Finisce davanti al Giudice di Pace la difesa dell’italianità di Resia. Tre donne del paese infatti, sono state citate a giudizio per i reati di ingiuria e minaccia. Per questo Anna Di Floriano, Orietta Di Lenardo ed Erica Di Lenardo sono state chiamate a comparire davanti al Giudice di Pace di Pontebba il giorno 19 settembre alle 9. Una vicenda che ha fatto andare su tutte le furie coloro che, in questi anni, stanno tentando di ribadire l’italianità di Resia, e che leggono tale denuncia come un tentativo di screditare la loro credibilità per consegnare Resia nelle mani della Slovenia. A causare tutto, il rilascio della carta d’identità bilingue nel luglio 2010 a Resia. Proprio quel giorno un gruppo di cittadini guidati dall’associazione “Identità e Tutela Val Resia” avevano organizzato un presidio davanti al municipio per manifestare la propria contrarietà a quella che consideravano una provocazione finalizzata a svilire l’italianità di Resia. In quell’occasione, Gabriele Cherubini, dopo aver ricevuto la carta d’identità, sarebbe stato oggetto di minacce ed ingiurie da parte dei manifestanti, costringendolo a sporgere denuncia nei confronti delle tre donne. La vicenda però non convince i vertici di “Identità e Tutela Val Resia”, che hanno organizzato, per lunedì 19, davanti alla sede del Giudice di Pace di Pontebba, un presidio «a difesa della tipicità linguistica, storica, culturale della Val Resia e dell’italianità». L’iniziativa è stata presentata ieri nel caffè Bistrot di Udine dal presidente dell’associazione, Alberto Siega, e dall’avvocato che sta difendendo le tre donne, Giuseppe Silvestro. «Rigettiamo questi atti di denuncia – ha spiegato Siega – in quanto siamo noi la parte offesa, perché ci stanno imponendo una minoranza che non è la nostra. Le leggi in vigore infatti, ci fanno passare per sloveni in Italia e questo, per noi, è inaccettabile». Ancora più dure le parole dell’avvocato Silvestre: «A Resia il 99% della popolazione si sente resiana, friulana e italiana, non slovena.
Tratto dal Messaggero Veneto del 15 settembre 2011
venerdì 16 settembre 2011
Resia, la difesa dell’italianità ora finisce davanti al giudice
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Mi sorprende, e in modo negativo, che nessuno fra i tanti che leggono questo diario in rete, abbia speso una sola parola a difesa delle nostre tre donne che domani dovranno comparire davanti al Giudice di Pace, citate per i reati di ingiuria e minaccia, a parte la manifestazione organizzata dall’associazione “Identità e Tutela Val Resia”.
RispondiEliminaQueste tre donne, di indubbia ed autentica fede resiana, colpevoli solo di aver manifestato apertamente e con coraggio la propria contrarietà nei confronti di una palese sfida provocatoria da parte di un personaggio che di resiano ha solo la sua presenza in Val Resia, ma che ha saputo calpestare perversamente l’ospitalità che gli è stata concessa.
Decisamente e indiscutibilmente penso che ogni persona di buon senso abbia giudicato questo gesto, in fin dei conti il Cherubini era stato ampiamente appagato con la concessione, da parte del comune di Resia, della carta di identità bilingue: italiano-sloveno, ma questo successo non gli è bastato, ha voluto portare a compimento, con gesto provocatorio, citando in giudizio quelle persone, che contrariamente a quei pochi suoi solleciti sostenitori, aveva manifestato palesemente la loro contrarietà nei suoi confronti, per avere una completa ed esauriente pienezza della sua affermazione.
Con la speranza che tutto questo si dimostri una bolla di sapone e che il giudizio si dimostri benevolo a queste nostre tre donne, a loro faccio i miei migliori auguri.
Saluti a tutti da Franco Tosoni
"consegnare Resia nelle mani della Slovenia".
RispondiEliminaIo mi chiedo come uno arriva a pensare una cosa del genere. non so cosa pensare, o è un vecchio rimbambito (mi scuso per il termine), o è uno che vive profondamente nel passato nostalgico della guerra fredda, oppure vive completamente al di fuori della realtà
E fanno bene, hanno tutta la mia solidarietà.
