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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 28 maggio 2007

RESOCONTO

Resoconto dell’assemblea pubblica presso la sala consiliare del municipio a Prato di Resia.


 


 


Alle ore 20:00 del 19 maggio 2007 il sindaco Barbarino dà inizio all’assemblea ribadendo la sua posizione sulla questione resiana, cioè che Resia è solamente resiana. Informa anche che l’oggetto dell’incontro è il disegno di legge n. 205 e che , di conseguenza, il dibattito dovrà limitarsi a questo argomento all’ordine del giorno. Riferisce poi che l’audizione, alla quale sono stati invitati tre gruppi di Resia, è slittata a giugno e forse più in là e che  se la sesta commissione, formata prevalentemente da persone a favore della minoranza slovena, non dovesse essere favorevole alla  richiesta di riconoscimento della specificità del resiano, ci sarebbe un’ultima possibilità in seno al consiglio regionale dove si può contare sull’appoggio di qualche consigliere in più.


 


Prende la parola quindi l’assessore alla cultura Buttolo Cristina, che fa una ricostruzione storica delle leggi nazionali che hanno preceduto il disegno di legge n. 205.


Ella parla della costituzione italiana, che prevede una tutela per le lingue minoritarie, e della comunità slovena presente in Italia che ha fatto promulgare la legge n. 38 che si applica sul territorio in cui la comunità è tradizionalmente presente. Nel caso specifico di Resia ci si è avvalsi dell’articolo n. 4 che, con delibera n. 65 dell’ 11/10/2002 , la minoranza consiliare comunale ha chiesto di applicare. In questo modo siamo entrati nell’ambito della legge n. 38/01. Da questa legge, continua l’assessore, sono scaturiti degli effetti positivi e negativi anche perché, precedentemente, la legge 482 non aveva preso in considerazione la cultura resiana. Il legislatore si è basato esclusivamente sugli studi di linguisti ( Slavisti) che hanno sancito che il resiano è un dialetto sloveno. Infine ella cita l’anno 1946 in cui c’è stata una ridefinizione dei territori confinari


(commissione di interralleati a Resia) ed esprime perplessità nei confronti del legislatore che non ha tenuto conto anche della storia di Resia. Termina affermando che le leggi n°482/99 e 38/01 non mettono in dubbio l’appartenenza di Resia allo stato italiano.


 


Riprende la parola il sindaco che si appella al senso di responsabilità dei resiani al fine di raggiungere nell’unità l’obbiettivo desiderato.


 


Interviene poi Pacilio Franco sulle leggi 482 e 38 e sul disegno di legge 205 che prevede una super tutela per lo sloveno. Cita un questionario della provincia di Udine dell’anno 1991, una delibera del 2003 in cui si scriveva che il 90%della popolazione è di minoranza slovena, gli articoli 11, 12 e 13 del disegno di legge 205 i cui fondi verrebbero dati solo ad alcune imprese.


 


A questo punto interviene il sindaco che difende  la sua scelta di aver fatto partire l’insegnamento dello sloveno ai dipendenti comunali.


 


Quindi entra nel dibattito Chinese Sergio che ringrazia l’assessore alla cultura Buttolo e Pacilio per i loro interventi e il sindaco per aver indetto , seppur tardivamente, l’assemblea.


Egli ripercorre le tappe della 482 e 38 che, all’articolo 4, riguardante l’ambito di applicazione dà la possibilità di definirsi minoranza slovena o al 15% degli elettori del comune o ad un terzo del consiglio comunale.


Sarebbe stato meglio, egli dice, scegliere la strada meno breve  informando la popolazione . Continua dicendo che la 38 tutela la lingua slovena ed in particolare all’articolo 11 si cita che gli insegnanti devono essere di lingua slovena. Poi passa ad analizzare il disegno di legge n°205, e più in particolare l’articolo 3 , 4, la differenza tra lingua e dialetto, l’iscrizione all’albo regionale per ottenere i fondi, la pericolosità della 205 ed infine la circolare del sovrintendente regionale Forte che, capendo in anticipo cosa stava succedendo aveva dimostrato attenzione alla variante resiana.


Termina dando notizie sull’associazione a cui fanno parte già trecento iscritti che la spronano ad andare avanti , sulla preparazione all’audizione  davanti alla sesta commissione regionale da cui si spera di ottenere qualcosa e sui tre avvocati interpellati per le modifiche al disegno di legge 205.


 


Riprende la parola  Pacilio dicendo che ,se passerà, la 205 ci darà il colpo di grazia e che il professor Steenwich  dice di utilizzare lo sloveno.


 


Interviene Madotto  Nevio il quale afferma che è positivo discutere della sopravvivenza del resiano, che far imparare questa lingua ai propri figli è fondamentale  e che le leggi di tutela servono, ma si è giunti ad un punto critico.


Dieci anni fa, dice, parlare della tutela del resiano creava diffidenza. Dovrebbe esserci una legge che salvaguardi la sua specificità. Senza dubbio abbiamo sbagliato ma questa piccola comunità, se non ci fossero le succitate leggi , chi la tutelerebbe?


 


A questo punto interviene Manzini Alessandra che informa il signor Madotto che in tutta Italia ci sono tante piccole realtà linguistiche minoritarie che hanno ottenuto una tutela autonoma.


 


Riprende la parola Chinese Sergio chiedendo alle sei associazioni di Resia una smentita ufficiale in merito alle loro dichiarazioni offensive apparse sugli organi di stampa e rivolte agli associati di Identità e Tutela Val Resia.


 


Infine Buttolo Cristina ribadisce la non contrarietà alla tutela dello sloveno nelle leggi di cui si è dibattuto.


 


Chiude la discussione l’intervento di Negro Severino che lamenta il fatto di aver sentito solo parole di odio. 


 


MANZINI ALESSANDRA


riunione sala consigliare Resia 19-5-2007

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