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martedì 15 dicembre 2009

Il fascino musicale della Val Resia in un manoscritto di Ella Adaiewsky

Fino a pochi anni fa unicamente gli specialisti conoscevano la storia di Ella von Schultz-Adaiewsky (1846 - 1916) quale pioniera degli studi etnomusicologici. Ma oggi Ella è tornata a essere figura a tutto tondo, grazie a un felice e fruttuoso lavoro di ricerca portato avanti dall’Associazione Sergio Gaggia di Cividale. Come scriveva Umberto Berti (che la poneva al pari di Clara Wieck-Schumann e di Fanny Mendelssohn), la Adaiewsky è stata uno dei grandi nomi di “donne musicali”, apprezzata non più solo quale attenta studiosa, ma anche come compositrice e animatrice culturale. L’anno della svolta è stato il 2006 quando l’Associazione Gaggia ha promosso, con il contributo del Comune di Tarcento, della Comunità montana e della Fondazione Crup, un primo convegno sulla Adaiewsky tratteggiandone un ritratto di donna complessa. Va ricordato che la musicista russa, originaria di San Pietroburgo, soggiornò a Tarcento per circa venti estati a cavallo tra XIX e XX secolo. Un secondo convegno nel 2007 ha ripreso il suo lavoro etnomusicologico e, un terzo, nel 2008 si è spinto a indagare altri profili e aspetti di questa “donna musicale”, compresi i suoi importanti rapporti a livello internazionale. Tra le frequentazioni friulane durante i soggiorni a Tarcento, oppure ad Arta, o Cividale, Ella Adaiewsky - come ricorda Marianna Deganutti - aveva avuto modo di incontrare Carlo Podrecca, Giuseppina Perusini Antonini, Olga Craigher in Gabrici, Giovanni Marinelli, il professor Chiarini, addirittura Giosuè Carducci. La Deganutti ci ricorda una frase della contessa Perusini riferita alla villeggiante russa: «Sul mio album annotò un canto religioso udito a San Pietro al Natisone». Il suo interesse per la musica popolare la spinse a iniziare, nel 1883, un manoscritto dedicato alla musica della Val Resia di cui amorevole custode è, dallo scorso settembre,il musicologo Quirino Principe, già depositario attentissimo del percorso esistenziale e letterario di Benno Geiger, indissolubilmente legato a quello di sua zia, Ella Adaiewsky. «La musicista raccolse nel 1883 e nel 1887 un considerevole numero di canti e danze della minoranza etnica della Val Resia annotando in modo scientifico sia i testi che le musiche - spiega Andrea Rucli, per l’Associazione Sergio Gaggia -. La conoscenza di queste danze resiane del XIX secolo è importantissima per lo studio e la comparazione con l’attuale folclore musicale resiano». La scoperta del corposo testo autografo della Adaiewsky, datato 1883 e intitolato provvisoriamente dall’autrice Un voyage à Résia - Studio sui decametri delle danze resiane , sarà presentata e illustrata dall’Associazione Sergio Gaggia mercoledì alla stampa. Il manoscritto è stato ritrovato da Elsa Geiger Arié, nipote della Adaiewsky, figlia di Benno Geiger. Si tratta probabilmente di una bozza per una pubblicazione mai realizzata. Il volume contiene le sue trascrizioni dei canti e dei pezzi strumentali, tutta la sua ardita teoria armonica e ritmica, le ipotesi sulle possibili derivazioni della tradizione resiana, non ultima una fi liazione carsica e una dal canto greco antico. Fanno da cornice alle ipotesi numerose descrizioni liriche “in diretta” sul magico mondo della valle di 125 anni fa. «Questa - spiegano gli esponenti della Gaggia - è una novità che sta destando un interesse straordinario in tutti gli esperti e appassionati del settore etnomusicologico».


Tratto dal Messaggero Veneto — 06 dicembre 2009   pagina 10   sezione: CULTURA - SPETTACOLO

1 commento :

  1. Quel manoscritto poco inedito Vedo che quasi un terzo dell’“Album - Cultura spettacoli & società” di domenica 6 dicembre è dedicato alla “scoperta” di un manoscritto dedicato da Ella von Schutz-Adaiewski alla musica della Val di Resia. L’enfasi (non so se dovuta alla penna della giornalista o al comunicato dell’associazione Gaggia) per la “scoperta” si spreca: il manoscritto «risale al 1883 e rispunta solo adesso», dice un titoletto interno; un “tesoro” che ricompare, «la bozza di una pubblicazione mai realizzata», una «novità che sta destando un interesse straordinario», e così via. Va bene il manoscritto; ma documenti clamorosamente inediti? Per amor di verità e per rispetto di chi lavora con serietà: a San Pietroburgo nel 1891 è stato edito un opuscolo di 28 pagine intitolato “Chansons et airs de dance populaires, précedés de texte, recueillis dans la vallée de Resia par Ella de Scoultz-Adaïewsky...”; gli stessi documenti resiani raccolti dalla Adaiewski fra il 1883 e il 1887 sono stati riediti poi nel 1895 nei Materialen zur südslavischen Dialektologie und Ethnographie di J. Baoudouin de Courtenay, per cui conto la Adaiewski aveva fatto il rilevamento; una larga antologia degli stessi è stata edita nel 1978 da Arturo Longhino/Arkötöw; quelle trascrizioni della Adaiewski di danze resiane sono alla base del lavoro di confronto in Citira (edito dalla Pizzicato edizioni a Udine!) di Julijan Strajnar; l’analisi sulla «affinità dei canti slavi e dell’antica musica greca» è stata edita a Venezia nel 1883... e potrei continuare, citando altri contributi. Non elenco dati recuperati sulla luna o noti a pochi addetti ai lavori; sono notizie a disposizione di chicchessia, in qualsiasi minimamente seria bibliografia resiana, per non dire delle tante serie bibliografie relative alla stessa Adaiewski.
    Gian Paolo Gri Udine

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