. Mentre il vero costume resiano è sicuramente un altro.
Val Resia : Gniva
giovedì 18 febbraio 2021
lunedì 15 febbraio 2021
venerdì 15 gennaio 2021
Resia: Prato - Ravanza
Etichette:
articolo 2021
,
foto prato - ravanza
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)