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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 9 giugno 2010

SLAVIA FRIULANA

Hanno tradito le aspettative


Ho davanti una delle tantissime lettere inviate al Messaggero Veneto dagli abitanti delle valli del Natisone, del Torre e di Resia impegnati da anni a difendersi contro la forzata inclusione dei loro territori nell’ambito di tutela della minoranza slovena. Mi ha colpito in particolare quella del signor Renzo Onesti che descrive alla perfezione l’attuale situazione nella quale ci troviamo a vivere visto che la legge 38-2001 istituita in quell’anno ci include d’ufficio nei Comuni dove la suddetta legge è applicata. A niente sono valse le raccolte di firme organizzate da semplici cittadini per cercare di avere attenzione dalla politica che ha istituito questa forzosa applicazione territoriale nella provincia di Udine, non sono servite le richieste di istituire un referendum che desse voce alle popolazioni interessate, neanche le prese di posizione di molti amministratori locali che invano hanno cercato di spiegare l’inconsistenza dei presuppoosti che creano questa difficile situazione che sradica le nostre parlate locali introducendo la lingua slovena per volontà politica. Merita ricordare che la legge 38-2001 è stata promulgata dal centro-sinistra alla scadenza del mandato e chi nelle convalli ha memoria si ricorda che specialmente la sinistra ne ha sempre fatto un cavallo di battaglia storico e appena ne ha avuto la possibilità è passata dalle parole ai fatti. Chi pensava di affidarsi a una parte politica che agisca diversamente e che sappia ascoltare le reali aspettative culturali e linguistiche delle nostre zone all’epoca ha votato e sostenuto il centro-destra, in particolare Alleanza nazionale, ora diventata Pdl. Ricordo le battaglie, le riunioni con deputati, senatori, consiglieri regionali: quasi tutti prospettavano la soluzione ideale. «Votateci che torniamo al governo e rimettiamo le cose a posto» era la frase più ricorrente e noi poveri illusi giù a votarli, convinti di aver trovato almeno una persona che porti la nostra voce nelle istituzioni. La delusione di riscontrare il totale menefreghismo di questi parlamentari nei nostri confronti ci ha fatto capire che quasi tutti questi politici miravano solo a fare incetta di voti per sistemarsi, tanto è vero che non si sono mai ripresentati sul territorio per affrontare la soluzione ai nostri bisogni riguardanti questo problema, ma sono addirittura saltati sull’altra sponda. Il senatore di allora Giovanni Collino – ora europarlamentare – dopo aver organizzato manifestazioni in difesa dell’italianità e delle parlate locali, comizi e riunioni di ogni genere, naturalmente quando era solo un aspirante politico di carriera, così pontificava in un’intervista a tutto campo sul Messaggero Veneto del 30 marzo 2003 a pagina 9: «Desidero ricordare che la legge sulle minoranze linguistiche è stata approvata nella precedente legislatura sulla base di un confronto e di un accordo tra me e don Corgnali nel rispetto dell’identità friulana». Ecco tradite per l’ennesima volta tutte le aspettative e la voglia di chiarezza di chi in questa parte d’Italia ha creduto di poter contare sulle promesse di un politico.


Sergio Venturini


San Pietro al Natisone


Tratto dal Messaggero Veneto dell'8 giugno 2010

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