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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 14 settembre 2009

ALTA VAL TORRE

NO ALL'EUTANASIA DELLA PARLATA LOCALE


Sembra che qui nell'Alta Val Torre stiano letteralmete "dando  i numeri" metaforicamente e non del lotto perchè la realtà linguistica locale è travisata con apparentemente innocue mosse che la gente non riesce a percepire. Mi riferisco a due recenti accadimenti. Sta per essere distribuita la ristampa - luglio 2009 Agraf - del libro "Lusevera. Nell'Alta Val Torre" in cui l'autrice dell'aggiornamento, dopo una ventina d'anni dalla prima edizione, si permette di fare una grave e arbitraria affermazione citando l'inesistente "minoranza slovena locale", che oltre a essere etnicamente falsa e antistorica è anche offensiva nei confronti della gente indigenoautoctona locale che si vorrebbe così classificare come minoranza nazionale. Detta curatrice avrebbe dovuto ponderare bene e meglio queste parole soprattutto alla luce del contenuto preponderante del libro originario in cui il noto valente scrittore e giornalista Don Ottorino Burelli, già parroco in gioventù a Villanova delle Grotte (quindi conoscitore della peculiarità idiomatica locale), cita i termini uomini "slavi", quindi non sloveni. Secondo fatto, molto più grave, sta (camuffato) nel generico oggetto del verbale di deliberazione della Giunta Comunale di Lusevera - numero 88 del 28 luglio 2009 - per la richiesta di contributi ai sensi della Legge 38/2001 articolo 8 e Legge Regionale 26/2007 articolo 19 in cui il "responsabile del servizio" in questo caso l'assistente segretario comunale) propone, con propio favorevole parere tecnico, di approvare, come poi la giunta fa, l'istituzione dello sportello linguistica (ovviamente sloveno) con 39.910,72 euro di spesa, l'intervento per la segnaletica stradale istituzionale plurilingue (30.758,40 euro), svolgimento di corso di formazione linguistica e di teminologia tecnico - giuridica per il personale (2.700,00euro), gestione e potenziamento sito web istituzionale con l'uso della lingua slovena (2.419,20 euro); il tutto pari a 75.788,32 euro, che, tradotte in vecchie lire, ammontano a oltre centocinquanta milioni a carico del solito "pantalone", cioè del contribuente. Ma non è in questa cifra il problema, bensì nel proseguire a volere più o meno surretizialmente inquinare, quindi "eutanasiare", la parlata locale slovenizzando l'Alta Val Torre, il cui comune di Lusevera è compreso tra quegli 11 della Provincia di Udine individuati (da chi?) ad aver diritto (!?!) di usare la lingua slovena e come meglio ancora precisa Sergio Mattelig sul Messaggero Veneto (e che tutti dovrebbero leggere e capire bene) il 21 Agosto, cioè "il cosiddetto bilinguismo visivo, nelle insegne degli uffici pubblici, nella carta ufficiale, nei gonfaloni e nella segnaletica stradale". A quando la "stella "di Tito, che voleva arrivare al Tagliamento? Roba da matti: il comune di Lusevera, quindi, come appendice slovena con uno sportello ad hoc, che i due impiegati rimasti dopo l'esodo del tutto nel comune capofila Nimis dovrebbero gestire; ma per chi? Se nell'Alta Val Torre si parla il "po nasin" e non ci sono sloveni! Spero propio che nella discussione alla Presidenza del consiglio dei ministri del 4 novembre prossimo sia recepito il ricorso straordinario presentato da un gruppo di elettori della Slavia Friulana. Intanto, secondo me, dovrebbero darsi una mossa in proposito, come già annunciato, il consigliere Regionale Novelli e il Senatore Saro nonchè il Governatore Tondo!


Lidio Buttolo Lusevera


Tratto dal Messaggero Veneto di venerdì 4 settembre 2009

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