RispondiEliminaMa questo Cherubini....non resiano, non sloveno.....come si permette in terra altrui ad avere certi atteggiamenti? La gente può esprimere le proprie opinioni, siamo in un Paese libero. Ma forse pensa di zittire così i Resiani? Se è così si sbaglia di grosso. A buon intenditor......
Certo che chi ha scritto il commento n° 3,non è certo rimbambito ma sa perfettamente cosa dice: la sua preocupazione,certamente non disinteressata, è tutta volta a minimizzare ed a tranquillizzare i resiani sul tentativo di slovenizzazione della slavia friulana da parte della "neonata" repubblica oltre il Canin. Egli non vive fuori dalla realtà ma all'interno di quella che tanto gli preme; per lui, l'importante è far passare il problema sotto silenzio, tanto.... il tempo gioca a loro favore!
RispondiEliminaRencic.
MA SU DAI..VIVI E LASCIA VIVERE...TANTO LA CARTA D'IDENTITà LA LASCIA QUI NON LA PORTA IN CIMITERO.............E POI OGNUNO E LIBERO DI FARE QUELLO CHE VUOLE. ..CHE DITE VOI RESIANI..
RispondiEliminase non fosse stato un provocatore prezzolato, sapendo come la pensa il 99,9% degli abitanti della val resia, non avrebbe fatto un affronto simile ai veri "resiani",essendo lui, un semplice e sconosciuto oriundo emiliano?- romagnolo?
RispondiEliminaRencic
sì , n°9..... per adesso: supdil lupo per entrare nel gregge, si veste da agnello......
RispondiEliminase non fosse stato un provocatore prezzolato, sapendo come la pensa il 99,9% degli abitanti della val resia, non avrebbe fatto un affronto simile ai veri "resiani",essendo lui, un semplice e sconosciuto oriundo emiliano?- romagnolo?
RispondiEliminaRencic
----> Da qui al definirlo "Cittadino di serie B" il passo mi sembra breve...
Madonna quanta tolleranza per le opinioni degli altri...
un lupo italico,travestito da resiano autentico va sempre bene
RispondiElimina.....il resiano vero parla resiano o italiano?
Non ho capito se il commento 12 si riferisce al LUPO ITALICO con la carta d'identità bilingue?
RispondiEliminaio penso che il Signor Cherubini ,
RispondiEliminache emiliano-romagnolo trasferitosi a resia per motivi suoi chiaramente ma credo che la valle gli piaccia molto.....................non credo si sia svegliato una mattina ......e gli sia nevuto in mente da solo che voleva la carta di identita italiano-slovena a tutti i costi .................perche' , perche' e' fuori di testa e nel suo cervello gli e' balenata quest idea cosi , sapendo di crearsi inimicizie dal popolo dove con cui a lui piaccia vivere ?
se fosse cosi , che e' fuori di testa ...lasciatelo perdere .......chisse ne frega ...
oppure e' stato mandato come"soldato" provocatore da terzi ....allora qui
la cosa e' diversa ,
questo passaggio mi sfugge
resta il fatto che davanti all'opinione pubblica e agli organi competenti non si parla solo di difesa della resianità come realtà strettamente linguistico culturale da tutelare,ma si tende a cadere nella politica parlando di difesa dell'italianità che storicamente dal punto di vista macro ha poco a che fare con una lingua comunque e sempre slava.A questo punto è chiaro che traspare privilegiata l'italianità mascherata da "difesa della resianità.Due visioni che attualmente si ritrovano in qualche modo congiunte ma che effettivamente sono in contrasto "nascosto" visto che inesorabilmente l'una divora l'altra,per chi non se n'è accorto o non vuole accorgersene!Probabilmente è questo il motivo dello scarso appoggio ad una piuttosto che all'altra idea di tutela.I resiani sono "semplicemente"resiani(slavi) da secoli e secoli e si spera che lo siano per altrettanto tempo ancora e più,sono italiani da molto,molto meno tempo.
RispondiEliminaCommento 15, mi trovo pienamente d'accordo con Lei.
RispondiEliminaI Resiani sono semplicemente Resiani.
Mai Sloveni, da poco Italiani, ma da sempre RESIANI.
