TEMPO AL TEMPO
Oggi sul Novi Matajur leggo:
A proposito di fondi regionali e dialetti
GIUSTO PRIVILEGIARE LA SCUOLA ED I RAGAZZI
Centomila euro per la promozione delle varietà linguistiche presenti nella fascia confinaria della provincia di Udine, deliberati dalla Giunta regionale Tondo, non sono poca cosa e se ben finalizzati consentono di realizzare diversi buoni progetti. La base giuridica, come sappiamo, è la legge regionale di tutela della minoranza slovena a dimostrazione che si tratta di uno strumento flessibile e capace di adattarsi alle diverse realtà locali, come in questo caso. La posta in gioco è molto alta ed è importante che i progetti siano di qualità, se aspiriamo a dare continuità alle iniziative ed evitare che questo sia solo un intervento una tantum.
È da considerare senz’altro positivo il fatto che una bella fetta dei finanziamenti sia destinata alle iniziative nelle scuole e per le scuole. Chi considera la nostra ricchezza dialettale un patrimonio vivo, da preservare e promuovere, sa che la scommessa oggi è trasmetterlo ai bambini ed ai ragazzi. Lavorare con i più piccoli è una grande responsabilità e richiede le necessarie competenze scientifiche e metodologiche, come ben sa chi lavora nella scuola. Soprattutto per gli interventi dall’esterno, deve essere evitato a tutti i costi l’approccio ideologico e sposato invece il metodo scientifico. L’insegnamento del resiano a scuola, per esempio, va finalizzato all’uso del resiano tra i ragazzi. Se l’intento è invece dimostrare che il resiano non è uno dei dialetti sloveni, siamo sulla strada sbagliata. È importante che chi ha compiti di vigilanza li eserciti.
Nella distribuzione delle risorse balza agli occhi il grande riguardo riservato al resiano e la scarsissima attenzione per il dialetto sloveno del Torre, dove non sono state proposte iniziative specifiche per i ragazzi.
Anche il finanziamento messo a disposizione per la Val Resia è considerevole, ammontando al 35% dell’intero intervento. Sarebbe odioso pensare che ci siano gerarchie e giudizi di valore sui dialetti. Dal punto di vista linguistico e storico quello del Torre non ha nulla da invidiare agli altri. Semmai è tra tutti, quello più intaccato e minacciato dall'assimilazione e quindi meritevole di cure particolari. Sarebbe antipatico inoltre pensare che i resiani siano stati premiati per le manifestazioni inscenate davanti alla regione a Trieste quando era in discussione la legge, e per converso siano stati invece penalizzati gli altri che hanno ritenuto che fossero a parlare i dati storici e culturali, oltre all’attività sviluppata dalle associazioni culturali nei decenni scorsi. Se quindi per il futuro andrebbe riequilibrato il riparto a vantaggio della Val Torre in particolare, intanto va sottolineata la bella occasione che ha il Comune di Resia per impostare una seria politica linguistica del resiano e in resiano. Senza timore di sembrare paternalisti, noi ci sentiamo di consigliare a quegli amministratori di farsi aiutare dagli esperti e di rivolgersi all’università di Udine o Padova.
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Ma cari Amici Sloveni Mi permetto di ricordare che la proposta di Legge originale che Voi volevate imporre al Popolo Resiano, insieme al Consiglio Regionale di centro sinistra guidato da Riccardo Illy, era tutta un'altra cosa. Non veniva menzionato il RESIANO, ne le altre parlate della Val del Torre, ne quella delle Valli del Natisone. Bisogna ringraziare le tantissime persone (la gran parte RESIANI), che sono intervenuti, protestando, contro quella che tutti consideravano e considerano una Legge truffa. Solo loro sono i veri artefici del riconoscimento, per il mometo parziale, delle nostre Lingue. Voi non avete mosso un dito a nostro favore. E adesso cosa leggono i miei occhi? Centomila euro per la promozione delle varietà linguistiche presenti nella fascia confinaria della provincia di Udine, deliberati dalla Giunta regionale Tondo, non sono poca cosa e se ben finalizzati consentono di realizzare diversi buoni progetti. La base giuridica, come sappiamo, è la legge regionale di tutela della minoranza slovena a dimostrazione che si tratta di uno strumento flessibile e capace di adattarsi alle diverse realtà locali, come in questo caso.
Poi scrivete: L’insegnamento del resiano a scuola, per esempio, va finalizzato all’uso del resiano tra i ragazzi. Se l’intento è invece dimostrare che il resiano non è uno dei dialetti sloveni, siamo sulla strada sbagliata. È importante che chi ha compiti di vigilanza li eserciti. Cosa volete intendere con l'ultima frase?
Sappiate comunque che Noi un giorno usciremo da questa Legge, che non è la NOSTRA LEGGE E con pazienza, e sempre con fare democratico, otterremo quello che ci spetta. Una legge che riconosca la nostra Lingua, la nostra musica (zitera), la nostra cultura e le nostre tradizioni.
Perchè Noi non siamo Sloveni.
Grazie Franco per il tuo commento, per il lavoro e tutto il resto.
RispondiEliminaLa Comunità dei resiani resisenti nel Granducato del Lussemburgo