E’ TEMPO DI CAMBIARE
Penso che ormai questo vecchio cartello abbia fatto il suo tempo e sarebbe ora di sostituirlo, con uno più recente e aggiornato. Tale cartello è stato collocato, in quel posto, luogo che si trova lungo la strada provinciale nei pressi del confine tra il comune di Resia e quello di Resiutta, al tempo in cui l’amministrazione comunale era retta da persone di chiara e manifesta propensione slovena. La scritta, e non poteva essere altrimenti, riporta la dicitura ROZAJANSKI KUMUN, nella lingua dialettale slovena.
Da quando è stato posto questo cartello, e sono passati molti anni, la realtà di allora, oggi, è cambiata, pertanto, al suo posto sarebbe opportuno e doveroso collocare un nuovo cartello, riqualificato con la dicitura ROSAJANSKI KUMUN.
Se la spesa fosse troppo onerosa per le casse comunali, basterebbe solamente sostituire una consonante, togliere quella Z, tanto cara ai nostri compaesani, quelli che si dichiarano di minoranza slovena, e sostituirla con la S, così da rendere più realistica la posizione grafica della nostra lingua. Nel caso in cui dovessero sorgere delle difficoltà economiche l’associazione Identità e Tutela Val Resia sarebbe propensa a venire incontro a queste esigenze. Oltre a questo cartello ce ne dovrebbe essere un altro, posto al confine tra il nostro comune e quello di Lusevera, lungo la strada statale che da Tarcento porta verso Uccea e la Slovenia. E’ giusto apportare questa sostituzione perché, così facendo, si andrebbe, finalmente, ad uniformare obbligatoriamente, queste scritte, con una scrittura, uniforme e organica, che dia e che sia l’espressione della grafia della nostra lingua, così da dare già un’impronta, basilare e lineare, all’ingresso e alle porte del nostro comune.
Franco Tosoni
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RispondiEliminaA Resia, chi l'ha visto?
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RispondiEliminaAndrea, resta il fatto che per imparare il Resiano NON è necessario imparare lo Sloveno o qualsiasi altra Lingua slava.
RispondiEliminaResta il fatto che per salvare il Resiano NON serve che venga a Resia il console sloveno Sergas o qualsiasi altro politico sloveno, come se Resia fosse una enclave slovena.
Resta il fatto che l’Italiano io, - e, credo, anche lei – lo parlavo già prima di andare a scuola perché siamo in Italia ed è la Lingua che ho sentito fin da quando sono nata. Poi, andando in vacanza dai nonni in Lombardia, ho imparato anche il dialetto comasco e, da quando abito in Friuli, capisco, leggo e parlo il Friulano (e sono anche più brava di certi amici friulani 100%)..
Se i bambini resiani parlano meno il Resiano è, forse, perché ora i genitori – come capita in tutti i posti del mondo o come è capitato a me – non sono tutti e due Resiani e va a finire che in famiglia si parla prevalentemente l’Italiano.
Ma la soluzione quale sarebbe per lei? Istituire la scuola bilingue italiana/slovena a Resia? O non sarebbe più giusto e logico insegnare SOLO il Resiano?
Scusi, ma non ho mai sentito che per uno straniero sia necessario imparare una Lingua moderna prima di dedicarsi all’apprendimento di una Lingua antica appartenente allo stesso ceppo. Non mi risulta che un Tedesco, per imparare bene il Latino, debba prima studiare a fondo l’Italiano moderno.
Il Resiano è, se vogliamo, il “Latino” delle Lingue slave perché si è mantenuto inalterato e non è cambiato nel corso dei secoli.
Continuo a trovare ridicolo, oltreché pretestuoso, cercare di “slovenizzare” una popolazione intera per “aiutarla” a salvaguardare la propria Lingua e le proprie tradizioni. Soprattutto se i diretti interessati non ne vogliono sapere e vivono tutto questo solo ed esclusivamente come un’imposizione e un’intromissione di estranei in cose che non dovrebbero riguardarli.
E, torno a ripetere: dov’erano i “salvatori” sloveni negli anni passati quando i Resiani, poveri sprovveduti sempliciotti, non si accorgevano che l’Italiano si stava mangiando a poco a poco la loro Lingua?
Dov’erano i politici e i consoli sloveni – e prima ancora jugoslavi – mentre Resia “si avviava verso questa catastrofe linguistica”?
Dov’erano le corriere di turisti sloveni ansiosi di conoscere questa “perduta terra slovena”? Dov’erano quelli che oggi sentono come una necessità irrinunciabile l’avere in tasca un documento d’identità scritto in una Lingua straniera che nemmeno sanno leggere?
Dov’erano tutti gli “Sloveni di comodo” che oggi spuntano come funghi a Resia e in altre parti del Friuli, Sloveni solo per mungere i contributi dovuti alla sola vera minoranza slovena (che a Resia, peraltro, non c’è mai stata)?
E dove sono tutti questi Sloveni visto che alle ultime elezioni in NESSUN Comune, né a Resia e né nelle altre zone “slovene” del Friuli, i partiti che dovrebbero rappresentare questa minoranza non sono andati oltre ad un patetico risultato da prefisso telefonico?
Mi sto accorgendo di scrivere da tempo sempre le stesse cose…
Ormai il concetto dovrebbe essere ben chiaro: i Resiani vogliono essere solo Resiani e non la minoranza di nessuno e vogliono continuare a parlare, scrivere e leggere solo in Resiano e non in una Lingua che non è mai stata la loro.
È così difficile da capire?
Evidentemente sì e, forse, è meglio lasciar perdere perché, come dice un noto proverbio friulano “A l’è inutil insegnâ al mus: si piart timp e, in plui, si infastidii la bestie”.
Sbuhan.
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RispondiEliminabravo.bravo. peccato che il beneamato Tito si sia momentaneamente assentato e ha lasciato persone alle quali non ha dato disposizioni e quindi sparecchiano cose senza senso.
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Eliminapoveretto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! di spirito naturalmente.
Eliminami vergogno di parlare e scrivere Resiano con uno che desidera diventare sloveno. Io a essere in lui smetterei di parlare Resiano e mi dedicherei al solo sloveno. Forse si vergogna di parlare solo sloveno a Resia? tanto come dice lui tutti lo capiscono, ma almeno dimostra chi è. Ha timore dei veri Resiani?
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RispondiEliminasconfessa tutto quello che ha detto in precedenza?
Eliminapersona da non fidarsi.
rosaien tuw laskò
non avrà più risposte aspirante sloveno
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RispondiEliminaMuss, po Rosajanske?
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