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domenica 30 dicembre 2012

Trovate armi nella casa del tenente donna

Resia, Giada Di Lenardo alpina di 26 anni in servizio all’Aquila è stata denunciata e sospesa dal servizio.

Le perquisiscono la casa e trovano un piccolo arsenale militare. A finire nel mirino dei carabinieri del Nucleo investigativo di Udine però, non è stato un cittadino come gli altri, ma un tenente dell’Esercito, appartenente al 9º Reggimento alpino di stanza a L’Aquila. Giada Di Lenardo, ventiseienne originaria di Resia, è finita nei guai per detenzione impropria di una mina anticarro e di una serie di munizioni marchiate Nato.
Per questo è stata denunciata alle autorità militari, che, in attesa di vagliare la sua posizione, l’hanno sospesa dal servizio.
La perquisizione da parte dei carabinieri di Udine (coadiuvati dai colleghi della stazione di Moggio Udinese) è avvenuta lo scorso 9 dicembre. Gli uomini dell’Arma hanno setacciato l’abitazione della madre del giovane tenente, a Gniva di Resia, rinvenendo una mina anticarro da esercitazione (che, se riempita con polvere da sparo, può essere innescata) e cinquanta proiettili 9x19 mm Parabellum marchiati Nato, in uso alle forze armate italiane. Materiale che non può essere detenuto in abitazioni private.
L’indagine, sarebbe partita proprio da L’Aquila, dove Giada Di Lenardo presta servizio. Al momento della perquisizione, la graduata dell’Esercito, si trovava al Sestriere.
La notizia è stata tenuta riservata dagli inquirenti, in attesa di un pronunciamento definitivo da parte delle autorità militari. Comunque non è la prima volta che Giada Di Lenardo subisce provvedimenti disciplinari. Era già accaduto un anno fa per problemi legati all’abbandono del posto di guardia e per l’utilizzo improprio di un’arma da fuoco. Anche in quell’occasione era stata sospesa da servizio e aveva trascorso un breve periodo all’ospedale militare del Celio, a Roma.
La mina e i proiettili sono stati trovati nella sua camera da letto. Giada Di Lenardo è molto conosciuta a Resia e in tutto l’Alto Friuli per i suoi trascorso sportivi. La giovane infatti, prima di intraprendere la carriera militare, ha vestito i colori del Gruppo Atletica Moggese, conquistando una serie di titoli nazionali e regionali nel lancio del disco e del peso. Ora questa brutta storia che l’ha coinvolta rischia di macchiare indelebilmente la sua carriera militare. Le autorità dovranno stabilire come e perché Giada Di Lenardo sia entrata in possesso della mina e dei proiettili e se, per riuscirci, abbia chiesto aiuto a qualcuno dei suoi colleghi di stanza con lei a L’Aquila.
Da verificare inoltre, l’utilizzo che voleva fare del piccolo arsenale trovato nella sua abitazione di Resia.
Tratto dal sito Messaggero Veneto del 29 dicembre 2012

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