Turismo agricolo: alla scoperta di un delicato presidio Slow Food direttamente dal produttore
Non è una sagra, ma una giornata autentica per la raccolta di un ortaggio, presidio Slow Food, simbolo del territorio dei monti in provincia di Udine, ancora poco conosciuto. Attraverso un percorso facile nel bosco si raggiungono i campi dove i visitatori-raccoglitori conosceranno qualità, tecniche colturali e l'ambizioso progetto che si cela dietro un così umile ortaggio. In quell’angolo del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, il pic-nic sarà allietato da musica e balli tradizionali resiani
Promotrice della manifestazione giunta alla sua terza edizione è Donatella Pezzaioli, la produttrice di aglio di Resia che ha lasciato un sicuro lavoro d’ufficio a Brescia per scoprire il piacere (e la fatica) del lavoro della terra, con la sua ricchezza di cultura e di valori. Impossibile non farsi conquistare dal suo entusiasmo verso un prodotto unico e antichissimo.
Signora Donatella che cosa ha di speciale l’aglio di Resia?
E’ un aglio delicato che ha il buon sapore del rispetto del territorio. È rossastro, dal particolare aroma persistente, dolce, privo del gusto acre dell'aglio comune.
E'’ un prodotto tradizionale destinato all'estinzione, oggi tutelato dall'Associazione di piccoli Coltivatori "Rosajanki Strok”.
Cosa significa questo ortaggio nei confronti dello sviluppo della sua zona?Non cambieremo il mondo con l'aglio! Tuttavia è un valido motivo per sensibilizzare verso un'inversione di marcia, per valorizzare i prodotti del territorio, contrastare l'abbandono della montagna e suggerire un motivo in più per visitare questa vallata unica dove l'isolamento geografico ha favorito il mantenimento di antiche tradizioni e di antiche semenze. L’aglio è anche speranza di un futuro lavoro in valle per i giovani resiani.
E’ un aglio delicato che ha il buon sapore del rispetto del territorio. È rossastro, dal particolare aroma persistente, dolce, privo del gusto acre dell'aglio comune.
E'’ un prodotto tradizionale destinato all'estinzione, oggi tutelato dall'Associazione di piccoli Coltivatori "Rosajanki Strok”.
Cosa significa questo ortaggio nei confronti dello sviluppo della sua zona?Non cambieremo il mondo con l'aglio! Tuttavia è un valido motivo per sensibilizzare verso un'inversione di marcia, per valorizzare i prodotti del territorio, contrastare l'abbandono della montagna e suggerire un motivo in più per visitare questa vallata unica dove l'isolamento geografico ha favorito il mantenimento di antiche tradizioni e di antiche semenze. L’aglio è anche speranza di un futuro lavoro in valle per i giovani resiani.
Come si inserisce il prodotto nel contesto Slow Food? Una decina di anni fa è stato istituito il Presidio Slow Food catalogando il nostro aglio tra i cibi "buoni, puliti e giusti".
Dalla vita di città alla Val Resia il passo non è semplice: che cosa l’ha spinta a diventare produttrice di aglio di Resia?
L’aglio di Resia è un prodotto eccezionale, è una risposta alla globalizzazione del cibo. Ho deciso di sposare questo progetto perché voglio dare un futuro ai giovani. Inoltre credo in questi luoghi meravigliosi, la natura qui è meravigliosa: in Val Resia ci si “resetta”
Tratto dal sito TGCOM
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