Perchè gli Sloveni della Slovenska Skupnost non organizzano una bella manifestazione a Resia a favore dell'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena? .
PD: Gabrovec, preoccupa la legge proposta per i dialetti
16 Settembre 2008, ore 17:37
(ACON) Trieste, 16 set - COM/AB - Il PdL, l'UDC e il Partito Pensionati hanno presentato in questi giorni una proposta di legge che andrebbe, secondo i proponenti, a valorizzare i dialetti e le parlate locali del Friuli Venezia Giulia. --br--Se questo può almeno in parte essere condivisibile nel caso dei vari dialetti quali sono ad esempio il triestino o l'istroveneto, lo stesso non si può dire quando il centrodestra si propone di negare la matrice slovena dei dialetti della Resia, della Val Canale, Val Torre e Val Natisone, queste ultime denominate Slavia Veneta o, forse più propriamente, Benecia. In questo senso è perciò condivisibile lo spirito che enzima la parallela proposta di legge della Lega Nord, che va ad ampliare la tutela delle specificità linguistico-culturali senza intaccare le lingue e le identità autonome - il friulano, lo sloveno e il tedesco - già tutelata dalla vigente legislazione.
Il giudizio viene espresso, in una nota, dal consigliere regionale del PD Igor Gabrovec, che trova la condivisione del segretario regionale della Slovenska skupnost Damjan Terpin.
La chiara intenzione di voler negare a tutti i costi e con qualsivoglia mezzo la matrice culturale e linguistica di quell'area sembra quasi riprendere con forza ciò che si proponeva il fascismo e, per tutto il dopoguerra, parte della destra ed è un ulteriore tentativo di separare la componente slovena udinese da quella triestino-goriziana per indebolirla complessivamente.
Ma, limitando il campo all'aspetto prettamente culturale - così ancora Gabrovec - una delle mistificazioni utilizzate a questo scopo è quella linguistica. Si tenta di attribuire ai dialetti resiano, del Torre e del Natisone un'originalità tale che giustifichi una separazione radicale dallo sloveno e che congeli così il loro limite dialettale, impedendone la rivitalizzazione e il collegamento alla lingua standard slovena. Accentuando ciò che in questi dialetti sembra estraneo alla matrice slovena e negando le similitudini, si arriva ad affermare che il resiano discende direttamente dal russo, che il dialetto delle valli del Torre deriva dal croato e che tutte le varianti sono parte di un protoslavo non meglio definito.
Si può dimostrare invece che nel territorio della Benecia (o Slavia Veneta) c'è stata un'evoluzione linguistica abbastanza omogenea a quella dello sloveno comune. Il dialetto delle valli ha seguito l'evoluzione di tutti gli altri dialetti sloveni (che sono una cinquantina), risentendo naturalmente delle circostanze e delle condizioni particolari del suo sviluppo: la separazione geo-politica dal vasto entroterra prettamente sloveno, che ebbe inizio già nel 1866 con l'annessione al Regno d'Italia - a differenza di Trieste e Gorizia che fino al 1918 hanno fatto parte dell'impero Asburgico. La separazione avvenne nel periodo più vitale della strutturazione nazionale moderna slovena e solo tre anni prima dell'introduzione da parte austriaca della lingua materna nella scuola elementare, obbligatoria per 8 anni. Tale isolamento è stato poi comunque accentuato negli effetti da una chiara politica di assimilazione.
Un'ulteriore prova della partecipazione della Slavia Veneta alla formazione della lingua letteraria slovena si ha in due tra i più antichi documenti della lingua slovena. Sono il manoscritto di Cividale, tratto dal libro della Confraternita di Santa Maria di Cergneu presso Nimis, del 1497, e del manoscritto di Castelmonte databile tra il 1492 e il 1498. Data la mancanza di altre forme di aggregazione sociale proprie nell'età moderna, il contributo più cospicuo alla produzione linguistica slovena nella Slavia Veneta fu dato dalla Chiesa: raccolte di prediche dal secolo XVIII, centinaia di abbonati alle pubblicazioni slovene di carattere religioso, una serie di catechismi stampati nei dialetti locali già dalla fine dell'800.
Le recenti leggi regionali sul friulano e sullo sloveno hanno fatto un buon lavoro - conclude Gabrovec - e lo stesso si può dire per le leggi nazionali 482/99 e 38/01, volute e approvate dal centro-sinistra. Grazie alla legge regionale di tutela dello sloveno i Comuni delle valli potranno contare su 100.000 euro per la promozione dei dialetti sloveni locali, compreso il resiano, mentre la proposta di legge presentata in questi giorni dal centro-destra è fonte di grande preoccupazione.
Tratto dal sito del Friuli Venezia Giulia
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