Tacciono le campane di Uccea, piccolo borgo nel cuore della Val Resia. La struttura del campanile è instabile e servirebbero 18 mila euro per la sua messa in sicurezza. Ma queste risorse, la parrocchia, non ce le ha e le campane, per evitare nuove vibrazioni e scongiurare quindi il rischio di crolli, restano mute. Una situazione che non piace agli abitanti del piccolo borgo: diciassette le persone residenti, numero che si riduce a cinque nella stagione invernale. Non piace nemmeno al parroco di Resia, don Antonio Villa, che però appare fiducioso. «C’è già un progetto per intervenire, ma mancano le risorse. Abbiamo già lanciato un appello, speriamo che le tante persone originarie di Uccea sparse per il Friuli possano aiutarci a risolvere il problema». Per il sindaco di Resia, ciò che sta accadendo è la dimostrazione dell’abbandono progressivo, da parte delle istituzioni, dei piccoli comuni montani. «Si parla tanto di problemi della montagna – afferma Sergio Chinese – e poi non si forniscono i servizi essenziali per far restare la gente. A Uccea si utilizza la scusante dell’esiguità della popolazione per evitare di risistemare le linee dei telefoni fissi e dei cellulari, oltre che il segnale televisivo. Un declino cominciato con l’abbandono del valico di prima categoria».
Tratto dal Messaggero Veneto del 13 settembre 2011
domenica 25 settembre 2011
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