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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 2 febbraio 2019

PRE MENI SIMBOLO DEL FRIULI

Lettera di Lidio Buttolo a “Noterelle del nostro tempo” di Sergio Gervasutti

Mi pare di averla intravista, egregio dottor Gervasutti, il giorno sabato 12 gennaio a Majano in occasione della cerimonia per l’intitolazione della biblioteca comunale a pre Meni Zannier (mio fraterno amico nonché coetaneo); una cerimonia più che dovuta e molto partecipata, giustamente meritata da quello che è stato il più grande poeta friulano.
Lei ha anche partecipato anni fa (io c’ero con pre Meni) a una cerimonia nell’alto Cividalese, vicino alla casa di Mario Ruttar, per lo scoprimento di una significativa icona.
Queste premesse sono per evidenziare come pre Meni, parroco di Lusevera dal 1960 al 1972, sia stato tanto benvoluto nella mia natia Alta Val Torre; ha imparato subito il nostro peculiare dialetto “po-nasin” e l’ha difeso strenuamente (conosceva bene lo sloveno) anche sulla stampa contro chi voleva slovenizzarci e affibbiarci la nomea come gente della minoranza slovena.
Noi friulani dell’alto Torre con pre Meni abbiamo perso oltre che un friulanista di immensa caratura, uno strenuo difensore della peculiarità dialettale locale nemmeno minimamente assimilabile alla realtà slovena.
Le sarò grato, dottor Gervasutti, se vorrà pubblicare questa mia lettera che vuole essere ancora una strenua difesa, come appunto sosteneva il compianto pre Meni, dell’italianità totale e integrale della gente del comune di Lusevera, che qualcuno si ostina ancora a classificare di minoranza slovena.

Risposta del dott. Sergio Gervasutti

Tra gli amici lo chiamavano “Zizanie”, cordiale richiamo al cognome e al modo di vivere e di leggere gli avvenimenti in cui affondava la sua sensibilità. Domenico Zannier era l’immagine tipica del personaggio friulano, tanta sostanza, nessuna spavalderia: era stato preso in considerazione per ottenere il premio Nobel, ma la notizia non aveva suscitato il clamore che avrebbe meritato e credo che sia sfumata nel silenzio. Considero un privilegio scrivere di lui in questa breve rubrica e ringrazio il cavalier Lidio Buttolo per avermene data l’occasione.
Naturalmente chiedo venia per non dilungarmi opportunamente nel ricordare cosa abbia significato la presenza di don Zannier nella nostra terra: insegnante, sacerdote, scrittore, poeta, giornalista è stato fautore di straordinarie iniziative tra le quali “Scuele libare furlane”, un’istituzione che ha contribuito a nobilitare il friulano (l’uomo e la lingua) di cui era straordinario cantore.

Tratto dal Messaggero Veneto del 2 febbraio 2019

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