IL
GRUPPO FOLKLORISTICO - SI LAMENTA E ACCUSA SU NOVI MATAJUR, DOM E
PRIMORSKI
Volesse
il cielo e un mondo alla rovescia, ci sarebbe da stare allegri, nel nostro caso
invece sono alcuni nostri valligiani che vanno alla girata tanto da far capire
che tutto ruota all’incontrario. La mamma, in questo caso il Comune di Resia,
non ha rinnovato la convenzione per la gestione del Centro Culturale, che per la bellezza di oltre un trentennio è
stata prerogativa e privilegio esclusivo del gruppo folkloristico. Quando una
convenzione viene accordata, si procede a stabilire anche una scadenza, questo
termine è avvenuto il 30 giugno 2012.
In precedenza la gestione era sempre stata
assegnata al gruppo folkloristico, forse perché non c’era mai stato alcuno che
vi aveva fatto richiesta. Ora, visto che l’associazione Identità Tutela Val
Resia ne ha fatta una esplicita domanda, in cielo si sono aperte le cataratte,
viene giù il diluvio e piove a dirotto. Il gruppo folkloristico si sente leso
nei propri diritti, non nei propri doveri, e amareggiato lancia apertamente una
sfida ricattatoria, indirizzando accuse puerili, presentando delle supposizioni
e delle convinzioni frutto della sua natura onnipotente. Gli esempi:
a)
Si fa esplicita allusione, con ipotesi lesive,
della volontà ed il pensiero del sindaco che di Identità Tutela Val Resia è
stato anche presidente;
b)
Si
dichiara apertamente la natura esclusivamente politica di Identità Tutela Val
Resia che fonderebbe la propria ragione d’essere nell’ostilità al riconoscimento
della tutela della minoranza slovena nel comune di Resia;
c)
Che
se la gestione dovesse essere affidata all’associazione Identità Tutela Val
Resia chiederemo ospitalità ai comuni limitrofi;
d)
Che
la convivenza con Identità Tutela Val Resia sarebbe per noi impossibile perché
nel marzo scorso ha manifestato insieme al Movimento Sociale Fiamma
Tricolore;
e)
Che
Resia rischia di perdere il gruppo folkloristico operativo in Valle da ben 173
anni;
f)
E
altri ancora.
Quando
ci si vuole giustificare ed esporre di conseguenza delle argomentazioni che
solamente tali discorsi possono trovare ospitalità presso amici di: Novi
Matajur, Dom e Primorski, allora tutto si spiega nella poca resianità e nella
assoluta mancanza nell’attaccamento alle nostre radici ed alla nostra
identità.
Finora,
che io sappia, non è stata ancora assegnata ad alcuno la gestione del Centro
Culturale, quindi è prematuro fasciarsi già da ora la testa prima di farsi male,
salvo che uno non vuol mettere subito le mani avanti e cominciare a suonare le
campane.
Io
ho predisposto alcune considerazioni su alcuni degli esempi che ho elencato,
questi se si dovessero verificare o per ipotesi concretizzare:
a)
Le
allusioni rivolte al sindaco sono gravi e di natura delicata, visto l’incarico
che riveste nella pubblica amministrazione;
b)
L’Identità
Tutela Val Resia non si è mai dichiarata politicamente e la sua natura è
esclusivamente per l’identità e tutela della lingua, delle tradizioni, degli usi
e costumi, della musica e del ballo (che la gestione del folklore attuale ha
sfacciatamente snaturato), e di tutta la cultura resiana. La sua natura non si
fonda nella propria ragione d’essere nell’ostilità al riconoscimento della
tutela della minoranza slovena nel comune di Resia perché tale minoranza, nel
territorio del comune di Resia, in questo periodo non c’è e nel passato non c’è
mai stata;
c)
Se
nel caso la gestione dovesse essere affidata all’associazione Identità Tutela
Val Resia, siete voi ad essere in mala fede perché la convivenza e la
coabitazione fra persone civili si riesce sempre a
trovare;
d)
Se
uno manifesta insieme al Movimento Sociale Fiamma Tricolore questo non vuol dire
che Identità Tutela Val Resia svolge politica e politicamente fa parte di quel
movimento. Si fanno un’osservazione e un’accusa per questa manifestazione, però
tengo a precisare che nessun aderente a Identità Tutela Val Resia si sarebbe mai
sognato e preso parte a delle manifestazioni con bandiere rosse, bandiere della
Slovenia e bandiere nostalgiche con la stella rossa. Siete voi, dunque, in mala
fede e di discutibile comportamento;
e)
Tranquilli
perché se il gruppo folkloristico è sopravissuto per ben 173 anni ufficiali tale
gruppo resterà ancora in vita, anche senza la Pielich. Di fatto il gruppo non è
patrimonio della presidente Pielich, a capo della gestione attuale, ma di tutto
il popolo resiano, quindi la dirigenza corrente si metta in cuore in pace perché
il gruppo folkloristico da Resia non si muove, con o senza l’attuale
direzione;
f)
Le
cataratte dei cieli si aprono, la sfida comincia proprio ora, il mondo resiano
subirà, risorgerà e sarà riportato ai primordi del suo insediamento.
