Giù le mani dal torrente Resia, la Regione lo tuteli: il comitato spontaneo “No centralina idroelettrica Resia 2 Ponte Rop” (sorto nel 2009 per bloccare la realizzazione di una centralina, vi riuscì) difende ora il suo territorio contro ben 5 richieste di derivazioni d'acqua a fini idroelettrici, tutte sul torrente Resia.
Di esse una è su iniziativa del Comune (in località Coritis), una del Cosint(pure a Coritis) e tre di imprese private (una di Padova a Coritis, una di Gemona a Tanaraune-Zamlin e una di Udine a Ponte Rop). La petizione contro di esse ha già raccolto mille firme, tra la comunità di Resia e residenti in Fvg. Sono giunte, inoltre, da varie parti d'Italia e dal mondo della pesca sportiva moltissime lettere a sostegno di questa battaglia. La petizione chiede alla Regione di esprimere parere negativo sulle richieste di derivazione idroelettrica e di individuare un elenco di torrenti, tra cui il Resia e l'Arzino, che, per il contesto naturale e paesaggistico, vanno esclusi da qualsiasi ipotesi di sfruttamento idroelettrico.
Vi si sottolineano la grande particolarità del Resia, il suo pregio naturale, si rilevano importanti criticità nei progetti presentati da Comune e Cosint specie sulla stabilità geologica dell'area, si obbietta a quello presentato dalla società di Padova di non considerare la carenza d'acqua in loco, mentre gli altri due riguardano uno dei più bei tratti del Resia. Il timore, spiega il Comitato (salviamoilresia@libero.it), è che accada in Val Resia quanto avvenuto in Val Raccolana o in Carnia, oltretutto senza reali ritorni economici a favore della realtà locale impegnata da tempo in progetti di valorizzazione ambientale e turistica che verrebbero così danneggiati.
Al Comune si chiede di revocare eventuali decisioni già assunte, di dare parere negativo ai progetti e di coinvolgere la popolazione su tali scelte. Il Comitato suggerisce al Comune, se cerca introiti, invece che puntare a 60-70 mila euro l'anno realizzando un'opera di 2 milioni e 800 mila euro in un sito insicuro, di considerare piuttosto la centrale sul rio Barman, oggi del Cosint (che ha riattivato nel 2007 la centrale messa in funzione negli anni '20 e in disuso dopo il 1976): frutta l'anno un milione e 300 mila euro, di cui solo 400 mila arrivano al Comune. «É questa la nostra cassaforte - dice il Comitato - Cerchiamo di ricomprare quell'impianto dal Cosint: il suo valore nel 2007 era stato valutato in quasi 5 milioni di euro. Non vogliamo diventare una valle di centraline a cascata.».
Tratto dal MESSAGGERO VENETO del 23 marzo 2014
In alto le mani dal torrente Resia
RispondiEliminaA chi serve e per quale causa si arriva a manifestare un così forte interessamento per il torrente Resia? Se altrettanto dinamismo e sollecitudine, come è stato intrapreso da questo “Comitato spontaneo” con la dichiarazione -“Giù le mani dal torrente Resia”-, ci fosse stata, con la stessa quantità, energia e premura anche su questo altro tema - “Giù le mani dalla lingua resiana e della sua cultura”, avrei apprezzato la bontà e la buona volontà da parte di questi volenterosi assertori delle bellezze naturali della Val Resia, fra queste, appunto, il torrente Resia. Ma a Resia non esiste solo il torrente Resia, c’è la lingua da salvare e salvaguardare, gli usi e costumi, la danza, la musica, le canzoni e quant’altro fa parte del nostro patrimonio, non soltanto naturale, ma anche culturale. Queste sono le nostre ricchezze che abbiamo ereditato e che sono il vanto del nostro bagaglio culturale, ma che in tanti cercano di impossessarsi e di farle passare come loro cultura, senza pudore e vergogna. Le acque del torrente Resia invece scorrono placide e continueranno a scorrere così all’infinito, sono un dono della natura e come tale sono soggette ad essere sfruttate, a fin di bene. In tempi non tanto lontani sono state, a mio modesto ricordo, impiegate per far funzionare due molini ed una segheria, che adesso non ci sono più. Fin qui tutto tranquillo, a quel tempo nessuno, penso, aveva espresso alcuna protesta, tanto meno aveva gridato alla vergogna ed alla disonestà.