La candidatura per il riconoscimento da parte dell'Unesco dei grandi valori culturali delle musiche e delle danze della Val Resia è ora al vaglio di chi dovrà decidere in merito. Tutto il materiale raccolto, già visionato dai funzionari ministeriali è stato inviato a Parigi entro il termine previsto del 31 marzo.
Fiducioso sul successo dell'iniziativa, che fu pubblicizzata con con un evento dedicato alla Provincia di Udine, il sindaco Sergio Chinese. «Tutto il materiale documentale raccolto è già stato visionato dai funzionari ministeriali prima dell'invio a Parigi, ora attendiamo con fiducia che il percorso avviato due anni fa dal Comune porti all'importante riconoscimento che ci permetterebbe di valorizzare ulteriormente la musica e la danza resiane attraverso la candidatura Unesco dei beni immateriali».
«Proprio alla musica– aggiunge Chinese -, è affidata una testimonianza inconfutabile della tipicità culturale della popolazione resiana, che, di generazione in generazione, ha tramandato, attraverso il canto e la musica, storie, cronache, favole, tradizioni religiose e l’essenza stessa della resianità. Tutti i resiani, dentro e fuori della valle, quando ascoltano le prime note della zitira e della bunkula si commuovono, e, trasportati dal ritmo della propria terra di origine, danzano insieme sentendosi affratellati».
Il progetto di candidatura, ha visto impegnati, oltre ai due gruppi storici da sempre sensibili alla tutela del patrimonio musicale, il Gruppo Folcloristico e il Coro Monte Canin, anche alcuni cultori e giovani locali. È un progetto arduo e complesso ma possibile. Un obiettivo che la popolazione resiana ha sempre sognato e che ora sta per avverarsi. «Tutto il materiale raccolto, che testimonia una forte vitalità anche ai giorni nostri, della tradizione musicale – spiega ancora il sindaco -, è stato opportunamente catalogato nelle schede ministeriali dei beni immateriali (Bdi) dall’antropologo Stefano Morandini e dall’etno-musicologo Roberto Frisano. Il supporto tecnico-informativo è stato garantito dal Centro regionale di Catalogazione e Restauro, che sotto la guida della dottoressa Franca Merluzzi, ha provveduto a validare e pubblicare sul Sirpac (Sistema informativo regionale del patrimonio culturale) ben 22 schede di Beni Demoantropologici Immateriali».
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