Per un resiano era un evento da non perdere. Per circa due ore la questione resiana è stata dibattuta in diretta sul canale Free Tv. Le mie impressioni, a caldo, non sono state delle più felici, pur tuttavia dando tutta la mia solidarietà, l’appoggio e il sostegno alle due persone: Gilberto Barbarino e Giuseppe Silvestro, la parte che sosteneva e difendeva le ragioni, i pensieri e le logiche dell’identità e tutela della Val Resia. Non altrettanto devo dire, obiettivamente e realisticamente, per gli interventi, della controparte. In questa occasione si sono presentati in tre: Igor Cerno, consigliere comunale del comune di Lusevera, spero che sia intervenuto a titolo personale e non come rappresentante della comunità dei luseveresi; Jole Namor, direttore del settimanale Novi Matajur, che inizialmente ha fatto dei distinguo con i resiani presenti, forse voleva degli interlocutori all’altezza del suo rango e, dulcis in fundo, l’intellettuale della lingua resiana, il resiano-pro sloveno Sandro Quaglia, ognuno per la propria parte, ma soprattutto per rivendicare alla Val Resia una appartenenza astratta e assurda, cioè quella che i resiani parlano un dialetto sloveno e che in merito di tale particolarità sono, di conseguenza, anche considerati di discendenza slovena.