ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 1 aprile 2010

LE VALLI DEL NATISONE IN LUTTO

Oggi i Valligiani del Friuli Orientale sono in lutto per la scomparsa di SERGIO MATTELIG Presidente della Lega della Slavia Friulana. Uomo sincero e giusto, ha lottato fino all'ultimo a difesa della sua terra, per il riconoscimento delle sue peculiarità, quali Lingua,Storia e Cultura. L'Associazione Identità e Tutela Val Resia piange la perdita di un grande Uomo, che ha condiviso assieme a noi tante battaglie.


Mandi Sergio.


In tanti da tutte le Valli ieri per l ultimo saluto a Mattelig


Saluto affollato e commosso, ieri pomeriggio - nella chiesa parrocchiale di San Pietro -, al cavalier Sergio Mattelig, presidente della Lega della Slavia Friulana, scomparso all’età di 79 anni. E un ricordo del personaggio, molto noto nel territorio delle Valli del Natisone, ma anche in quelle del Torre e di Resia, arriva dall’associazione Identità e Tutela Val Resia: «L’impegno, la serietà e la dedizione che Sergio ha profuso nella difesa della millenaria identità storica delle Valli del Natisone - dice il sodalizio - saranno di sprone per il prosieguo nella lotta, insieme alla Lega della Slavia Friulana, per la salvaguardia del nostro patrimonio linguistico e culturale. Il cavalier Mattelig era ligio al compito di presidente della Lega della Slavia e lo ha onorato fino all’ultimo, senza peraltro mai travalicare il rispetto del pensiero altrui».


Tratto dal Messeggero Veneto del 3 aprile 2010



Ecco a Voi l'ultimo articolo scritto da Sergio Mattelig e pubblicato dal Messaggero Veneto il 30 marzo 2010.


Promesse elettorali e cartelli stradali


Mentre nottetempo ignoti imbrattavano i nomi dei centri abitati scritti in italiano sulle tabelle stradali dei comuni di Stregna, San Leonardo e Savogna, lasciando intatti quelli in sloveno, a Pulfero il consiglio comunale deliberava di posizionare, per la prima volta nella locale storia, cartelli in “lingua slovena” in violazione delle promesse elettorali e anche delle previsioni statutarie. È successo recentemente nelle dimenticate Valli del Natisone. Il tutto preceduto dalle lamentele fatte dalla Slovenia all’Italia per la mancata applicazione della legge di tutela della minoranza slovena. Sono iniziative che, mancando sul territorio la minoranza slovena, offendono i nativi della Slavia friulana (Valli del Natisone, del Torre e di Resia), che, nel rispetto della propria storia italiana, non si riconoscono nella minoranza slovena. Sono aggressioni oltraggiose per i residenti italiani, che non possono essere trascurate né dallo Stato né dalla Regione né tanto meno dai sindaci locali. I nativi di dette Valli hanno pieno diritto di essere tutelati per quello che la loro storia certifica, per quello cui essi aspirano. La Slovenia e le sue associazioni di Trieste e Gorizia sbagliano nell’insistere a sostenere, anche con mezzi violenti, che nella Slavia friulana è presente la minoranza slovena. Infatti nessuno statuto la riconosce presente. Se sono in buona fede lo dimostrino, citando quali associazioni di minoranza slovena (senza coinvolgere i dialetti di origine slava anche oggi parlati) siano presenti nelle Valli. Promuovano un censimento come è stato fatto in Slovenia per gli italiani. Pongano in sostanza fine alle pretese annessionistiche oramai superate dalla storia e dalle iniziative dell’Unione europea, che oggi comprende anche la Slovenia. Favoriscano la convivenza pacifica delle storiche diversità.


Sergio Mattelig


Presidente Lega della Slavia Friulana


San Pietro al Natisone

1 commento :

  1. Abbiamo avuto l'immenso piacere di incontrare più volte il signor Mattelig. Abbiamo apprezzato il suo amore per la sua regione e l'onestà con cui combatteva, contrariamente ad altri, per salvaguardare l'eredità dei suoi antenati.
    Anna e Jean Clemente

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