Si
dovrebbe dire: “Non c’è più religione”, invece sarebbe meglio dire: “Non c’è più
resianità”. La colpa è di chi si batte per la nostra identità e tutela e non la
colpa di chi e di quelli che si battono forse per altre opportunità e per altre
convivenze, che invece avrebbero bisogno solamente di una bella sculacciata per come considerano
Resia ed i resiani.
Franco
Tosoni
( ricevo e volentieri pubblico)
Il punto è che la resianità prescinde dall'italianità come la vivete voi.Solo recentemente si vive questa situazione, se guardiamo la storia fin dai primi insediamenti.Se qualcuno decide di manifestare insieme a fiamma tricolore sentendosi puro resiano, perchè non dovrebbe farlo anche con gli sloveni? sono entrambe realtà che non fanno parte delll'essere resiano(quanto sostenete). Voi sbandierate a parole tanto sulla resianità, quando nei fattidimostrate solo attaccamento all'italianità più estrema,questo non aiuta certamente lo sviluppo esclusivo del resiano ma tende essenzialmente a valorizzare la sola componente italiana e non resiana. I resiani autentici sono certamente slavi, e non sembra nè dalle parole nè dai fatti che si valorizzi questo elemento. Si tende sempre a usare la peculiarità di una lingua arcaica per dimostrare la propria lontananza linguistica dallo sloveno, quando la lontanaza linguistica dall'italiano è molto ma molto più grande,è un controsenso.Come se un'altoatesino sotenesse di essere altoatesino al 100% sbandierando con forza nuona. Ve lo immaginate? Nulla in contrario dal punto di vista della scelta di ognuno di sentirsi appartenente ad una o altra nazione, ma l'esempio rende abbastanza l'idea dell'incompatibilità e dell'incoerenza,fatto che avvicina la lingua resiana a un futuro di assimilazione linguistica, perchè quella mentale spesso è già presente. Continuando così in Valle si parlerà solo l'italiano, se questo è il vostro obiettivo siate onesti con gli altri, ma prima di tutto con voi stessi, perché il resiano autentico è prima di tutto slavo, se vuole sentirsi dal punto di vista dell'appartenenza, italiano, faccia pure, ma bisogna essere cosciente che questo non aiuta il mantenimento di una lingua viva e attiva! (ogni lingua ha la propria grammatica) zbugam
RispondiEliminaKer so bili Slovenci večinoma pastirji, so tvorili v neprikladni in z gosto šumo zarasli Furlaniji nekake otoke; spričo nižje kulturne stopnje so se v tem slučaju toliko lažje poromanili. Asimilacija je bila v tem slučaju neizogibna. Imena vodá, gorá in naselbin pa nam vsepovsod jasno kažejo sled o slovenskem življu. Ob Tagliamentu so vasi z imeni Beograd, Goričica itd.
