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mercoledì 14 luglio 2010

Folkest porta il violino a Resia

Dopo il successo del 2009 anche quest’anno Folkest, il più importante folk festival del Mediterraneo, ha pensato di dedicare un’intera giornata di riflessione e divertimento a uno degli strumenti musicali che più colpiscono l'immaginario collettivo: il violino. Anche l’incantevole scenario che fa da cornice rimane lo stesso dello scorso anno: Resia, una valle nella quale la musica è un soffio vitale, indissolubilmente legata ancor oggi alla cultura di un popolo, simbolo stesso di quel piccolo popolo che coraggiosamente resiste all’avanzata della normalizzazione. L’appuntamento è per questa sera ( 11 luglio 2010 ) alle 17 all’osteria Alla Speranza di San Girgio di Resia. In questo raro contesto di sopravvivenza di riti e miti ancestrali, con il suonatore ancora nel suo ruolo sciamanico di collante della società, la comunità resiana negli ultimi anni s’interroga e studia, cerca strade per un futuro che la faccia sopravvivere in primis alla contrazione demografica della stessa valle. Nuovi studi sono stati fatti nel campo dell’organologia e si sta lavorando alla costruzione di violini opportunamente modificati, in grado di resistere alla tensione straordinaria delle corde che abitualmente i suonatori usano. Ma se la storia è maestra di vita, non poteva mancare anche una riflessione sugli strumenti antichi presenti ancora in valle, sopravvissuti all’uso e all’abuso e anche a un devastante terremoto. Così all’antica osteria Alla speranza, uno dei locali storici del Friuli, e autentico cuore da sempre del carnevale resiano, che già conserva numerosi e significativi cimeli, prenderà vita un’esposizione degli strumenti di maggior valore presenti in valle e soprattutto di quelli appartenti ai grandi suonatori del passato, nomi ormai mitici, passati nell’immaginario collettivo di intere generazioni di resiani. La tradizione non ha bisogno di essere difesa, ma aiutata a trovare nuove strade sì e, come già abbiamo accennato, non vi è migliore opportunità che sapere da dove si viene per capire dove possiamo andare.


Tratto dal Messaggero Veneto del 11 luglio 2010

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