Il futuro dell’ente è più che mai incerto dopo i pesanti dello Stato agli enti locali. Il direttore Santi: non si perdono solo posti di lavoro, ma salta un intero sistema.
La crisi economica ha messo in funzione la scure dei tagli per ridurre le spese degli enti locali. E gli effetti potrebbero essere devastanti per strutture gradualmente cresciute con ruolo insostituibile per la difesa del territorio e che hanno raggiunto, nella proposizione dei pregiati ambienti naturali, anche livelli di servizio ottimali, come nel caso del Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie. Ma per questo ente, nella casella del bilancio 2013 della Regione proposto dalla giunta sono previsti zero euro di finanziamento, contro i 900 mila assegnati per quest’anno (l'anno prima il contributo era stato di 780 mila, ma in precedenza la cifra si aggirava sul milione). Ed è evidente che, senza il sostegno della Regione, tutta l'attività e l’intera struttura è a rischio.
Il parco, istituito nel 1996, si estende su poco meno di 100 km quadrati, compresi nel territorio dei Comuni di Chiusaforte, Lusevera, Moggio, Resia, Resiutta e Venzone. Include le parti più elevate delle catene del Monte Plauris (958 metri), dei Monti Musi (1869) e del Monte Canin (2587), scendendo di quota solo in corrispondenza della frazione di Povici a Resiutta, e nella valle del torrente Mea a Lusevera. Inoltre, la specificità della zona è determinata dal contatto di tre aree biogeografiche diverse - mediterranea, illirica ed alpina - che concorrono a determinare una straordinaria biodiversità. Ed è ovvio che un tesoro naturale di questo valore sia anche un volano per l’economia di una area fra le più povere del Friuli. Attualmente – spiega il direttore Stefano Santi - dà lavoro a 5 dipendenti e a 5 collaboratori esterni, nonché a diversi professionisti incaricati di volta in volta per attività specifica. Ma va anche ricordato che l'attività dell’Ente Parco è ampia, visto che si occupa anche della gestione della riserva della val Alba, in Comune di Moggio.
Assicura, inoltre, importanti servizi, come la manutenzione dei sentieri e delle casere, le attività naturalistiche, i censimenti faunistici, le attività didattiche e la promozione delle produzioni tipiche, come l’aglio di Resia, il brovedar di Moggio e la zucca di Venzone. Indubbiamente, è un’attività che non può essere compromessa, pena la recessione dell'intera area, che con il Parco delle Prealpi Giulie ha raggiunto buoni livelli di attrazione turistica. Per questo il presidente Stefano Di Bernardo ha intrapreso un’opera di sensibilizzazione verso gli organismi politici e i consiglieri regionali della zona al fine di ottenere il sostegno economico e scongiurare il fermo dell’attività con la perdita dei posti di lavoro.
Tratto dal Messaggero Veneto del 22 novembre 2012
Tratto dal Messaggero Veneto del 22 novembre 2012
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