Probabilmente è in atto da parte dei "filo Sloveni" (nel senso che sono favorevoli che i Resiani vengano "catalogati" come Sloveni), un approcio a coloro che vivono la nostra Vallata in senso stretto. Sappiate che è in arrivo a Resia una Cooperativa Slovena con sede a Cividale, che grazie alla Legge della Minoranza Slovena propone contributi per le attività Agricole. Alcune aziene delle Valli del Natisone hanno aderito, pensate che ha aderito anche una di Moggio Udinese (?).
Per capire meglio eccovi il link del loro sito http://www.kmeckazveza.com/
Nel frattempo vi invito a leggere questo aticolo tratto dal sito Novi Matajur del 18 marzo 2011.
Venerdì 18 a Taipana si è tenuta l’assemblea annuale
KMEČKA ZVEZA, UN IMPEGNO PER TUTTE LE NOSTRE VALLATE
Un centinaio di aderenti, molti progetti, spesso in collaborazione con altre associazioni, un occhio di riguardo per le fonti di energia alternative, molti contatti a livello politico per cercare di migliorare le norme regionali del settore. In pochi anni la Kmečka zveza – Associazione degli agricoltori di Cividale ha raggiunto non pochi risultati, in qualche modo sfatando quel luogo comune secondo il quale l’agricoltura e le attività ad essa correlate nelle zone di montagna – in questo caso le Valli del Natisone e la Val Torre – siano una scommessa persa. La Kmečka zveza di Cividale, anzi, rilancia, come hanno fatto capire nell’assemblea annuale che si è tenuta venerdì 18 marzo nella trattoria ‘Alla posta’ di Taipana, le relazioni del neopresidente Bepo Specogna e del segretario Stefano Predan.
Specogna, che è da poco subentrato a Luca Manig, ha rimarcato il costante incremento dei soci nelle Valli del Natisone, situazione che si dovrebbe estendere anche alle Valli del Torre ed alla Valcanale.
“Siamo ad un bivio fondamentale per la sopravvivenza di queste vallate, non si possono cancellare un territorio e la sua gente, non si può risolvere il problema delle Comunità montane inviando un commissario che si occupa solo dell’ordinaria amministrazione” ha aggiunto Specogna.
Predan ha da parte sua elencato le tante iniziative portate a termine lo scorso anno ed i progetti futuri. Tra i risultati più apprezzabili, il bando per l’agricoltura riferito ai fondi della legge per la minoranza slovena, con una novantina di finanziamenti, la partecipazione alla Festa delle castagne a Lusevera (che verrà riproposta, mentre la Kmečka zveza ha detto addio definitivamente al Burnjak di Tribil), un progetto, frutto della visita del ministro sloveno Židan, grazie al quale le aziende zootecniche potranno vendere direttamente i propri prodotti utilizzando il macello di Tolmino, la collaborazione alla realizzazione del Piano di insediamenti produttivi a Platischis. E ancora un progetto di recupero, assieme all’ambito di Cividale, di persone con problemi di inserimento nel mondo del lavoro, gli incontri con il consigliere regionale Baritussio che ha proposto una legge sul recupero dei terreni agricoli incolti, la partecipazioni a nuovi bandi del Gal ed un progetto di recupero della mela Seuka.
Molte cose compiute o in atto, dunque, alcune riproposte come le visite guidate e la cena sul prato, che si terrà probabilmente in giugno ad Antro, mentre sarà intensificata la collaborazione con le associazioni Srebrna kaplja e Slowfood Cividale.
Proprio le sinergie con enti ed associazioni è, secondo il consigliere regionale Igor Gabrovec, intervenuto durante l’assemblea, uno dei cardini dell’azione della Kmečka zveza, che ha invitato l’associazione a mettersi al lavoro fin da ora per il Piano di sviluppo rurale del 2014. Per quanto riguarda la legge di riordino degli enti montani, Gabrovec ha fatto sapere che si è arenata in commissione e che, tenendo anche conto della discrepanza di vedute tra Pdl e Lega, se ne riparlerà, probabilmente, in autunno.
Il sindaco di Taipana, Elio Berra, ha sottolineato come “senza l’agricoltura la montagna non può esistere”. Luigia Negro, presidente Skgz della provincia di Udine, ha rimarcato come il connubio tra agricoltura e turismo stia incontrando interesse a Resia, in particolare dalla Slovenia, mentre Giorgio Banchig, intervenuto per l’Sso, ha affermato che “gli agricoltori sono gli unici autorizzati a dire qualcosa sul futuro della montagna”. Inviti a continuare sulla strada intrapresa sono arrivati da Edi Bukavec ed Alojz Debellis della Kmečka zveza regionale.
