Ci risiamo, Alberto Siega, presidente dell’associazione Identità e tutela val Resia, pubblica, con nomi e cognomi, tra i quali due ex sindaci, la lista dei proscritti cioè quella dei suoi concittadini resiani che scientemente o ingenuamente avrebbero favorito l’insediarsi in valle di una sorta di quinta colonna slovena. Essi sarebbero colpevoli di avere, attraverso la famigerata legge di tutela, permesso a Resia e alla sua comunità di accedere ai benefici previsti dalla suddetta normativa, prima di tutto il mantenimento del plesso scolastico in loco. La questione è nota, quello che sorprende non sono il movimentismo e il reducismo dei patrioti italiani, ma il fragoroso silenzio dei circoli sloveni che pure a Resia nei primi anni 90 avevano determinato le condizioni di una vera e propria primavera resiana con la riscoperta linguistica e identitaria e con la tenuta di convegni sulla questione dell’idioma che avevano suscitato interesse internazionale. Paiono annichiliti e rinchiusi nei loro santuari: Novi Matajur e Slovid, incapaci di riarticolare le loro ragioni davanti alla comunità resiana. Sembrano irrimediabilmente in declino e subire l’aggressività culturale e ambientale dei gruppi nazionalistici italofili della Benecia. Sarebbe interessante capire se intendano o meno uscire dal letargo in cui si sono piegati.
Pierpaolo Lupieri
Tolmezzo
Tratto dal Messaggero Veneto dell'8 giugno 2010