I resiani e gli slavi della provincia di Udine non hanno mai, in tutta la loro storia,percorso un solo passo politico od amministrativo insisieme agli sloveni ma hanno goduto di una loro forma di autogoverno garantito prima da Aquileia poi da Venezia. Dopo la parentesi austroungarica , hanno optato all'unanimità per l'appartenenza all'Italia; per cui caro n°15, per molto, molto più tempo che con l'allora, inesistente Slovenia. gli sloveni che vogliono convivere pacificamente in una moderna Europa dei popoli,devono ritirare le loro assurde pretese da terre e genti che non li vogliono, che non li sentono fratelli ma soltanto parenti lontani nei secoli.... (ed ora anche fastidiosi!)
RispondiEliminaRencic
Tale autonomia venne drasticamente ridotta con la sopressione della Serenissima nel 1797,prima nell'ambito dell'Impero Austriaco e dopo più pesantemente nel 1877 nel Regno d'Italia.Nel 1877,nel piccolo centro di Spietar-San Pietro degli Sloveni(ribattezzato in quegli anni San Pietro al Natisone),venne istituita una scuola magistrale,con la precisa volontà di creare una classe di maestri"italianissimi".Gradualmente,l'elite locale e i ceti abbienti delle Valli abbandonarono l'uso del dialetto sloveno,ostentando spesso sufficienza nei confronti della popolazione che continuava a parlarla.Questa situazione d'inferiorità è presente ancor oggi in alcuni strati della gente del Natisone.Tale processo di italianizzazione ebbe una radicale accelerazione dopo il1933,quando il fascismo proibì l'uso della lingua slovena in chiesa,dov'era rimasto radicato!Nel 1988 lo scrittore sloveno France Bevk pubblicò nell'allora Regno di Jugoslavia un libro dal titolo Cappellano Martin Cedermaz,nel quale espose basandosi sulla biografia di un sacerdote del luogo,la lotta contro la sopressione della lingua e cultura slovena voluta dal regime fascista.Il nome Cedermaz divenne presto sinonimo diffuso presso i sacerdoti sloveni delle Valli che si opposero alla politica xenofoba del fascismo e viene tuttora usato in questo senso.Dopo la seconda guerra le popolazioni della Slavia Veneta dovettero subire un clima di sospetto che avvolgeva tutto ciò che riguardava la lingua e cultura locali.Frequentemente,chi all'epoca della guerra fredda usava pubblicamente lo sloveno veniva acusato di propaganda filo-jugoslava,nonostante la popolazione locale fosse in massima parte devota alla causa occidentale e cattolica,assolutamente aliena all'ideologia comunista o filo-jugoslava.Nonostante la loro dichiarata e dimostrata lealtà alla patria ed allo stato italiano venne loro negata l'autonomia culturale e la protezione linguistica della quale godettero invece gli sloveni di Gorizia e Trieste.
RispondiEliminaN 17
RispondiEliminaDi quale mondo immaginario sta parlando? "hanno optato all'unanimità per l'appartenenza all'Italia" non si sà.
I resiani sono resiani punto e basta, ne sloveni ne tanto più talians, i quali gli hanno maltrattato per tutto il periodo dopo la forzata annessione.
No guardi che di un Europa di popoli e proprio lo stato italiano ad essere il primo ostacolo, in quanto per cultura lingua usanze ed etnia Resia potrebbe benissimo essere una Nazione, non di meno di tutti i popoli che popolano questo Stato comunque.
in europa tutti gli stati sono formati da minoranze etniche (centinaia e centinaia di etnie diverse) pure l'Italia è una minoranza in europa....chi deve tutelare chi?
RispondiEliminail maggioritario deve tutelare il minoritario,anche perchè è una ricchezza non solo culturale...il resiano non deve avere paura dello sloveno,se non riesci a sconfiggere il nemico fattelo amico,è già successo con gli italiani.
RispondiEliminaL'Italia non ha mai imposto la nazionalità ai resiani ed agli altri slavi della provincia di udine, come fa la Slovenia con le sue minorenze all'estero. L'Italia è stata liberamente scelta con un plebiscito, come patria, da queste genti; il nemico di queste genti , ora, non si trova ad ovest ma bensì ad est; prima di farcelo amico, deve ritirare le sue assurde pretese....noi non lecchiamo nessuno e non ci venderemo per 30 denari ....caro commento n° 21...... Rencic
RispondiEliminaL'ha imposta eccome,con la pesante propaganda e comunque i pochi che scelsero coscientemente erano costretti.Il nemico come lo vede Lei è in ogni caso una persona prima di tutto perchè gli altri siamo noi,è inutile vedere solo nazioni e bandiere per diffondere l'ostilità,per cosa?arriverà il giorno che saranno gli italiani la minoranza tra gli straniieri,allora capiranno ciò che devono subire quotidianamente le piccole comuità d'Europa e del Mondo,perchè se realmente siete "slavi di antico insediamente"utilizzate una bandiera slava e parlate lo slavo sempre,altrimenti nessuno vi crede.