Tratto dal sito http://www.novimatajur.it/main.php?page_id=articolo&id=1462
Certo! Non si può nascondere l'evidenza di quel che è successo nel passato non molto lontano.Ora di quella pressione psicologica rimangono gli effetti su molte persone.Pensiamo con la nostra testa e non con quella degli altri.Le zone montane possone essere valorizzate con l'agricoltura e il turismo(KMECKA ZVEZA),i contributi li rifiutiamo? bene! le scuole rischiano di sparire e l'unico modo per salvarle è sfruttando la legge 38/01 che prevede,tra l'altro l'insegnamento del RESIANO E non dello sloveno,la rifiutiamo? bene! ...Siamo sicuri che il rifiuto di tutto e di tutti sia un affare,o è forse il caso di far buon viso a cattivo gioco e sfruttare i contributi per confermare la Resianità,facendo "finta" di essere d'accordo con tutti?? sventolare la propria appartenenza non ha portato nessun risultato,meditate gente,meditate.
RispondiEliminaCommento 5:
RispondiEliminaMi dica, ma alla scuola Bilingue di San Pietro al Natisone insegnano Lo Sloveno o la parlata locale?
Al Commento 5:
RispondiEliminaForse la domanda è meglio formularla in questo modo:
Alla Scuola Bilingue di San Pietro al Natisone tutte le lezioni ( matematica,giografia,storia,tecnica ecc...) vengono svolte non in Italiano, ma in che Lingua: in Sloveno o nella Parlata Locale?
turan la parlata locale di San Pietro in realtà non si discosta dallo sloveno più di quanto si discostano i dialetti in slovenia.
RispondiEliminapiccolo esempio di come si scosta la parlata locale delle valli del natisone dallo sloveno. pamet: nello slavo delle valli significa mente- memoria, in lingua ceca= memoria , in lingua slovacca= memoria, in serbo ed in croato= mente, in lingua slovena,memoria =spomin..... tra spomin e pamet ce ne passa!
RispondiEliminaCi sono sicuramente delle differenze tra le parlate della Slavia friulana e lo sloveno standard,come del resto tra i dialetti italiani e l'italiano.Anche il Friulano che è una lingua distinta,quasi mai trova scontro con la lingua ufficiale(lasciando da parte ovviamente la lenta assimilazione che si sta diffondendo.)Molti dialetti non hanno nulla a che fare con la lingua italiana se escludiamo il latino diffuso dai romani.Nonostante tutto,il rapporto dialetto-lingua ufficiale non crea grossi problemi.Basta trovare un punto d'incontro per valorizzare sia la lingua che il dialetto.A Resia in particolare è molto sentito questo problema,a causa di tensioni,che dovrebbero evolversi in qualcosa di positivo e costruttivo.Più che di scontro lingua-dialetto forse si dovrebbe parlare di scontro ideologico.Sarebbe interessante sapere fino a che punto è diffusa tra la gente l'ostilità verso un mondo relativamente "lontano",come ad esempio la Slovenia e come sarebbe questa percezione se si iniziasse tutto da zero senza quel bagaglio di luoghi comuni ancora vivi in una parte della popolazione.Alcuni resiani coraggiosamente hanno condiviso l'idea delle radici comuni con gli sloveni,pur conoscendo le diversità reciproche.Inoltre bisogna prendere in considerazione,che molti dalla Slavia si sono trasferiti in pianura e sono immersi in un altro tipo d'ambiente e di mentalità.Da questo nasce l'attaccamento al Friuli,piuttosto che alla parte transfrontaliera di origine.Non dimentichiamo che ognuno di noi ha avuto un antenato morto o nell'esercito italiano,austro-ungarico o iugoslavo o per scelta o per costrizione,resta il fatto che noi siamo noi,cioè non siamo i nostri avi,ma seplicemente loro eredi,spetta a noi il ricordare e tramandare e abbiamo la facoltà di decidere e di cambiare.La tolleranza è forse la parola chiave,assieme al concetto di multiculturalità.
RispondiEliminaquesto arrampicarsi sugli specchi, non porta ad alcun risultato onesto e condiviso. La cosa migliore è seguire la vera volontà degli interessati che si ottiene semplicemente chiedendoglielo, non costruendogli addosso una cittadinanza ed una etnia fasulle a sua insaputa.Tutto il resto sono chiacchiere partigiane e faziose.
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