IDENTITÀ E TUTELA VAL RESIA
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Resia che se ne va! Soffocata dalla
politica di una Regione matrigna.
Nonostante la determinata, vibrata e rumorosa protesta
dei cittadini di Resia e la sensata, documentata ed
articolata opposizione dell’allora minoranza, il 23
ottobre 2007, la maggioranza politica, guidata dal
Governatore Illy, ha approvato la legge n° 26 "norme
regionali per la tutela della minoranza linguistica
slovena del Friuli Venezia Giulia". I resiani, fieri della
loro antica autonomia, si vedono ora ingabbiati negli
schemi culturali ed organizzativi di una "nazione" nella
quale non si riconoscono. La successiva pubblicazione
sul BUR, avvenuta il 21 novembre 2007, non ha
suscitato particolari reazioni, ritenendola una questione
ineludibile in considerazione del peso politico
rappresentato dalla nostra popolazione. Nonostante i
proclami delle norme costituzionali e internazionali che
pongano l’accento sulla necessità di tutelare le lingue e
le culture delle minoranze linguistiche storiche, le
ragioni e le sacrosante rivendicazioni dei resiani non
sono state tenute in considerazione dai politici regionali
che hanno preferito glissare sullo scabroso argomento.
Le disposizioni della legge regionale n° 26 del 21
novembre 2007, che vanno intese come integrazione ed
attuazione della normativa nazionale in materia di
tutela delle minoranze linguistiche, risentono di una
vecchia impostazione che trae origine da una dura
contrapposizione politica che favorisce modi di
ragionare protezionistici e difensivi basati sulla logica
della separazione, dell’estraneità della comunità
tutelata al contesto sociale più ampio. Ma vediamo in
sintesi quali sono i punti principali di questa legge.
L’art. 2 definisce l’ambito territoriale regionale in cui
queste norme devono essere attuate. I comuni della
provincia sono stati individuati in base alla procedura
di applicazione della legge 38/2001. Il terzo comma di
questo articolo stabilisce, inoltre, che i provvedimenti
previsti dalla legge riguardano anche il resiano
considerato dialetto sloveno. L’art. 5 istituisce l’Albo
regionale delle Organizzazioni slovene al quale le
associazioni devono essere iscritte per beneficiare dei
fondi erogati dalla regione.
L’art. 16 promuove l’apprendimento e la conoscenza
della lingua e della cultura slovena, e la regione
sostiene iniziative dirette a favorire l’insegnamento
della lingua slovena nelle scuole di ogni ordine e
grado. ( e l’antica lingua resiana, definita dagli studiosi
. . . croce e delizia degli slavisti . . . dov’è finita? È
diventata una virgola della lingua nazionale slovena?
Quanto potrà sopravvivere ?)
L’art. 22 stabilisce, infine, la possibilità di concedere
contributi al comune di Resia per interventi in favore
del resiano.
Un Consiglio regionale libero e sovrano, vicino ai
cittadini e libero dagli schemi politici e ipoteche
elettoralistiche, avrebbe dovuto prendere atto delle
rivendicazioni della comunità della quale andava a
predisporre lo strumento di tutela. Vittima del suo
provincialismo e della miopia politica della sua classe
dirigente, il Friuli non si è reso conto dell’esproprio
decretato dalla minoranza carsolina e ha abbandonato
Resia al suo triste destino. Ora, solo con sinergie
comuni si può ancora rimediare ma è necessario che,
per governare la barca resiana alla deriva, tutti remino
nello stesso senso.
sch
I N P I L L O L E
Tra le varie iniziative intraprese da ITVR e
Lega Slava come riportato in seguito
segnaliamo:
- un ricorso presentato dal generale
Luciano Santoro presso la Corte di
Giustizia europea ;
- il Disegno di Legge d’iniziativa del
Senatore F. Saro per la modifica
dell’art. 2 della legge 482/99 in
materia di tutela delle minoranze
linguistiche, in cui all’art. 2 comma 1
si chiede di aggiungere le seguenti
parole: "nonché le lingue slave
denominate natisoniano, po-nascen e
resiano, storicamente presenti in
provincia di Udine".
una terza iniziativa internazionale, per il
momento a conoscenza solo di pochissime
persone e segretata, che si potrebbe
concretizzare (speriamo positivamente) entro
l’annata in corso.
il rinnovo associativo annuale, fissato per il 2008 nella
quota minima di 5 €. Grazie al Vostro sostegno,
I.T.V.R. continuerà a battersi perché la lingua resiana
mantenga la sua specificità e tipicità. Sosteneteci,
siamo a Vostra disposizione per informazioni.