RispondiEliminavi ringraziamo dei disinteressati consigli, cari "sloveni", nessuno ve li ha richiesti; aspettiamo comunque che issiate la VOSTRA bandiera slovena sui municipi della fascia confinaria della provincia di udine come prevede la legge di tutela globale che è stata strumentalmente inserita in questi territori. vediamo cosa ne pensano i cittadini per esempio di cividale, tarcento, torreano, attimis,nimis,faedis, san pietro al nat. eccetera. quando gli italiani in italia saranno una minoranza, chissà cosa saranno gli sloveni? quelli che creano ostilità in queste terre, non sono certo i cittadini residenti da sempre. che siamo slavi di antico insediamento,non dobbiamo dirlo noi, lo dice molto chiaramente Paolo Diacono, 1200 anni fa, nella " historia langobardorum", parlando della gente che occupa i territori a nord di cividale, (i nostri attuali territori). N.b. la nostra è ostilità solo verso chi ci infastidisce, la nostra è solo legittima difesa......
RispondiEliminarencic.
Come risposta all’intervento del n. 25
RispondiEliminaIll.mo professore del nulla penso che i tuoi interventi, che in questo sito mi sembrano abbondare, appaiano più dettati da sentimenti contraddittori e poveri di ogni logica e ragionevolezza, poiché sono mancanti di ogni dialettica e razionalità, che di equilibrio e di analisi. Gli interventi, a mio parere, manifestano solo opposizione per una causa che non mi sembra minimamente interessata ma solo ed esclusivamente per dire e per scrivere tutto e il contrario di tutto, l’importante è criticare. Non mi sembri poi tanto affermato nella causa in cui ti sei inserito ma solo cosciente o incosciente nel rompere le uova al prossimo. Questo fatto ti rende indisponente agli occhi di chi, per un verso o per altro, si sta battendo per riappropriarsi dei propri diritti e della propria identità, indipendentemente se uno sa parlare questa lingua slava, e non slovena, di antico insediamento e non inserimento, diversamente se resiano, torriano o natisoniano, ma autonomamente dallo sloveno. Devi sapere, per citare il friulano e l’italiano, come lingua, che il cittadino resiano quando arriva a Resiutta, se ti intendi qualcosa di geografia, deve sapere parlare il friulano o l’italiano, per comunicare e farsi comprendere. Devi anche sapere che l’acqua del torrente Resia confluisce nel mare Adriatico cioè sulle sponde italiane mentre, a parte il territorio che è percorso dal fiume Isonzo, e anche con questi non ci intendiamo e non comunichiamo, tutto il resto che si trova oltre le Alpi Giulie, confluisce nel mar Nero, quindi, per noi tutto un mondo completamente diverso, per cultura e per tradizione.
Riporti poi l’esempio dei sudtirolesi, forse senza sapere la vera realtà che esiste in Alto Adige. Per logica la proporzione di numero degli abitanti è difforme rispetto a quello che è la realtà della Slavia friulana, neanche a pensare di fare una comparazione fra queste due realtà. La differenza sta in questi termini: in Alto Adige la maggioranza parla la lingua tedesca, perché è la loro madre lingua, quindi non sono coraggiosi, ma solo esercitano un loro diritto, nella Slavia friulana, in base alla pessima e ingannevole legge 38/2001, è la base, soprattutto nelle Valli di Resia, del Torre del Natisone, che non vuole sentir parlare lo sloveno, lo rifiuta. Non è colpa di nessuno se il resiano, il torriano ed il natisoniano si sono tramandati fino ai nostri giorni solo oralmente, come non credo che per poterli anche scrivere e leggere abbiano bisogno necessariamente dello sloveno, lingua dialettale, per certi versi a noi completamente sconosciuta.
Ad buon fine, nel futuro, cerca di essere più propositivo e meno critico, triste e catastrofico. La firma in calce dei tuoi interventi sarebbe indice di cultura e di educazione nella consapevolezza di una sincera e onesta raffigurazione della tua personalità.
