La politica non è l'arte di fare le cose, ma la sua attività si sostanzia nel rendere possibile ciò che è neccessario. E' neccessario riconoscere la giusta dignità alle comunità linguistiche denominate Natisoniano e Resiano.Il signor Bonini nel suo intervento nella "posta dei lettori" scrive che nella nuova Europa non ci sono più Lingue maggioritarie, ma che tutte sono minoritarie. Tali affermazioni ripropongono vecchi schemi nazionalistici che sono la manifestazione di una persistente miopia nella visione delle cose. Se non esistono più Lingue maggioritarie è pur vero che esistono e prosperano Lingue ufficiali che uno Stato civile e moderno come il nostro riconosce e deve tutelare con pari dignità. Lo Stato, nella sua lungimiranza legislativa, non ha trattato con la giusta considerazione le comunità Linguistiche presenti nelle Valli del Natisone, del Torre e del Resia accorpandole con la Lingua Slovena e quindi con la relativa minoranza che è giustamente tutelata dalle Leggi dello Stato e della Regione, ma non può arrogarsi il diritto di privare della propia identità linguistica, culturale e storica queste comunità che si riconoscono Italiane a tutti gli effetti e che non parlano lo Sloveno, ma presentano solo una matrice Slavofona nella propia parlata. Così come è giustamente tutelata la Lingua Slovena devono essere tutelate anche queste Lingue, con il riconoscimento delle propie radici, attraverso una normativa Regionale, attualmente assente, che riconosca tali tradizoni linguistiche e culturali. Queste comunità chiedono correttamente una Legge che le tuteli per quello che sono e che le distingua dalla Minoranza Slovena. In questa direzione guarda anche il gruppo del Pdl in Consiglio Regionale che, in forza del disegno di legge presentato in Senato per la modifica della legge 482/99, chiede una forma di tutela diretta per queste popolazioni. La volontà da parte della comunità Slovena di non voler riconoscere queste dignità linguistiche, preferendo un'errato omologazione, fa sorgere il fondato sospetto che la Minoranza Slovena possa temere una riduzione dei propi finanziamenti in seguito al riconoscimento di altre Lingue minoritarie. Mi sembra anche fuori luogo e strumentale parlare di demagogia di stampo fascista quando si chiede il censimento della Minoranza Slovena in Italia. Tali prassi, democratica e indispensabili per poter effettivamente valutare l'incidenza di una comunità su un determinato territorio, è già ampiamente applicato in Slovenia nei confronti delle Comunità Italiane. Per quanto riguarda Cividale, culla secolare di civiltà e crocevia di culture, invece di guardare l'elenco telefonico per scoprire i nomi di origine slava, bisognerebbe chiamare tali persone e domandare loro se si sentono italiane o parte della Minoranza Slovena. Le risposte, sono certo, potrebbero sorprendere il signor Bonini.
Roberto Novelli consigliere regionale Pdl
Articolo tratto dal Messaggero Veneto di sabato 13 settembre 2008
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