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IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 28 settembre 2012

FESTA DEL POPOLO RESIANO

Resoconto della Festa del Popolo Resiano che si è svolta il 9 agosto 2012


FESTA DEL POPOLO RESIANO


Per il secondo anno consecutivo, giovedì 9 agosto u.s., presso la baita “Al Ranch”, località Zamlin di Resia, si è svolta la festa del popolo resiano.

Dopo un breve saluto e un ringraziamento ai partecipati alla festa ed alle autorità presenti da parte della segretaria di Identità e Tutela Val Resia Alessandra Manzini, il presidente Alberto Siega prende la parola per  rievocare il lavoro svolto dall’Associazione a favore della tutela dell’identità resiana. Nel suo diretto ed equilibrato discorso ha fatto presente come le leggi penalizzano il patrimonio storico e linguistico resiano perché, ha sottolineato Siega,  la lingua resiana non può essere paragonata allo sloveno e tantomeno alla lingua carniolina. Infatti anche il carniolino non è  un dialetto sloveno ma una lingua di uno stato o patria, come la si vuol chiamare, quello del ducato del Cragno, cioè della Carniola, depredata, svilita  e declassata a dialetto della lingua slovena. Così con questo comportamento  immorale, una lingua e una patria sono state annullate e, di  conseguenza, tale lingua non viene riconosciuta e il territorio non porta il suo vero nome, sostituito da quello artefatto di slovenia. Tutto questo è successo, sia con l’aiuto dei politicanti carniolini, appoggiati in questo anche da una falsa ragione di stato, che dai pensanti sloveni che lo idearono per imporlo poi a tutti i carniolini, con lo scopo invadente ed aggressivo, stimolando tutti a denominarsi, non più carniolini (Kranzi), ma sloveni, non accorgendosi  che col cambiare il loro antico e vero nome di carniolini in quello di sloveni, essi ed i loro connazionali venivano così a rimanere senza lingua e senza patria. L’aver abusato e prevaricato un popolo, quello dei Kranzi, per appropriarsi della loro terra e della loro lingua, tale vicenda deve far riflettere il popolo resiano nel prestare molta attenzione. C’è  da meravigliarsi che storici e linguisti non intervengano a rendere giustizia a questi popoli, noi ci auguriamo che la Giunta Regionale del FVG non si ponga anch’essa nella colpevolezza di annientare una cultura e un popolo, quello resiano.
Ha preso poi la parola il cav. A. Ritossa  e nel suo discorso ha posto in evidenza quanto viene fatto per la minoranza slovena, mancando del più assoluto rispetto nei confronti delle altre minoranze storiche, quale è il resiano e le altre parlate della Slavia friulana, asserendo di fare molta attenzione alle nuove proposte e di nuovi disegni legge presentate in favore di quella slovena.
L’ intervento dell’ing. P. Pellarini, ha voluto principalmente evidenziare le notevoli contrarietà che si sono originate  tra il classificare lo sloveno e il non riconoscere le altre lingue, come: il resiano , il po’ nasen e il natisoniano. Sottolinea poi che nelle zone di insediamenti slavi, come la Slavia friulana, il Catapan, che è  una sorta di "obituario" o "necrologio", in cui venivano annotati, seguendo l'ordine dell'anno liturgico, i nomi di benefattori o confratelli defunti di un'istituzione religiosa, nel 1497 si proceda a sostituire, una scrittura latineggiante, direttamente con un scrittura in lingua slava, ricorrendo a sacerdoti  o frati provenienti dalla Croazia, in particolare dall’Istria. Appare sempre più grave invece l’assimilazione dello “sloveno” in queste valli friulane con l’introduzione e attraverso le leggi “beffa” dello Stato Italiano, specialmente con la n.38/2001 e dalle altre leggi regionali. Evidenzia inoltre che la toponomastica resta ed è una delle poche testimonianze scritte di una arcaicità solo oralmente distinta pur considerando che  le mappe geografiche del territorio sono piuttosto recenti.
L’esposizione dell’ex sindaco Barbarino soleva la questione di obbligatorietà, in quanto le leggi imponevano quei passaggi, a favorire l’inserimento di Resia nella minoranza slovena, scordandosi che quelle leggi non erano state ancora attuate e che pertanto queste erano solo scuse ingiustificate.
Giustifica invece  la consegna della carta d’identità,   il  sindaco Sergio Chinese, come dovuta nel rispetto delle leggi in vigore e che tali leggi impongono il rilascio della carta d’identità in bilingue italiano-sloveno al cittadino che la richiede. -Sottolinea, il Sindaco,  l’impegno che l’amministrazione comunale  si  prodiga a sostegno del riconoscimento del patrimonio unico del resiano.
L’avv. Silvestro, consigliere di Identità e Tutela, nel suo intervento  mette in evidenza l’ingiusta imposizione di leggi che sviliscono la lingua resiana, oltre che l’appropriarsi ingiustamente del patrimonio storico culturale,  come quello della musica e del ballo.
Al  termine degli interventi si è svolto inoltre un contenuto e composto dibattito per chiarire, se ce ne fosse ancora bisogno, quei dubbi e quei punti controversi che impongono ai resiani, contro la loro volontà, di essere considerati minoranza nazionale slovena, sloveni in Italia
Franco Tosoni

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