Giovanni Micelli cell. 3383482948
IDENTITA’ E TUTELA VAL RESIA – FOGLIO UNICO F.I.P. DI
INFORMAZIONE PER SOCI E SOSTENITORI
FOGLIO NON PUÒ ESSERE ESPOSTO IN AREE O AMBIENTI
PUBBLICI, PERTANTO L’EVENTUALE RINVENIMENTO E’ DA
CONSIDERARSI CASUALE E NON PREDISPOSTO DA CODESTA
ORGANIZZAZIONE
- N.B.: IL PRESENTE
GEREMIADE
Vorrei scrivere una lettera aperta alla signora Luigia
Negro Valente. La prima e l’ultima e a lei sola.
Gli altri della sua cerchia appaiono al momento
semplici comprimari soggetti alla sua autorità di Super
presidente RD e ZSKD con ascendente Pro Loco, Folk,
Parco, Mir, Pc, Po, VS, Vc, Mv, NM, Università e
un’altra dozzina di qua e di là tra Enti, uffici, agenzie e
sportelli. Un impero Voce e carta che le permettono di
realizzare un reddito annuale vicino alle sei cifre. Beata
lei! Finché va . . .
Potrei metterle davanti agli occhi pagine e pagine di
verità storiche riguardanti la civiltà resiana, ma sono
certo che le mie parole non andrebbero oltre le sue
pupille. Per lei esistono unicamente Kopitar, Gruden,
Ramous, Maticetov, Steenwijk, Benacchio, Spinozzi,
Dapit. Gli altri sono ratatuia .
Mi limiterei perciò solamente a chiederle di smettere di
speronarci con il suo sloveno. È ormai chiaro a tutti
anche a livello internazionale che – vista l’ambiguità
degli strumenti di legge – la sua politica, infarcita
d’esaltazione del motto latino "pecunia non olet",
risulterà esiziale e ci porterà a breve al necrologio della
Nostra lingua. Le chiederei anche di non rintuzzare,
riversandomi abusate frasi preordinate e tenute in serbo
per la bisogna, che andrebbero ad offendere
l’intelligenza che, e presunzione sia, il buon Padre del
cielo si è compiaciuto di darmi. Sanguina ancora il mio
cuore per trascorse esternazioni mediatiche, quali (cito
la più formale): " … i Resiani devono rassegnarsi!".
Le chiederei, infine, di restituirci il vero Luigi Paletti,
non il suo verso, divenuto pacco da utilizzarsi per
alcune occasioni ("… ho chiesto io che intervenisse
anche lui …"). Mi rifiuto di credere che il vero Luigi
Paletti, quello che ho conosciuto tanti anni fa, attento e
vigile sull’integrità della Nostra cultura, abbia esultato
e poi brindato nell’apprendere che pochi linguisti,
stonati ma ben collocati, si erano arrogati il diritto di
abbassare la millenaria eccellente stupenda lingua
resiana a sottoprodotto della lingua slovena. Ma a
costoro chi glielo ha chiesto? Perché non si sono fatti
gli affari loro? E perché nella circostanza sono stati
azzerati Baudouin de Courtenay e Hamp?
E in un certo qual modo anche Dulicenko il cui parere
sul resiano è stato poi artatamente e impunemente
usato per intorpidire la 26 con il giochino/trappola
della variante, una presa per i fondelli per i Resiani
(ancor peggio che chiamarci dialetto) la quale va dritta
a significare che gli autori di tale escamotage non
hanno mai letto una sola riga della storia della lingua
Resiana.
Amen!
Gilberto Barbarino lug. ‘08
col prezioso e determinante sostegno dei miei avi
IL RESIANO QUANDO SI TRATTA DELLA
SOPRAVVIVENZA DELLE PROPRIE
ORIGINI DIVENTA ESTREMAMENTE
TESTARDO.
