Sul Messaggero Veneto del 10 marzo 2009 è uscito un articolo a firma di Valente Dino. Leggiamolo insieme.
RESIA
Una minoranza che va tutelata
Abbiamo letto in questi giorni, sulle pagine dì questo giornale, la preoccupazione del sindaco di Resia, Sergio Barbarino, sull'eventuale ridimensionamento e in futuro ,la chiusura delle scuole di Resia se fossero applicate alla lettera le nuove disposizioni del ministero dell'Istruzione, sulla riorganizzazione, dei plessi scolastici, in particolare nelle aree marginali e di montagna. Questo pericolo bisogna evitarlo assolutamente con l'impegno di tutti, amministratori, genitori, associazioni e popolazione tutta, perché la chiusura del complesso scolastico, oltre a essere un grave danno al tessuto sociale resiano, potrebbe
essere il prologo per la chiusura delle poste e l'accorpamento del nostro comune a un comune limitrofo. Questo sarebbe il "de profundis" della nostra comunità, della nostra identità e di tutto quel patrimonio culturale e linguistico che ci appartiene che con orgoglio cerchiamo di mantenere per tramandarlo alle future generazioni. Per salvare le nostre scuole, come lo stesso sindaco Barbarino afferma, bisogna puntare sulla nostra identità culturale. Ora in applicazione di leggi nazionali e regionali e in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione italiana che dice "La Repubblica italiana, con apposite norme tutela le minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio nazionale"', noi a livello istituzionale siamo riconosciuti come minoranza linguistica. Questo vuoi dire che lo Stato italiano , la Regione Friuli - Venezia Giulia con apposite leggi permettono che una comunità linguistica minoritaria debba vivere sul proprio territorio per' poter mantenere tutte quelle particolarità culturali che sono un valore aggiunto per la comùnità e una ricchezza per la regione e per il Paese.
Per fare ciò bisogna favorire la crescita economica della comunità con la creazione di posti di lavoro in loco. mantenere le scuole per insegnare la storia, la lingua e la cultura locale e finanziare le associazioni che con le loro attività in campo sociale, culturale e sportivo , mantengono vive le tradizioni e le usanze che sono specifiche di una minoranza.
Una minoranza la si tutela se le si permette di vivere e di svilupparsi in campo sociale, economico e culturale sul suo territorio di appartenenza . Ed e in questo contesto legislativo e istituzionale che noi dobbiamo chiedere e ottenere il mantenimento delle scuole di Resia, anche se sono sottodimensionate rispetto al quadro normativo nazionale.
Questo per evitare disagi agli alunni e alle loro famiglie che un eventuale trasferimento a Moggio Udinese comporterebbe, per evitare. la perdita di posti di lavoro e la possibilità, in futuro, di avere insegnanti di madrelingua resiana che insegnano nelle nostre scuole. Questo è possibile evitarlo perché siamo riconosciuti come una minoranza linguistica. Ed .è proprio in questi momenti che si capisce quanto sia stato importante e fondamentale aver richisto che le leggi sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche fossero applicate anche a Resia.
Bisognerebbe avere il coraggio di riconoscere che la scelta di allora fu coraggiosa utile e indispensabile per il futuro della nostra comunità. senza queste leggi, oggi, non staremmo qui a discutere sul mantenimento delle scuole a Resia, esse sarebbero già state chiuse da tempo.
Un amministratore deve avere il coraggio delle scelte e essere lungimirante nelle vedute, perché il futuro lo si costruisce con scelte coraggiose, ma ponderate. Io non voglio essere polemico, perché non è il momento adatto e anche perché il tempo è galantuomo, ma certe carnevalate, fatte fuori stagione, organizzate da qualcuna per tornaconti personali ed elettoralistici, potevano essere evitate, perchè hanno solo prodotto confusione e disinformazione nella popolazione, mentre sarebbe stati più opportuno discutere intelligentemente su come applicare correttamente queste leggi alla nostra particolare realtà culturale. Ma quello che oggi è più importante è riconoscere la validità e l'importanza di queste leggi, farle applicare, per mantenere le nostre scuole e un tessuto culturale, sociale ed economico in Valle e affermare la nostra identità con i fatti e non solo a parole.
Dino Valente - Resia
C'è un pò di confusione in ciò che scrive il signor Dino Valente, Anche perchè bisogna ricordare che coloro che fecero richiesta di adesione alla Minoranza Slovena, erano dei Consiglieri Comunali, tra cui il prossimo candidato Sindaco di sinistra Madotto Nevio, che non si presero la briga di informare e chiedere un parere alla popolazione, ma bensì il contrario. Il Resiano non è riconosciuto signor Dino Valente. Ma la legge che viene oggi applicata a Resia, non difende la nostra realtà culturale e linguistica, ma bensi impone quella Slovena. Un giorno, se non si interviene immediatamente, nelle nostre scuole si insegnerà la lingua Slovena, e non come Lingua straniera. Si insegnerà la storia e la cultura Slovena e non Resiana. E le insegnanti dovranno essere di madre Lingua Slovena e non Resiana. Senza dimenticare che la Legge impone la presenza in Comune, oltre alla bandiera Italiana, della Regione ed Europea, anche quella dello Stato di riferimento della Minoranza presente nel Comune di Resia. Quindi SLOVENA.
ma che belle parole signor Dino, dette da uno che è stato eletto e si è dimesso, fregandosene di occuparsi della gestione amministrativa del comune è davvero singolare, o forse no, visto che le elzioni si avvicinano farsi sentire adesso non è un caso
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