Appena troppo un assalto ai contributi, piuttosto che un dovere morale e costituzionale, la presentazione della proposta di legge regionale di tutela dei dialetti, scrive il Messaggero Veneto. I dialetti e le parlate rappresentano un patrimonio importante della nostra storia e per questo sono amati e intensamente vissuti dalle comunità interessate. Sono anche tutelati dalla Costituzione. In Provincia di Udine poi, e in particolare nelle Valli del Natisone, del Torre e di Resia, rappresentano un insieme di peculiarità linguistiche che non si riconoscono nella lingua slovena, in cui oggi illegittime forzature vorrebbero costringerle, con la conseguenza di farle anche ingiustamente passare come di Nazionalità Slovena, contro la loro volontà. L'affermazione del consigliere regionale Igor Gabrovec della Slovenska Skupnost, che definisce la proposta di legge "proposta di stampo fascista per negare la presenza della lingua e della cultura slovena in Provincia di Udine", non trova poi alcun conforto nella storia dei slavofoni del Friuli, nelle loro aspirazioni e nemmeno nelle recenti elezioni regionali dove il suo partito ha ottenuto nell'intera provincia solo lo 0,28% dei voti, contro il 15% richiesti dalla legge. Pertanto, riconoscere e sostenere anche con contributi finanziari i dialetti e le parlate locali è un dovere morale, rispettoso della storia locale, della Costituzione Nazionale e della Carta Europea dei diritti che vieta la descriminazione.
Sergio Mattelig
Presidente della Lega della Slavia Friulana
Articolo tratto dal Messaggero Veneto di sabato 20 settembre 2008
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