Proseguo
e ripeto il mio
appello a tutti i resiani, residenti ed emigranti, di continuare a produrre le
proprie testimonianze e le proprie rimostranze al fatto che Resia sta subendo i
residui di quel disegno iniziale annessionistico territoriale che era della
Jugoslavia di Tito. Quei residui tendenti oggi, non più sul piano territoriale,
ma su quello storico-culturale-linguistico.
Da
qualche mese era stata fondata a Resia una nuova Associazione, resa necessaria
per difendere e garantire l’identità della lingua resiana, i suoi usi e costumi
e le sue tradizioni. Fra le sue prime uscite ufficiali c’era stata anche quella
relativa all’audizione in programma a Trieste davanti alla VI Commissione del
Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. La Commissione, entro la metà del
mese di giugno 2007, avrebbe licenziato il disegno di legge n. 205 attinente la
tutela della minoranza linguistica slovena nelle provincie di Trieste, Gorizia e
Udine. L’Associazione Identità e Tutela Val Resia si impegnava a ribadire,
davanti alla Commissione, la diversità che contraddistingue la situazione
resiana dal contesto riguardante gli sloveni del Carso Triestino e quello
Goriziano. In più c’era da evidenziare i contributi messi a disposizione dallo
Stato Italiano da distribuire nei comuni inclusi nella legge n.308/01 che
andavano gestiti e distribuiti
secondo le disposizioni dell’attuale progetto di legge nº 205 da due
organizzazioni: la Slovenska Kulturno - Gospodarska Zveza e la Svet Slovenskih
Organizacij, riconosciute come organismi di riferimento della minoranza
linguistica slovena. Questo era quanto aveva puntualizzato, con sua lettera al
Messaggero Veneto e pubblicata il 18 maggio 2007, Identità e Tutela Val Resia,
senza fine e scopi lucrosi come invece aveva riportato in una lettera, sempre al
Messaggero Veneto, e pubblicata il 26 maggio 2007 a firma di Dino Valente –
Oseacco di Resia. In quella lettera il Valente, fra l’altro, ribadiva che
Identità e Tutela Val Resia: “fosse nato per tutelare la resianità della
valle e il resiano, invece scopriamo che vogliono andare a Trieste perché sono
interessati ai 60 milioni di euro”..
In questa lettera devo, quindi, pensare, in modo negativo, per quanto
concerne le supposizioni a riguardo degli interessi economici, al contrario,
l’importanza della nascita di questa Associazione, del suo scopo
e
alla sua identità socioculturale. Certamente già dalla sua fondazione, erano
passati solo alcuni mesi, evidentemente Identità e Tutela Val Resia già
cominciava a creare qualche malessere a quelle persone che, la realtà resiana,
la vedeva, la pensava e la viveva in un modo totalmente
diverso.
Per
mettere a confronto queste due lettere, con interpretazioni ed esposizioni
diverse, io le ripropongo all’attenzione del lettore, così da evidenziare, a
distanza di cinque anni, le loro diversità, nel metodo e nella sostanza.
Franco
Tosoni
-
18 maggio 2007 - Messaggero Veneto - L'identità
della Val Resia - Identità
e Tutela Val Resia si sta preparando per l’audizione che si svolgerà a Trieste
davanti alla VI commissione del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
Tale commissione entro la metà di giugno dovrà licenziare il disegno di legge nº
205 riguardante la tutela della minoranza linguistica slovena nelle province di
Trieste, Gorizia e Udine. Siamo impegnati non solo a raccogliere documenti
ufficiali che attestano il percorso storico di Resia scevro da legami con
l’attuale Slovenia o ex Jugoslavia, ma soprattutto a dimostrare, con scritti
autorevoli di linguisti usciti in tempi non sospetti, che il resiano è una
lingua di antico ceppo slavo parlata da una comunità che nei secoli si è
completamente inserita nella vita del territorio a cui apparteneva. Va ribadito
altresì che questa comunità, come quelle della fascia confinaria della provincia
di Udine, non costituisce una minoranza nazionale slovena, come invece lo sono
gli sloveni del Carso triestino e del Goriziano in quanto separati dalla nazione
slovena per effetto del Trattato di Rapallo, con il quale vennero definiti i
confini orientali del Regno d’Italia, nel 1920. A tal proposito sarà arduo
convincere i componenti la sesta commissione perché gli interessi in gioco non
sono solo politici, ma soprattutto di carattere economico, visto che ci sono
