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sabato 17 luglio 2010

VALLI DEL NATISONE: LA "PATACCA"?

SCUOLA BILINGUE A SAN PIETRO AL NATISONE: Dove sono gli Sloveni della Provincia di Udine?


Si potrebbe iniziare a discutere su questa benedetta Scuola Bilingue, che i Media Sloveni fanno passare come un fiore all'occhiello delle Comunità Slovena delle Valli del Natisone. Ma dopo aver letto attentamente la lettera pubblicata sul Messaggero Veneto il 13 luglio 2010, mi sono chiesto:


Ma gli alunni della Scuola sono Sloveni SI o NO?


I genitori perchè mandano i loro figli in questa scuola?


Naturalmente ho già una risposta a questi quisiti e non solo. Vi invito a leggere la lettera scritta da un genitore di due alunni della scuola presa in esame, dal titolo


Serve un po’ di razionalità


Un po’ di razionalità. Nella storia a volte capita che, imbattendosi in un piccolo particolare in apparenza insignificante, venga alla luce un complesso e insospettato mondo sepolto od occultato. La vicenda della scuola bilingue di San Pietro al Natisone è a mio avviso una di queste “scoperte”. L’evento scatenante è stata l’ordinanza di sgombero dell’edificio di viale Azzida decisa dal sindaco: in sé un’impellenza amministrativa che, fuori da uno stato di calamità, non rappresenta di certo un ostacolo insuperabile. La scoperta è stata un mondo di rancori, gelosie, invidia e bassa politica. In quanto genitore di due bambini iscritti alla scuola bilingue, ma che come molti altri poco ha a che fare con la minoranza slovena, non avevo mai potuto tastare con mano la ribollente situazione delle Valli del Natisone. Per questo parlo di scoperta, che chiaramente per chi vive in quei luoghi scoperta non è. Già altri genitori prima di me hanno ricordato che la scelta della scuola bilingue è stata effettuata in base a programmi e offerta formativa, ma non è tutto. Sembra ci si dimentichi che la nostra regione confina con due Stati o meglio nazioni, ambedue appartenenti alla Comunità europea. La Slovenia, in particolare, è a 200 metri in linea d’aria da casa mia. Personalmente trovo logico e anche saggio che i miei ragazzi conoscano e possano usare in modo efficace la lingua dei miei vicini, e in questo non vedo alcuna limitazione della mia italianità. Una scelta quindi essenzialmente “europea”, con la speranza di contribuire alla formazione di cittadini “europei” oltre che italiani. Questa mia lettera inizia però con una richiesta di razionalità. Lo scrivo poiché se c’è un punto che nessuno ha potuto contestare fino a oggi è il fatto che la proposta avanzata dal Comitato dei genitori sia la più razionale e, guarda caso, anche la più economica. Su questo il Comitato ha avuto un’esplicita approvazione del prefetto e di consiglieri regionali, ma infine anche il sindaco Manzini ha dovuto ammetterlo, e nessuno dei detrattori ha finora dimostrato, conti alla mano, il contrario. La proposta consegnata al sindaco non ha richiesto nessuno sgombero di altre scuole, ma soltanto un razionale utilizzo delle strutture esistenti con l’intento di evitare lo sperpero di denaro pubblico in trasporti, mense, personale ausiliario aggiuntivo. Purtroppo questa proposta non riesce ad accontentare tutti, e in particolare modo non soddisfa coloro che sperano di trarre dei vantaggi politici dalle disavventure altrui. A oggi non mi risulta che ci sia stata alcuna proposta politica che guardi oltre il proprio cortile, e riesca a valutare le contingenze e le opportunità che probabilmente la comunità di San Pietro dovrà affrontare entro pochi anni. Si prevede la ristrutturazione dello stabile di viale Azzida, ma quando questa sarà terminata probabilmente il complesso delle ex Magistrali sarà semi-deserto, e non perché “sfrattato” dalla bilingue, ma perché questi sembrano essere i piani della Provincia di Udine, e anche gli ospiti della contesa Casa dello studente potrebbero essere riuniti ai loro compagni a Cividale. Solo riguardo a quest’ultimo punto va ricordato che per ospitare 25 ragazzi è tenuta attiva, e quindi riscaldata, pulita, sorvegliata l’intera struttura, con personale, cuochi, educatori nonché una corriera per spostarli da Cividale a San Pietro. Realmente si pensa che questa sia la soluzione più razionale ed economica? I segnali che giungono dalla Provincia e dal Comune attualmente ci indicano che piuttosto che dare una sistemazione, che oggettivamente sarebbe migliorativa per l’Istituto bilingue, si preferisce sprecare centinaia di migliaia di euro. E accontentare la vera minoranza, cioè quella degli interessi privati di pochi cittadini antieuropei propensi a restaurare una condizione che era a loro favorevole. Vorrei infine ricordare al signor Onesti, autore dell’intervento del 6 luglio scorso, che nella lingua italiana esiste una grande differenza tra “arroganza” e “fermezza”. Il Comitato dei genitori ha scelto la seconda.


Mauro Fain Prepotto


Tratto dal Messaggero Veneto del 13 luglio 2010

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