Un saluto da Franco Tosoni
Stavo giusto per rinunciare a tentare di accendere una luce nel cervellino di questo"utente anonimo"in quanto ho capito che il signore in questione non parla per apportare seri e validi contributi alla soluzione della nostra complicata causa, vittima di cotanto accanimento da parte degli sloveni. Sapendo che nessun gatto,muove la coda gratis, mi sono convinto che neanche il "nostro"micio lo faccia ,stà lecando semplicemente la padella della pappa. Ci hai pensato tu,Franco Tosoni con cognizione di causa e dovizia di particolari: bravo! anche se credo che sia tempo perso in quanto il mestiere che sta facendo l'amico, gli impone di seminare zizzania ed intorbidire le acque (nel torbido si pesca meglio....) un saluto...redsub
RispondiEliminaRenzo Onesti. Rencic (sa pariàtele)
http://www.dom.it/index.php?pag=art&cat=1&f=int&id=1941
RispondiEliminaSi usano questi mezzucci ricattatori quando non ci sono altri argomenti. una nazione civile come l'italia, facente parte dell'europa dei popoli, che vuole veramente salvaguardare una antica etnia come quella di Resia,non avrebbe difficoltà a farlo, d'altronde i costi non sarebbero diversi da una scuola bilingue sloveno-resiano anzi trilingue (o l'italiano sarebbe bandito?); i numeri necessari sarebbero coperti da studenti importati dalla slovenia? oppure sarebbe come quella di San Pietro che per il 90% è frequentata da forestieri che non hanno nulla a che spartire con la slavia friulana? a questo punto, meglio istituire una scuola trilingue: italiano-russo-resiano che darebbe migliori sbocchi economico-culturali a quegli studenti mantenendo vivo il resiano, avviando gli stessi a superiori opportunità future con buona pace della gente di Resia
RispondiEliminaAh, dimenticavo: in risposta al commento n°28.
RispondiEliminaOnesti Renzo (Rencic).dogneg
http://www.novimatajur.it/main.php?page_id=articolo&id=1665
RispondiEliminaCom'è è possibile non capire che lo sloveno può aiutare la divulgazione del resiano? Njiva, Osojani, Gozd, Stolbica, Bila, Liščace,Ravanca, Pušja ves, Možnica, Korito, Reklanica, Kluže, Pusti gozd ecc ecc sono nomi in sloveno, praticamente identici al resiano e magari imparandoli possono incentivare l'uso del nome resiano. Quanti ragazzi nelle scuole li conoscono, quanti conoscono solo la versione italianizzata?
RispondiEliminarisposta veloce al 31: i diritti degli altri vanno tutelati ,qua mi trovate d'accordo, in ragione della loro consistenza che va verificata sul territorio. la protezione e lo sviluppo delle etnie locali e della lingua madre, vanno altresì tutelate, non dagli sloveni ma dall'europa che ne deve difendere l'esistenza come previsto dalle sue leggi in materia.P.s. per argomentare sulla questione vi prego di non pubblicare articoli del novi matajur che non possono che essere faziosi, trovate qualcosa di più super partes.
RispondiEliminaRencic
http://www.novimatajur.it/main.php?page_id=articolo&id=1497
RispondiEliminaPorca miseria !
RispondiEliminaper qualche giorno ho creduto che la valle fosse piena zeppa di filosloveni ...
e invece ce n'é uno solo !
Uff , meno male.
Paolo
Ciao, rispondo al n 35
RispondiEliminaNon ho capito cosa volesse dire nell'ultimo paragrafo. Comunque rispondendo al problema della toponomastica, si ritorna sempre al dilemma. Non so a lei, ma a me la toponomastica che suggerisce (e forse è quella attualmente in uso) mi pare molto dilettantesca. o si usa la scrittura cosiddetta italiana coi segni tutti italiani e basta e pace all'anima sua oppure si addotta anche segni slavi. non qualcosa si, altro no perchè non ci piace o ci sono quelli odiosi segni sulle c e s, molto filosloveni tralaltro. sennò il resiano sarebbe l'unica lingua diciamo tra quelle slave che scrive k con c, c con z ecc.
p.s.: qualcuno sa come si chiama la frazione, credo sia l'ultima dopo solbizza arrivando da Resia? Ladina, può essere? vicino c'è invece Cernapenc oppure Berdo se non sbaglio?
