Resoconto della manifestazione
E' stata proprio la lingua resiana tema principale della serata e degli interventi dei relatori. Gli abitanti della Val Resia sono infatti i discendenti di un antico popolo di ceppo slavo insediatosi nella Valle ai piedi del Monte Canin circa 1400 anni orsono. La loro presenza, ha ricordato lo storico Gilberto Barbarino, è documentalmente testimoniata a partire dal 1090 ed il loro corredo genetico è, secondo gli studi di diverse università mondiali, unico in Europa. Tale unicità è rispecchiata dalla loro lingua, che non può essere ricondotta a nessuna lingua slava in particolare ma bensì rappresenta per tutte una sorta di ascendente comune antichissimo. Storicamente e culturalmente, la Val Resia ed i suoi abitanti sono sempre stati legati nei secoli passati al Friuli e quindi all'Italia, pur conservando la peculiarità di lingua e tradizione, favoriti dall'isolamento geografico della Val Resia.
Tuttavia, come ha rimarcato il sindaco Chinese, questa peculiarità è oggi minacciata dall'accomunamento forzato dei Resiani e della loro lingua alla minoranza slovena per effetto della Legge 38 sulla tutela delle minoranze linguistiche. Lungi dal tutelare la particolarità di Resia, tale legge si prefigge l'obiettivo di assimilare alla minoranza nazionale slovena questa fiera seppur esigua popolazione che ha saputo conservare lingua e tradizioni per più di un millennio, ma che potrebbe culturalmente soccombere per effetto di una legge miope ed ingiusta.
Ha
avuto un grande successo di pubblico la Serata Culturale Resiana promossa
sabato 24 novembre a Palazzo Tonello, sede dell'Unione degli Istriani. Ospiti
della serata sono stati il Sindaco di Resia, Sergio Chinese, il
Presidente dell'Associazione Identità e Tutela della Val Resia, Alberto
Siega e lo storico Gilberto Barbarino.
La serata è stata allietata
dai canti e dalle danze del "Piccolo Coro Monte Canin", formazione di
tredici giovanissimi elementi che si sono esibiti in canti tradizionali in
lingua resiana, friulana ed italiana.E' stata proprio la lingua resiana tema principale della serata e degli interventi dei relatori. Gli abitanti della Val Resia sono infatti i discendenti di un antico popolo di ceppo slavo insediatosi nella Valle ai piedi del Monte Canin circa 1400 anni orsono. La loro presenza, ha ricordato lo storico Gilberto Barbarino, è documentalmente testimoniata a partire dal 1090 ed il loro corredo genetico è, secondo gli studi di diverse università mondiali, unico in Europa. Tale unicità è rispecchiata dalla loro lingua, che non può essere ricondotta a nessuna lingua slava in particolare ma bensì rappresenta per tutte una sorta di ascendente comune antichissimo. Storicamente e culturalmente, la Val Resia ed i suoi abitanti sono sempre stati legati nei secoli passati al Friuli e quindi all'Italia, pur conservando la peculiarità di lingua e tradizione, favoriti dall'isolamento geografico della Val Resia.
Tuttavia, come ha rimarcato il sindaco Chinese, questa peculiarità è oggi minacciata dall'accomunamento forzato dei Resiani e della loro lingua alla minoranza slovena per effetto della Legge 38 sulla tutela delle minoranze linguistiche. Lungi dal tutelare la particolarità di Resia, tale legge si prefigge l'obiettivo di assimilare alla minoranza nazionale slovena questa fiera seppur esigua popolazione che ha saputo conservare lingua e tradizioni per più di un millennio, ma che potrebbe culturalmente soccombere per effetto di una legge miope ed ingiusta.
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