Gentili abitanti della Val Resia, pur vivendo a Gorizia, sto
seguendo con molto interesse, la delicata questione
riguardante le sorti di una cultura risalente a 1400 anni or
sono; parlo della lingua, della tradizione e cultura resiana, che
a mio avviso, è tra le più belle realtà esistenti. Ho potuto
appurare notizie interessanti e finora sconosciute ai più,
soprattutto leggendo il libro dello scrittore paesano, Gilberto
Barbarino, il quale con molta caparbietà è risalito alle origini
della piccola vallata, dimostrando che gli abitanti della stessa,
non appartengono al popolo sloveno, ma sembra che in
origine, appena entrati in Valle, i resiani comunicassero tra
loro, usando il paleoslavo o slavo antico, che assorbì
frammenti di celtico, latino e longobardo, inserendo nel
tempo, oltre al paleoslavo liturgico di Costantino, il friulano,
il tedesco e l’italiano. Le lingue elencate vennero rese proprie
dal popolo, tanto da essere "resianizzate", risultando
tutt’oggi, la "perla" delle lingue slave. Consideriamo ora la
storia: verso il VI e VII secolo D.C. gli slavi penetrarono nei
territori limitrofi al Friuli, formando degli insediamenti. Da
un notevole gruppo di slavi giunto in Carinzia da nord-est, si
staccarono i componenti di quattro tribù che raggiunsero la
piana friulana attraverso la Valle del Fella. Essi si
scontrarono con i Longobardi, subendo gravi perdite, così che
i superstiti si rifugiarono nella Val Resia, dove intrapresero
una vita di comunità tuttora esistente. Ribadisco i
millequattrocento anni d’età del popolo resiano, ma ora
giungiamo alla questione riguardante una probabile
slovenizzazione di una cultura rimasta solida in così tanto
tempo. Cari resiani, voi, come anch’io da parte paterna,
apparteniamo a una stirpe SLAVA(non slovena)
indipendente, con il compito di salvaguardare in primis la
lingua e non meno importante la cultura; rimanendo
indifferenti, ci avvieremo alla completa estinzione di tutto
ciò, rimanendo FORSE un piccolo ricordo nella storia. Resia
divenendo vallata slovena, incorrerebbe, oltre ai vari disagi,
nell’insegnamento della lingua slovena presso le scuole
locali; in poche parole come se l’Italia fosse resa spagnola a
tutti gli effetti, costringendola all’apprendimento di una
lingua e cultura ad essa non pertinenti. Ho appreso inoltre, la
notizia riguardante il disinteressamento della regione
autonoma Friuli Venezia Giulia, nell’esercitare la tutela per il
nostro popolo, risultato minoritario, lasciandomi
notevolmente perplessa, la risposta dal Presidente della
Commissione Europea, Manuel Barroso, al Circolo di tutela
della Val Resia, il quale concludeva la sua lettera, suggerendo
agli interessati, di volgere la richiesta alle competenti autorità
regionali o nazionali; come dire "Ponzio Pilato se ne lava le
mani…"
Desidero concludere questa lettera, dichiarando apertamente
la mia contrarietà sulla slovenizzazione della nostra lingua e
cultura. Sprono voi lettori a difendere le vostre antiche
origini, appoggiando questa "lotta" che si rivela dura e
complessa ma cosa certa e sconosciuta ai politici, è che la
gente resiana, oltre ad essere unica nel suo genere, risulta
dotata di una forte ostinazione. Noi resiani ci distinguiamo
soprattutto per la testardaggine . . . andiamone fieri di ciò e
usandola nel bene, raccoglieremo i frutti dalle piante che i
nostri avi hanno piantato e conservato nel tempo.
Francesca Micelli
L’albero delle Promesse
Proverbio indiano
Se non sai dove stai andando, volgiti e guarda da dove
vieni !
od ke dujajaš !
Će ty ny viš dä kan greš, obratyse nu pošpegnej
A Resia nei tempi remoti, un uomo influente, durante
uno dei suoi viaggi s’innamorò di una pianta
bellissima. Infatti, in quella stagione durante il giorno,
apriva le sue foglie esibendo così dei meravigliosi fiori
multicolori. Attratto da tanta magnificenza il resiano
tra sé pensò: se quest’albero ha dei fiori così belli
immaginarsi quanta buona e bella frutta produrrà. Si
lasciò convincere dal proprietario del frutteto in cui era
ospitato e acquistò la pianta. Ritornato a Resia
trapiantò il promettente alberello in uno dei suoi tanti
terreni, ormai quasi abbandonati e con cura e altrettanto
amore lo coltivò.