CernaPonc è sbagliato, si dovrebbe scrivere Cernapec o Cernapenc, così come il monte Bilapec che non è molto lontano.
RispondiEliminaEssendo una lingua slava l'alfabeto dovrebbe essere di conseguenza preso da una lingua slava genealogicamente vicina.
RispondiEliminama diamine! resiani resiani cultura tradizioni bla bla bla bla.... e la lingua????? tutto il blog, tutta la pagina tutto è solo in ITALIANOOOO! mi sembra di ricordare qualcuno che una volta ha fatto affiggere dei cartelli con "QUI SI PARLA SOLTANTO ITALIANO!" mah...siate coerenti tutti....e di buon senso.... se siete resiani, parlate in resiano. se lo ritenete una lingua. e se non lo ritenete una lingua, ma vi ritenete italiani di serie b, continuate a parlare in italiano.
RispondiEliminaal 43....non scriviamo in resiano per cortesia verso di te.....altrimenti non potresti elargirci le tue "pillole di saggezza"....ciao!
RispondiEliminamisgnach.
il 43 ha ragione,non si salva il resiano senza il resiano,ogni resiano che parla solo l'italiano non è tanto resiano come coloro che lo utilizzano e lo tramandano,costui diventa italiano completo e non solo simpatizzante,è un controsenso affermare di essere slavi e utilizzare una lingua non slava! La cortesia serve,ma per tramandare una lingua può essere messa spesso da parte.Ad esempio il sito rezija.com offre anche la versione in resiano!perchè il resiano che non parla la lingua resiana rimane soltanto con l'italianità in mano,il tricolore non aiuta in questo caso,a salvare il resiano da una potenziale minaccia esterna.Quanti hanno perso il resiano per strada?quanti si sentono più italiani che slavi?...la costante avversione verso gruppi che familiarizzano con i vicini sloveni facendo loro quel senso di fratellanza,non è che una scusa per affermare l'italianità che funge da barriera ad una eventuale presenza slovena pro-resiana da questa parte del confine e non importa se l'italiano sostituisce il resiano perchè non è questo l'obiettivo,l'obiettivo è l'italiano e il resiano passa in secondo piano.
RispondiEliminaLui, sempre lui, come Paolini, quello che si fa vedere in TV dietro al cronista che racconta in diretta un avvenimento o un servizio per il telegiornale. Almeno al Paolini si vede la faccia, anche se, poverino, fa molta tenerezza, ma il nostro malpancista, che manifesta disaccordo e dissenso su tutto e che si porta in corpo il peso di una riscossa indigesta, gli farebbe bene, poiché il malpancista è uno che soffre di mal di pancia, dopo la conseguenza del suo indigeribile e fastidioso malessere, una buona seduta in bagno. Dopo aver scaricato tutto il suo malcontento e con la pancia finalmente libera da ogni tossina, potrebbe anche scrivere delle cose sensate e ragionevoli.
RispondiEliminaDovresti sapere, come ha già puntualizzato l’anonimo 43, che se scriviamo in italiano lo facciamo per la semplice e pura cortesia ed educazione, non soltanto nei tuoi confronti ma per tutti quegli italiani che non comprendono il resiano.
Questo discorso non ha valenza solo per gli italiani, il gergo usato dai resiani per distinguere il forestiero, ma per tutti quelli che non comprendono la lingua resiana, considerati anche e soprattutto gli sloveni.
Se sei italiano ma simpatizzante sloveno, questo fatto non ti dà nessun diritto di interessarti del problema di carattere resiano perché noi non abbiamo bisogno di un avvocato per capire ed intendere le nostre certezze e le nostre incertezze. Se le ragioni sono altre, anche questo fatto a te non dovrebbe minimamente interessare, quello che per noi è giusto o sbagliato, operare e convenire, come non sarai tu a darci delle indicazioni per cosa dobbiamo e non possiamo fare.
Al n. 45 che, in un certo senso, rende ragione al n. 43, è meglio non addentrarci nel suo disorganico discorso e stendere sopra un sottile velo pietoso.
Ragazzi, pacatezza e serenità e non agitazione e frenesia per un problema che non sembra vostro.