sessanta milioni di euro da distribuire nei comuni, compresi nella fascia
confinaria con la Slovenia e inclusi nella legge nazionale nº 38/01 concernente
la tutela della minoranza linguistica slovena. Questi sessanta milioni di euro
di contributi, messi a disposizione dallo Stato italiano, verranno però gestiti
e distribuiti secondo le disposizioni dell’attuale progetto di legge nº 205 da
due organizzazioni: la Slovenska Kulturno - Gospodarska Zveza e la Svet
Slovenskih Organizacij, riconosciute come organismi di riferimento della
minoranza linguistica slovena. L’associazione Identità e tutela Val Resia
chiederà dunque in commissione che al resiano sia data pari dignità e che i
fondi, già previsti, le vengano comunque assegnati così come avviene per le
altre realtà linguistiche storiche e minoritarie italiane: i Mòcheni, i Cimbri,
i Ladini, gli Albanesi , i Croati, i Catalani, i Timavesi, i Saurani etc,
riconosciuti autonomi. Il disegno di legge nº 205 è un inno alla slovenità,
nella quale noi non ci riconosciamo; è un grande regalo che lo Stato italiano
concede alla minoranza slovena che, nel territorio delle Valli del Natisone, del
Torre e della Val Resia, è talmente esigua da non giustificare l’adozione di
tali misure di protezione. (Identità e tutela - Val Resia)
-
26 maggio 2007 - Messaggero Veneto - Legge
di tutela e finanziamenti - Abbiamo
letto di recente sul Messaggero Veneto che ‘associazione Identità e tutela Val
Resia si sta preparando ad andare a Trieste, per l’audizione davanti alla VI
Commissione del consiglio regionale che discuterà sul disegno di legge numero
205 riguardante La tutela della minoranza linguistica slovena in Friuli Venezia
Giulia. Abbiamo capito che la visita a Trieste per Identità e tutela Val Resia
viene intesa come una gita turistica, considerato, a detta di loro, che sarà
arduo che le loro istanze vengano accolte. Se le cose stanno così, o uno va a
Trieste con argomenti e suggerimenti credibili e realistici, consapevole che, se
è così, il legislatore sarà attento e disponibile a recepire migliorie al testo
di legge, oppure è meglio stare in casa per non incorrere in sgradevoli
figuracce che potrebbero nuocere all’intera comunità resiana. Si pensava che
questo comitato, anche se aspetta ancora documenti ufficiali e pareri autorevoli
di linguisti che attestino la nostra particolarità, fosse nato per tutelare la
resianità della valle e il resiano, invece scopriamo che vogliono andare a
Trieste perché sono interessati ai 60 milioni di euro di cui l’area confinaria
beneficerà da questa legge. Non ci sorprende visti i precedenti con la legge
38/01, quello che stupisce è che ripetono sempre che le leggi di tutela sono
nefaste per la nostra comunità e che non bisogna vendersi per un piatto di
lenticchie. Parlano bene e poi razzolano male. Fa piacere che abbiano finalmente
capito la differenza tra una minoranza nazionale e una minoranza linguistica e
che la nostra valle ha avuto nei secoli passati percorsi storici diversi, dalle
altre aree confinarie di Gorizia e Trieste. Meglio capirlo tardi che mai. Hanno
anche dimostrato di essere ottimi acrobati, perché fino a poco tempo fa a Resia
non cerano sloveni, ora sostengono che c’è una esigua rappresentanza, non
vorremmo ritrovarci fra un anno tutti sloveni. Come mai questa ambiguità? Il
richiamo dei soldi è sempre molto convincente. In secondo luogo, dobbiamo
considerare che questa associazione, nata appena cinque mesi fa per tutelare la
nostra identità (ma il vero obiettivo è quello di prepararsi alle prossime
elezioni comunali), è stata accolta in valle con molto scetticismo. Uno, perché
composta da gente che abita fuori valle e, due, perché per avere visibilità in
questi mesi hanno usato l’arma della sensibilità che i resiani hanno nei
confronti della loro storia e della loro cultura, paventandone la scomparsa a
causa di queste leggi di tutela, cose completamente false, ma che sono state
riproposte come quattro anni fa. Ma la gente la puoi prendere in giro una volta
sola, come è stata presa nel 2003. La seconda volta invece la gente dubiterà,
come sta facendo nei confronti di questa nuova associazione che ha un’identità
ambigua, ma degli obiettivi elettorali e propagandistici molto chiari. (Dino
Valente - Oseacco di Resia)
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