Le piante circostanti scrutarono il nuovo arrivato e gli
lasciarono uno spazio adeguato necessario alla sua
crescita. Tutti noi sappiamo che nel mondo vegetale
esiste un "modus vivendi" tollerante che consente ad
ogni specie di svilupparsi e crescere in maniera
ragionevole. La piantina crebbe, si riprodusse e la si
poteva ormai notare un po’ in tutta la valle tanto quasi
da prevalere sul resto della vegetazione nel luogo in cui
era stata piantata. I vecchi pini, abeti, faggi, querce,
noci, peri, ciliegi e insomma un po’ tutte le antiche
piante resiane si riunirono in consiglio e restando in
colloquio tra loro con le radici ramificate quasi come la
rete internet si trasmisero un messaggio inquietante;
troppi alberi, vivendo in prossimità degli ultimi
arrivati, subivano delle mutazioni, deperivano e presto
si seccavano lasciando spazio libero alla propagazione
dei nuovi arrivati.
I Resiani constatarono progressivamente una perdita
considerevole della produzione di frutta e pian piano si
adeguarono a una minore rendita annuale di pere, mele,
noci, noccioline, lampone, ecc., ecc. Non vi era più
dubbio! Quell’albero promettente non solo non
produceva mai frutti, ma si nutriva della Flora locale
succhiandone la linfa. Tramite questa forma di
sfruttamento decretava la fine degli alberi secolari
Resiani.
Prima che succedesse il peggio gli alberi resiani si
riunirono a convegno e assunsero una decisione
importante in merito a quell’albero definito pericoloso.
La Flora vicina a questi ipocriti seduttori decise lo
sciopero dell’acqua. Questi Eroi si sacrificarono e
posero fine alla loro esistenza progressivamente
impedendo l’approvvigionamento vitale all’albero
cannibale. La regressione dell’albero sornione fu
spettacolare, il bel seducente dai multicolori fiori sparì
dalla Valle come una meteora. Il sacrificio dei vecchi
Resiani non fu vano, la Flora locale si riprese, si
rinvigorì lasciando con saggezza spazio libero anche ad
alberi nuovi provenienti da altre regioni. Il modus
vivendi fu rispettato da tutti con pacatezza e serenità
tanto da renderlo normale e visibile in tutti i territori
delle regioni di montagna.
L’influente viaggiatore resiano, promotore della
trascorsa disastrosa iniziativa, malgrado le vibrate
proteste dei suoi concittadini oppose una sua strenua
quanto inutile resistenza, ma perse tutta la sua
credibilità e, finalmente infine, se ne andò dalla valle
senza fornire spiegazioni. Solo alcune voci
accompagnarono la sua dipartita e sostenevano che
avesse trovato rifugio nella Regione dell’Albero delle
Promesse cannibale.
Aldo Barbarino Grof
LEGA DELLA SLAVIA FRIULANA
San Pietro al Natisone
Oggetto: Nota informativa per soci e simpatizzanti.
Tra le iniziative intraprese da Identità e Tutela
Val Resia e dalla Lega della Slavia Friulana per
contrastare la forzata assimilazione alla minoranza
nazionale slovena di Trieste delle comunità linguistiche
slavofone (resiano, natisoniano e torriano) storicamente
presenti da 14 secoli nelle Valli del Natisone, del
Torre e di Resia, in provincia di Udine, si segnalano:
- la presentazione del ricorso straordinario al Presidente
della Repubblica al fine di ottenere l’annullamento del
decreto presidenziale del 12 settembre 2007 che
include, nell’ambito di applicazione della legge 38/01
di tutela della minoranza slovena, anche 18 comuni
della provincia di Udine privi del presupposto della
presenza sul territorio di tale minoranza.
Il ricorso si trova ora, per l’istruttoria, presso il
Ministero per i rapporti con le Regioni, dove può
essere seguito dai parlamentare di riferimento.
- è in fase di preparazione, sempre da parte di Identità e
Tutela Val Resia e della Lega della Slavia Friulana, una
denuncia alla Procura della Repubblica di Udine
tendente al recupero da parte degli slavofoni delle Valli
del Natisone, del Torre e di Resia, della storica loro
identità nazionale italiana, sottrattagli con la errata
applicazione delle leggi 482/99 e 38/01 di tutela della
minoranza slovena.