Sbugan anu lopu stuita, da Franco Tosoni
sono il 43. sbugan a questo sito! Ps. prima di essere sloveno, italiano, turco, ebreo, arabo, resiano, friulano o quant'altro, sono io: fatto di cultura e tradizioni, storia, memorie, dati e fatti che sono solo miei e che soltanto io posso difendere. E perciò, mi danno fastidio tutte le persone che non rispettano sé stesse, che non si valorizzano come dovrebbero, siano resiani in val resia, italiani a capodistria, sloveni a trieste, tedeschi a sauris o quello che volete. il miglior insegnamento, anche per i figli, è l'esempio al di là di mille parole.
RispondiEliminaaddio e stammi bene anche tu! (se pensavi che non lo capissi)
Sul 46 stendiamo un sottile velo pietoso visto che vuole "salvare il resiano" con il solo utilizzo della lingua italiana,il suo obiettivo non è la difesa del resiano ma la difesa dell'italiano,quindi è meglio non addentrarci nel suo disorganico discorso affinchè possa convincersi che l'italiano e il resiano in fondo sono la stessa cosa,magari credendo che sono entrambe appartenenti alla famiglia antico-slava...
RispondiEliminaIl 46 è il classico esempio di resiano italianizzato e ovviamente non sa parlare il resiano se non quelle quattro parole che sanno tutti e così secondo le sue misure anche lui non avrebbe nessun diritto a interessarsi al problema. per questo si porta dietro anche il suo ragionamento contorto sul perchè non si scrive in resiano.
RispondiEliminaLa verità è che il resiano ormai lo parlano in pochi, i genitori e i nonni stanno morendo e fra un paio d'anni non sapremo neanche cos'è la lingua resiana.
la versione resiana sul sito rezija.com c'è,anche se è solamente parziale,ma almeno qualcosa c'è.Non è equiparata purtroppo alle altre versioni e non sempre presente ma è pur sempre qualcosa in più per coloro che vogliono leggere in resiano.Riguardo alla versione grammaticale bisogna precisare che la versione utilizzata non è esattamente corrispondente alla grammatica slovena ma è più in generale molto simile alle grammatiche delle lingue slave occidentali,essendo il resiano sempre e comunque una lingua slava è giusto che si usino alfabeti slavi e non neolatini,anglosassoni ecc. Se si vuole veramente slavare un così bell'idioma arcaico bisogna puntare non solo sulle tradizioni,canti e balli ma soprattutto sulla conoscenza e sulla diffusione della lingua,una lingua sempre e comunque slava che col tempo guardacaso viene sostiutita da un'altra lingua non slava.Una sostituzione già in atto che non fa notizia al contrario della presunta sostituzione potenziale che potrebbe nascere dall'introduzione dello sloveno.Purtroppo tutto questo non viene preso in considerazione e quando si parla di assimilazione alla lingua italiana tutto tace,tenendo conto che è un processo già in corso e potenzialmente irreversibile,mentre quando si parla di una presunta assimilazione allo sloveno,presunta nel senso che non è ancora iniziato e non è detto che accada, ecco che scattano le critiche.Inoltre spesso si utilizzano due pesi e due misure per eventi proporzionalmente inversi.Quando l'italia è "venuta" a Resia non c'era ancora il concetto di stato-nazione,concetto all'epoca sicuramente in gran parte ignorato a favore del benessere economico e dell'integrita sociale della Valle.Mentre ora ad un minimo tentativo,neanche di introduzione ma di contatto con la sfera di tutela slovena sensibile alle problematiche linguistiche,scatta l'avversione causata proprio dal concetto "uno stato-una lingua-una nazione"nel frattempo sviluppatosi in loco.
RispondiEliminaAl commentatore n°51
RispondiEliminaAll’anonimo commentatore 51 che lancia il sasso e nasconde la manina , va chiarito un concetto, comprensibile pure ai pargoli: i cittadini ITALIANI, usano la lingua italiana come “prima”lingua, su tutto il territorio nazionale; essendo la Val Resia e la Slavia Friulana territorio italiano, lì si parla l’italiano. Per quanto riguarda la lingua parlata in queste valli, l’Europa dei popoli si è giustamente dotata di una legge che tutela le “lingue madri”, non la sostituzione di queste ultime con lingue straniere. Ne consegue che in Val Resia ci deve essere una scuola bilingue od anche trilingue che insegni l’italiano (dovuto!), il resiano (tutelato nelle dovute forme) ed una lingua estera alternativa accettata dagli abitanti, utilizzatori di suddetta scuola. Quello che si vuole fare, l’insegnamento dello sloveno ed il resiano, è una forzatura, una prevaricazione ed in ultimo una ingerenza indebita di uno stato straniero in cose che non lo riguardano; da qui la necessità di una legge nazionale italiana (finalmente giusta) che tuteli queste “nostre” insostituibili nicchie etnico-linguistiche in pericolo di estinzione.