RispondiEliminaNa tem prostranem ozemlju so se mogli Sloveni vzdržati le, kjer so bili prirodno zavarovani napram sosedom in njihovi kulturi. To je značilno zlasti za Rezijane, ki žive kompaktno v gorski dolini Bele (Rezije) ob vznožju Kaninove skupine. Ta rod je neverjetno odporen tudi v fizičnem oziru. Rezijan je visoke postave, žilav, koščen in zagorel. Beneški upravitelj Aloise Marcello je poročal leta 1599 o njih in sosedih: »sono quasi tutti bellissimi uomini e degli più alti«. To pa je ugotovila tudi sedanja italijanska narodna statistika. Naš pesnik Stanko Vraz je pisal o njih:
Dalje pram zapadu
u mirnom zavjeću
stoji narod veseo
kô diete u cvieću.
Slabo ih kraj hrani,
a kô ptice nebom
veselo ražode
svietom za hliebom.
(Djul.)
Non sono stati quelli di Identità Tutela Val Resia a tirare in ballo fiamma tricolore, giusto era quindi dare un riscontro ed una risposta. La resianità, come la vive un autentico resiano, anche se in questo contesto tutto è lecito; prendere le distanze, criticare, intavolare discorsi, discordi e concordi, a prescindere se oggi piove o domani fa bel tempo, prendere il cappello o l’ombrello, credo sia un po’ diverso da come uno la può interpretare e sviluppare non essendo un diretto interessato. Se tutto questo non basta, qualche persona si prende pure un bel po’ di confidenza abusando nella critica e nella presa per i fondelli, credendo che il tutto sia lecito, sia a dipingere vignette che a raccontare barzellette. Un tempo che fu se incontravi un resiano dall’aspetto grezzo e montanaro, vestito con abiti semplici e dimessi, con poco o insufficienti nozioni scolastiche, ma nella sua dignità e padrone della propria lingua resiana, schietto con quella friulana e magari a conoscenza anche di qualche lingua straniera, data la natura che gli imponeva di emigrare per lavori stagionali, era sempre considerato un sempliciotto montanaro con l’etichetta: un resiano o un rosean, però mai sloveno. Tale persona era considerata e collocata in un’area ben precisa e confinata, la Val Resia, dove si parla il resiano e che tal persona parlava il resiano (al cjacare il rosean, no cjacare sklaf). Oggi penso che le cose siano un po’ cambiate, siamo tutti scolarizzati,.anche il resiano. C’è chi si è fermato alla terza media, chi ha raggiunto la maturità e chi si è laureato, così, come è successo in ogni luogo italiano, le persone, pertanto, sotto il profilo scolastico, si sono evolute. Con questo discorso voglio far capire che i resiani, nel nostro tempo, sono consapevoli di quello che vogliono e coscienti per quello che aspirano. Essere considerati resiani, rimanere resiani e parlare la lingua, il resiano, con tutto il rispetto ed il profilo, dalle sue tradizioni, ai suoi usi e costumi, al suo ballo, alla sua musica, di conseguenza, con tutta la sua cultura resiana, nel luogo e nello spazio circoscritto e collocato tra le montagne delle Prealpi e le Alpi Giulie, con i vanti del Musi e del Canin.
RispondiEliminaFratoso, concordo pienamente.
RispondiEliminaAggiungo anche che la nostra Musica,il nostro ballo e le nostre melodie, rimarranno Resiane, solo Resiane.
Gran parte della Popolazione si sta rendendo conto dello sbaglio che è stato fatto.
Sta a Noi, cercare di far capire, anche ai "gestori", che c'è sempre tempo per rimediare.
Basterebbe poco.
Invito tutti a una vera riflessione.
Perchè Resiani non si diventa, SI NASCE.
Resiani si nasce, italiani si diventa...
RispondiEliminaIo invece dico:
RispondiEliminaResiani si nasce, sloveni non siamo e sloveni non diventeremo. Siamo abbastanza adulti per scegliere senza che qualcuno ci dica quello che dobbiamo fare e quello che non dobbiamo fare. Voi sloveni mettetevi il cuore in pace perchè il resiano resta e come tale resterà. Lascia stare l'Italia e gli italiani, ormai questo è un ritornello che non funziona più.