Esplode la protesta sulla tassa inserita dal Governo. Il ministro garantisce: sarà rimodulata. Ma la preoccupazione resta
Imu sui terreni agricoli. Il Governo blocca tutto e assicura di essere pronto a rivedere la norma. Che ha provocato una repentina sommossa tra i comuni d’Italia, in primis quelli friulani, tanto che, come accade poche volte, categorie, enti locali, partiti di ogni schieramento, associazioni di cittadini si sono messe sul piede di guerra per cercare di evitare quello che ritengono un ulteriore odioso balzello beffa.
Ora è tutto rinviato. Stiano tranquilli i migliaia di titolari di terreni agricoli in Friuli, non dovranno pagare nulla entro il 16 dicembre, come stabilito originariamente dal Governo Renzi a fine novembre, nè assalire con telefonate allarmate gli uffici dei tributi dei propri comuni.
Rinviato, non cancellato. Perchè il Governo si è detto pronto a rivedere la tassa, riequilibrarla, rimodulare le esenzioni, ma la tassa ci sarà eccome. È ovvio, la coperta è corta. Lo Stato ha bisogno di soldi, tanti soldi, per far quadrare i conti. E li va a cercare dappertutto, anche dove trovarli è un ginepraio. Per questo i Comuni si sono sentiti presi in giro dal Governo. Il decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 28 novembre e firmato da tre ministri, Alfano (Interno) Padoan (Economia) e politiche agricole (Martina) prevede, infatti, che i Comuni debbano versare allo Stato la parte della tassa che non sono riusciti a riscuotere dai cittadini (IMU Agricolo: Resia 31.422,20 euro).
Insomma, i comuni mandano i bollettini ai proprietari, una parte di questi non paga e l’ente locale deve mettere la differenza. «Una cosa lunare» attacca il sindaco di Buja, uno dei paesi più colpiti in provincia di Udine dal provvedimento con oltre 100 mila euro da dover recuperare.
«Renzi ha dato gli 80 euro - spiega il sindaco Stefano Bergagna - e ora cerca con questi strumenti di riprenderseli: è una cosa inaccettabile. Qui scoppia una rivolta, chi va a dire ai cittadini che devono ancora pagare? Peraltro una tassa che non è prevista nelle delibere dei loco comuni?». Infatti uno dei paradossi di questa storia dell’Imu sui terreni agricoli è anche questo. Spiega Paolo Urbani, sindaco di Gemona: «Il decreto dice che dovremo recuperare sui terreni agricoli 139 mila euro di Imi, ma non sappiamo l’aliquota che dovrà essere predisposta per raggiungere questa cifra. E i miei cittadini potrebbero chiedere conto del perché chiediamo di pagare una tassa comunale che non è prevista nella delibera della giunta comunale, provvedimento che non può essere preso dall’oggi al domani».
Restiamo a Gemona. Sella Sant’Agnese è una località montana sopra la città. Bene, il Comune sta attuando un riordino fondiario in quella zona. Il Friuli è terra d’emigrazione. lassù ci sono proprietà divise in 144 parti, con frazioni riconducibili a persone da anni residenti all’estero. Come fare a recuperare i soldi? Casi simili ci sono in tutti i comuni friulani. «Impossibile - tuona il sindaco di Comeglians, Flavio De Antoni - qui abbiamo tanti proprietari residenti all’estero, non sappiamo come fare».
Il piccolo centro carnico dovrà versare a Roma “solo” 11 mila euro. Ma è uno di quei centri beffati dalla norma. «Il decreto esclude dal pagamento - spiega il primo cittadino - i comuni oltre i 600 metri di quota (e quindi solo Cercivento, Drenchia, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Lauco Ligosullo, Malborghetto, Paularo, Prato Carnico, Ravascletto, Rigolato, Sauris, Tarvisio e Treppo Carnico ndr), ma la sede del mio Comune è a 550 metri di quota. E più in alto sono tutte le frazioni: una beffa».
Da Faedis, Attimis, Povoletto, tra i comuni più colpiti fino a Ovaro («quella tassa è una cosa indegna», tuona il sindaco Mara Beorchia), ieri per tutto il giorno si è sperato almeno in un rinvio, altrimenti far quadrare bilanci che già fanno fatica a stare in piedi sarebbe stato impossibile. E poco prima delle 15 ieri da Montecitorio è arrivata la buona notizia. Almeno parziale.
«Il Governo informa che sta provvedendo a una modifica delle modalità relative all’applicazione del decreto legge 66/2014 relative all’Imu agricola, con l’obiettivo di rinviarne il pagamento stabilito per il 16 dicembre 2014». Parole del settosegretario all’economia Pierpaolo Baretta, che ha risposto così a una serie di interrogazioni parlamentari. Meno rassicurante il ministro Martina che dice: «stiamo lavorando per garantire il miglior equilibrio della tassa». Insomma, l’Imu sui terreni agricoli non si paga. Ma è solo un rinvio.
Nessun commento :
Posta un commento