Rencic
una volta si parlava tutti in latino....na pisen po tuain ,sak san nash...ne slovegnaz!. al si sastopo, ( ne rasumo) dua pise?
RispondiEliminauna volta tutti parlavano lo slavo in forma arcaica come il latino,ma non significa che i francesi e gli italiani debbano sentirsi lo stesso popolo,anzi! sm zastuopo ker pisces po muoim ;nash al'slovegnaz je enako in je enako dua pisce zatuo,ker smo oba slovegn'zi,ne se skrit zad za ednim prst'm.
RispondiEliminainfatti, se ne ciuiemo slovenzi,se ciuiemo sloveni (infatti non ci sentiamo sloveni, ci sentiamo slavi!)
RispondiEliminainfatti ,slovenzi su tudi sloveni..
RispondiEliminaslovèni so tut rusi!..... Ma mii niesmo rusi....... traduz.: slavi sono pure i russi ma noi non siamo russi!....Potremo magari chiedere la tutela della minoranza russa, come hanno chiesto indebitamente, senza il parere degli interessati, e purtroppo ottenuto da un ottuso governo di sinistra, gli sloveni(slovenci),della loro minoranza nazionale, per il territorio della "slavia" friulana (sigh!)....(non c'è più sordo di chi non vuol sentire, caro utente anonimo filo sloveno); abbi il coraggio di firmarti come faccio io e gli altri e non sparare cazzate stando nascosto all'ombra dell'anonimato.
RispondiEliminaRencic
ce se zastuap'mo,govorimo isti jizik...zakì bit jazni?come spiegare la comprensibilità tra gli"slavi di antico..."e gli sloveni delle zone confinarie?... forse lo sfrenato amore per l'italianità fa cercar mille appigli immaginari,pur di non venr identificati come sloveni?...ci sono troppo poche differenze linguistiche e troppe differenze politico-identitarie(le prove ce le hanno date, Trinko i Podreka,Petricic ecc.)..perchè se non ci sono valide fondamenta,il palco prima o poi crolla...Miro
RispondiEliminaa parte petricic, chiaro comunista filo sovietico, simpatizzante del maresciallo tito,gli altri due che hai citato, chidevano la titela della nostra lingua madre , mai di diventare cittadini sloveni in italia. invece di arrampicarti sugli specchi, chiedi anche tu,se ami la democrazia che i cittadini italiani della slavia friulana possano una volta per tutte, esprimere la loro volontà in merito con una forma di censimento......
RispondiEliminarencic
democrazia significa guida del popolo.ma se il popolo viene influenzato da certe idee,allora anche la forma più democratica di censimento sarebbe fasulla,falsa.Finchè non sarà esaurita la pressione nazionalista,non è possibile alcuna decisione consapevole,perchè tuttora c'è una certa ostilità ideologica provocata dall'illusione del prestigio causato dall'appartenenza nazionale.Il censimento sarà valido quindi,nel momento in cui non ci sarà alcun influenza di nessun tipo,perchè nel momento in cui uno è prevenuto verso "il diverso"allora c'è ancora molta strada da fare. Josip
RispondiEliminamiro..e poi?, josip..e poi? per ora subiamo solo l'influenza e la pressione slovena, che vede il censimento come una catastrofe per le proprie mire espansionistiche; a proposito di "prevenuti verso il diverso, gli sloveni,più che essere prevenuti verso lo "slavo"diverso, intendono cancellarne la millenaria identità,con tutti i mezzi a disposizione, purtroppo la orba politica italiana gliene ha concessi tanti.......
RispondiEliminarenzo onesti- birtig = rencic
http://www.dom.it/fondi-per-gli-sloveni-usati-contro-gli-sloveni/
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RispondiEliminamanca solo che si usa fondi per gli sloveni dalla Slovenia
http://www.novimatajur.it/main.php?page_id=articolo&id=1702
RispondiEliminaperchè, in istria non usano fondi italiani per la minoranza italiana?
RispondiEliminae contiamoli gli sloveni in provincia di udine!!! così possiamo giustamente foraggiarli in proporzione alla loro consistenza.