- vi è poi l’impegno perché la Giunta regionale, nella
predisposizione dei criteri e modalità per la
concessione di contributi a favore del resiano e delle
varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre
e della Val Canale (art.22 L.r. n.26/07) preveda il
coinvolgimento delle associazioni e dei circoli culturali
locali, tradizionalmente preposti a valorizzare le
peculiarità storiche e linguistiche presenti sul territorio.
Infine permane l’impegno di coinvolgere nelle precitate
iniziative le Amministrazioni comunali della Slavia
friulana e le popolazioni interessate.
Grazie e cordiali saluti.
San Pietro al Natisone, 14.07.2008.
Sergio Mattelig
Prufysör
Professore
Bondi prufysör!
Buon giorno professore!
Salve tybë amyk möj!
Salute a te amico mio!
Jä te špehän se uhnät
Ti osservo elucubrare
täu no slabo dutryno.
una torva teoria.
No hnjylo dymästo klöto
La corrotta spirale
kä nän kažë no pot
che a noi traccia la via
nu užë težë mo väs
ormai trascina la valle
nutäu no spanjäuo smärt.
in una lenta agonia.
Śakoj sy nän udëläl fys ty,
Perché ci hai fatto,
majstär möj stare,
mio antico maestro,
tu lymërskë vlykë hrih
l’eterno misfatto
od jsi nörë pruăët?
di un progetto sinistro?
Tu užë već kä dän myjar lit
Per oltre un millennio
kä kirë bil se pärčäväl
avean certi provato
mä popädän od śastron
ma colti dal dubbio
najśat än püstël usë salt.
infine han mollato.
Sy myslët ny smin
Non oso pensare
kośä nu šködäskë konäz
quale oltraggioso finale
njän ty ty mäš jyskät
or tu possa inventare
śä näs püstët opaš.
per non farci del male.
Tä glačanä tua škulä,
La fredda tua scienza,
nur obdäržäno to udano pot,
ossequiosa dell’antica vita,
se smylët nä smi
deve ritrovare coscienza
täu te starë üpänë düh.
nella cauta memoria avita.
Najśat ty ty ćë bet,
E allor tu sarai,
śä našo staro düšo,
per la nostra salvezza,
te rośajanskë žyvë rop,
la roccia resiana,
od tu lymërskë moćnöst.
di eterna grandezza.
Sch07
Concorso letterario in resiano
JAN I.N. BAUDOUIN DE COURTENAY
Pyšëj tej muiš ma pyšëj pu rośajanskë - Scrivi come vuoi ma scrivi in resiano
Il concorso letterario resiano ha come obiettivi principali quelli della valorizzazione e della promozione
della cultura resiana, dell’uso e del recupero della lingua resiana in tutte le sue varianti locali e della
incentivazione alla produzione poetica in lingua resiana.
La partecipazione al concorso è aperto a tutti coloro che vogliono cimentarsi con la lingua resiana.
Il concorso comporta la creazione di un testo a tema libero senza alcun obbligo concernente la lunghezza
e/o lo stile. L’elaborato deve essere scritto in resiano, con la traduzione in italiano. Le opere
devono essere di esclusiva creazione, anche in forma collettiva, originali e inedite. I componimenti,
redatti in forma anonima ma titolati e dattiloscritti, dovranno pervenire, entro il
31 ottobre 2008,
Direzione di Identità e Tutela Val Resia via San Giorgio n.1 33010 RESIA
Nel foglio allegato all’elaborato, in busta chiusa, dovranno essere chiaramente indicati il titolo dell’opera,
il nome e cognome dei partecipanti, dati anagrafici, residenza, recapito telefonico. Gli elaborati saranno
valutati da una giuria composta dai componenti il direttivo di ITVR e da operatori culturali resiani. Il
giudizio della giuria è insindacabile. I premi saranno consegnati esclusivamente agli autori o ai loro
delegati purché presenti nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà nell’aula consigliare del
municipio di Resia il giorno 27 dicembre 2008.
Ulteriori informazioni sono disponibili telefonando ai numeri 348.725.3422, 320.407.1897 o 338.348.2948.
Il presidente
Pubblicazione gentilmente concessa dal sito www.valresia.it
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