domenica 30 marzo 2025

Cosa sono gli hotspot linguistici?

"""Le lingue in via di estinzione sono spesso raggruppate in piccole aree geografiche. Queste aree sono Hotspot Linguistici, luoghi con:

Elevata diversità genetica - La maggior parte dei resoconti sulla diversità linguistica guarda solo al numero grezzo di lingue in un'area. Il nostro calcolo della diversità genetica considera anche quante unità genetiche sono rappresentate. Un'unità genetica è un raggruppamento come le lingue romanze (francese, spagnolo, italiano, portoghese, ecc., tutte discendenti dal latino).

Osservando la diversità genetica, troviamo aree che necessitano di uno studio scientifico cruciale. Quando un'intera unità genetica muore, perdiamo molte più informazioni che se perdiamo un ramo di una famiglia ma non i suoi parenti stretti. Ad esempio, se tutti i parlanti portoghese morissero, perderemmo molte informazioni, ma potremmo imparare molto sulla lingua studiando lo spagnolo. Se tutte le lingue romanze scomparissero, però, non saremmo in grado di imparare molto su di esse, anche studiando lingue più lontane come il tedesco.

Alti livelli di pericolo - Il pericolo linguistico non può essere misurato con precisione. Il numero di parlanti non determina necessariamente quanto sia in pericolo una lingua. Se questi parlanti includono bambini piccoli e la lingua è usata in tutti gli aspetti della vita quotidiana, allora alcuni parlanti possono mantenere una lingua. Una lingua con solo parlanti anziani che non è stata trasmessa alle generazioni più giovani può essere in pericolo. Usiamo una scala a cinque stelle per classificare la messa in pericolo. I livelli in questa classifica sono:

domenica 23 marzo 2025

Unione degli Istriani - Resiani

UN GRANDE ABBRACCIO AL POPOLO RESIANO CHE LOTTA CONTRO L’IMPOSIZIONE ALL’APPARTENENZA ALLA MINORANZA SLOVENA IN ITALIA!

Cari Amici,

dopo diversi anni, abbiamo ripreso le relazioni con l’Associazione Identità e Tutela Val Resia, una delle realtà più combattive della splendida valle situata ai piedi del Monte Canin, nelle Prealpi Giulie, che da molti anni lotta strenuamente contro le imposizioni della minoranza slovena che non riconosce la peculiarità linguistica degli abitanti che con lo sloveno, con il culturame sloveno, e con le barbarie commesse da parte slovena durante e dopo il secondo conflitto mondiale non hanno nulla a che fare!

Pochi di voi conoscono questo microcosmo, del quale oltre cinquanta studiosi nel mondo si sono interessati e si occupano tuttora: le varie teorie concordano sul fatto che si tratta di un linguaggio paleoslavo sviluppatosi indipendentemente rispetto agli altri dialetti sloveni. Ma occorre ancora far luce sul mistero della provenienza dei Resiani: c'è chi sostiene che appartengono ad una stirpe slava a sé stante e lo studioso e scrittore resiano Sergio Chinese, un amico dell’Unione degli Istriani, ricorda la leggenda sulla provenienza russa del popolo resiano, radicatasi soprattutto perché "a causa dell'unicità della propria parlata, i Resiani sono sempre stati tenuti a distanza, guardati con sospetto e trattati con diffidenza dalle popolazioni contermini".

Gilberto Barberino, il massimo intellettuale della Val Resia, che abbiamo avuto il piacere di ospitare a Trieste nella sede di Palazzo Tonello, ha ben chiarito la situazione:

"Con la Slovenia non abbiamo nulla in comune ... e nei tanti secoli trascorsi non abbiamo vissuto neanche un attimo di storia insieme, uniti, anzi ci siamo trovati gli uni contro gli altri in diverse occasioni. ... nel 1500, durante la guerra tra Austria e Venezia, gli Sloveni si sono schierati con l'imperatore, mentre i Resiani sono rimasti fedeli alla Serenissima; nella guerra 1915/18 Resiani e Sloveni si sono sparati contro lungo tutta la linea del fronte dal Brennero fino al Carso, i Resiani come fedeli soldati italiani, gli Sloveni come nemici".

E per quanto riguarda la seconda guerra mondiale: "Non possiamo non dire che che ci sono state delle fucilazioni ingiuste e crudeli e che anche Resia ha avuto i suoi infoibati. Non c'è mai stata convivenza, insomma, né qualsivoglia interagire per mezzo del linguaggio. E questo perché l'uno non ha mai capito quello che diceva l'altro".

Il peggioramento della situazione, si è avuto in tempi più recenti anche con una azione di propaganda dei media della minoranza slovena in Italia, dal “Novi Matajur” al “Primorski dnevnik” che svolgono una azione disinformante e falsificatrice della realtà.

Ma, tenacemente, i Resiani continuano a difendere le proprie peculiarità, contro la forzata appartenenza alla minoranza slovena in Italia, che, imposta contro la volontà della popolazione, tende a distruggere, giorno dopo giorno, la millenaria storia di questa comunità.

“Non ci faremo abbagliare da facili promesse di posti di lavoro, o di finanziamenti. No! Perchè noi non ci sentiamo sloveni, non lo siamo mai stati. Nei nostri cuori e nel nostro spirito ci identifichiamo semplicemente come Resiani, con la nostra lingua, la nostra cultura e le nostre tradizioni, e legati all’Italia per la quale abbiamo lealmente versato, nei momenti più difficili, il nostro sangue.”

Forza, Resiani, siamo al vostro fianco contro l’arroganza slovena che ben conosciamo, avendola sperimentata anche noi!

lunedì 10 febbraio 2025

FOIBE - ESODO GIULIANO DALMATA

Il Giorno del ricordo 10 febbraio 2025

Massacri delle foibe e l'esodo Giuliano Dalmata

PER NON DIMENTICARE

Video di Tommaso Cerno Direttore del quotidiano "Il Tempo"

martedì 4 febbraio 2025

Ottant’anni dall’eccidio di Porzûs: nei nuovi documenti le responsabilità del comando della Garibaldi Natisone

La vicenda è stata ricostruita da Tommaso Piffer, storico dell’Università di Udine. Le uccisioni dei partigiani della Osoppo da parte dei Gap comunisti furono il più grande scontro interno al movimento resistenziale

Foto sopra: Il Comando della divisione Garibaldi Natisone con alcuni componenti della missione sovietica e del IX Corpo sloveno (Archivio Osoppo della Resistenza in Friuli- Aorf. Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Udine) Ottant’anni fa, il 7 febbraio del 1945, alle malghe di Porzûs sopra Udine, ebbe luogo il più grave scontro interno al movimento resistenziale. Una spedizione dei GAP comunisti uccise diciotto partigiani della brigata Osoppo: quattro sul posto, gli altri, tra cui Guido, il fratello minore di Pier Paolo Pasolini, nei giorni seguenti, nei pressi di Cividale del Friuli.

A dispetto della sua importanza storica e delle polemiche che ha sollevato, l’eccidio di Porzûs ha tuttavia raccolto un numero limitato di ricerche storiche originali. Se i principali esecutori materiali dell’eccidio vennero subito individuati e condannati, primo fra tutti il comandante della spedizione, il gappista Mario Toffanin, si discute, invece, ancora su chi siano stati i mandanti e ancor più i responsabili politici e morali delle uccisioni.