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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

domenica 18 settembre 2011

FOLKLORE Le tradizioni della Val Resia


La Val Resia, per la sua caratteristica, è una incantevole vallata, incorniciata dalle sue bellissime montagne e dai suoi paesi addossati sui piani. Dal maestoso Canin, una delle montagne più belle delle Alpi Giulie, con a fianco l’imponente Sart, al mitico ed espressivo Musi, unico per le sue forme, per i suoi volti ed i suoi musi, particolarità straordinaria delle Prealpi Giulie. Le altre montagne, non meno appariscenti ma altrettanto interessanti, tutte ricoperte da una folta vegetazione, ma che fanno simbolicamente da corona e da cornice alla stessa Valle. Nel tempo che fu, chi percorreva i sentieri tra queste montagne della nostra Val Resia, poteva sentire questa voce, questo “ijukat”, intenso e vibrante che animava e vivacizzava la nostra vita quotidiana.

Nel Video Donne Resiane di SAN GIORGIO DI RESIA  






Era un richiamo, un segnale, una presenza, questo suono vocale dalla vitalità forte e appassionata, che in quel tempo ravvivava così la vita dei nostri luoghi, deliziosi e piacevoli. Quei sentieri venivano percorsi e attraversati giornalmente dalle nostre madri e dalle nostre nonne, alcune per recarsi in malga, altre allo stavolo, altre invece con la gerla carica di fieno o di legna per incamminarsi verso casa, o da altre ancora per portare le bestie al pascolo. Lungo i sentieri bagnati dai loro sudori, ad ogni pausa, per distendersi e ritemprarsi dalle fatiche e per avere un momento di tregua per rifiatare, “nasce babe ni so ijukale” (le nostre donne vocalizzavano). Lanciavano così questo canto vocalizzato, dal suono vigoroso, intenso, da sentirlo risuonare come un eco sulle pareti delle montagne circostanti ed avvertirlo a fondo valle e tra le mura domestiche dei paesi sparsi nella vallata. Ogni volta che “to sa ijukalu”, (si sentiva questa voce), emessa in un certo punto della montagna, eri sicuro che subito dopo, in risposta, ne sentivi un’altra, magari dalla montagna di fronte, addirittura, in successione, più di una: ni so ijukali, anu ni ijukaio. Questo suono ora si mescolava con il canto del cuculo, ora con il cinguettio degli altri uccelli. Era bello ed armonioso sentire questo suono, se pur modulato dalla fatica che dominava le loro forze, le nostre mamme e le nostre nonne avevano ancora la gioia così di manifestare questa loro libertà, nel percorre questi sentieri, e sentirsi, si con la fatica addosso, ma con la piena consapevolezza della voglia e dal desiderio di librare questo loro grido, grido libero e presente che le accompagnava comunemente nel loro abituale e consueto vivere quotidiano. Anche in occasione della celebrazione di un matrimonio, tra una bicchierata e una cantata, questo “ijukat” era vibrato in aria con forte vivacità nel trasmettere la gioia e l’augurio ai novelli sposi, in prospettiva per una loro prosperosa e feconda vita d’insieme. Questa gioia si manifestava anche in occasione della nascita di un bambino e durante il suo battesimo, per la felicità della mamma, un auspicio e un desiderio per un futuro sereno al bambino, nella consacrazione della sua vita a Dio. Poi nelle fredde serate invernali questa invocazione di gioia di manifestava in molte altre occasioni. In modo particolare durante le feste di carnevale, tra una danza, una pausa ed una cantata, veniva emesso questo vocalizzo, questo “ijukat”, per riprendere ancora con più vigore a danzare il ballo resiano. Tutte manifestazioni dedicate alla vita che rinasceva e dava nuova linfa alla ripresa nella normalità e nelle fatiche quotidiane per la prossima nuova stagione. Mesta e malinconica era invece la voce nell’esprimere il dolore che veniva enunciato in occasione di funesti eventi, purtroppo, della nostra vita. Fra le tante caratteristiche, uniche, che la Val Resia può quindi enumerare: ceppo, lingua, danza, musica, usi e costumi, tradizioni, possiamo includere, senza ombre di dubbio, anche questo segno tangibile della sua tipicità, lo "ijukat". Da un po’ di tempo a questa parte questo suono, questo vocalizzo, non si risente più in modo così abituale e frequente come un tempo, le nostre montagne si sono spopolate ed a lanciare questo timbro di voce, questo effetto acustico, lo si sente solo in rare o rarissime occasioni. Pure il gruppo folkloristico della Val Resia, che nelle sue apparizioni dovrebbe esprimere questa gioia nel corso delle sue esibizioni, non è più capace di farlo e di esprimerlo alla fine di ogni ballo. Le giovani generazioni non sono più in grado di eseguirlo o incapaci di interpretarlo. Con questa mia riflessione e con questa mia testimonianza ho voluto dare un piccolo contributo a ricordo delle nostre donne, un ricordo, direi, nostalgico ma profondo e assoluto, che con i loro canti tanto hanno contribuito a donare questo “ijukat”, con una impronta semplice e concreta nel rendere unica questa esultanza e caratteristica, dando ancora una volta prova che noi, nel nostro piccolo mondo resiano, ma dal forte orgoglio di appartenenza ad un popolo, quello resiano, siamo unici, e lo dico fortemente, anche nello “ijukat”, come per tutte le altre nostre straordinarie particolarità. Anche questa è la Val Resia.
Franco Tosoni San Giorgio di Resia

Tratto dal Messaggero Veneto del 16 settembre 2011

5 commenti :

  1. L'idea di non trovarsi solo in mezzo al bosco rende questo richiamo unico, sicuramente molto ancestrale.

    Altro che la freddezza dei nostri SMS!

    Complimenti alla ragazze per la limpida voce, alla prossima.

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  2. Al commento 2 :

     Più che esagerato direi "esagitato" e privo di un minimo di rispetto.
    L'ignoranza è la notte dell'animo ed è una notte senza luna né stelle.
    Alba Di Lenardo vissach

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  3. come si dice venzone in resiano?

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  4. Dal libro  "Repertorio lessicale Italiano-Resiano" di Sergio Chinese:

    Pusja vas (con accento circonflesso - credo si chiami così, quello a forma di 'v' per intenderci)  sulla 's' e dieresi (i due 'puntini') sulle 'a'.

    Sbuhan
    Selene Dl

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  5. pušja väs... ma quanti usano ancora questo bellissimo nome?..immagino nessuno..è stato completamente soppiantato dalla verione friulana venzon...

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