RICERCA: PROGETTO PARCO GENETICO, SI VUOLE CREARE BANCA DATI
Creare una banca dati che, partendo dall'analisi della componente genetica di sei piccole comunità a lungo isolate dal resto della regione per motivi geografici, consenta uno studio approfondito di importanti malattie come diabete, infarto, osteoporosi, ma anche obesità, ansia o depressione per comprendere quanto esse siano determinate da fattori genetici piuttosto che ambientali.
E' l'obiettivo del progetto ''Parco genetico del Friuli Venezia Giulia'', finanziato dalla Regione, che nell'arco degli ultimi due anni ha coinvolto le popolazioni di Illegio (nel comune di Tolmezzo), Sauris, Clauzetto, San Martino del Carso, Resia, Erto e Casso, i cui primi risultati sono stati presentati oggi a Trieste dalla presidente del Centro di Biomedicina molecolare, Maria Cristina Pedicchio, capofila dell'iniziativa, dal coordinatore scientifico Paolo Gasparini e dal ricercatore Pio D'Adamo.
All'incontro erano presenti il presidente della Regione, Renzo Tondo, l'assessore alla Ricerca, Alessia Rosolen, i sindaci dei paesi coinvolti e diversi tra gli studiosi che hanno partecipato al progetto.
La ricerca, come ha spiegato Gasparini, ha permesso di fare la storia clinica delle sei comunità ricavandone una mappa genetica la cui utilità ricadrà su tutta la regione.
Dal punto di vista clinico-epidemiologico ''oggi - ha aggiunto il coordinatore scientifico - conosciamo meglio le patologie per le quali c'è una maggiore predisposizione genetica e quelle per cui è stata sviluppata una protezione''. Lo studio ha infatti ''permesso di identificare tutta una serie di geni coinvolti nella predisposizione o protezione rispetto a malattie importanti, come Alzheimer, Parkinson, e farci meglio comprendere anche stili di vita o preferenze alimentari''.
Non solo. ''Abbiamo ricostruito - ha proseguito Gasparini - una mappa genetica vera e propria; quindi oggi sappiamo che queste popolazioni sono molto omogenee''. Spicca in proposito il dato sui Resiani, che ''condividono in media il 79% del genoma'', ha spiegato D'Adamo, e questo in virtù di un isolamento derivato da essere una vallata chiusa, come Sauris e Illegio.
Un elemento questo che ha indotto il sindaco di Resia, Sergio Chinese, a parlare di ''dimostrazione scientifica di ciò che abbiamo sempre sostenuto'', ovvero che ''siamo una razza unica'', e a rivendicare per questa ragione una tutela delle peculiarità linguistiche e storiche. Un percorso di fatto condiviso da Tondo, che ha detto che l'analisi suffraga richieste ''che i Resiani con grande orgoglio avanzano'', così come in genere ''tutte le particolarità che contraddistinguono le diverse comunità analizzate vanno valorizzate''.
Decisamente buona, hanno sottolineato i ricercatori, l'adesione delle popolazioni coinvolte. ''Dopo un primo momento di diffidenza, l'iniziativa è stata accettata con entusiasmo, specie dai più anziani'', ha evidenziato il sindaco di Sauris, Stefano Lucchini.
Il progetto di parco genetico, che rappresenta un esempio di eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale, come ha messo in evidenza Pedicchio, ha messo in rete diversi partner, quali Area Science Park, Irccs Burlo Garofolo, CNR, Centro Studi Fegato, e Università di Trieste e Udine, con il coinvolgimento di genetisti, cardiologi, psichiatri, neurologi, nutrizionisti, odontoiatri.
Esso consentirà di avere ''una banca regionale di dati clinici, storici, ambientali e geografici'', ha rimarcato Rosolen, grazie ad una ricerca ''che premia le collaborazioni tra enti e istituzioni e che è già capace di immaginare le ricadute possibili in termini di applicazioni industriali (ad esempio per la messa a punto di kit diagnostici per l'identificazione di malattie legate all'alimentazione), e che ci fornirà dati utili alla politica per la pianificazione sanitaria e per saper migliorare la qualità della vita e il benessere delle popolazioni''.
Ora il progetto prosegue e nel 2011 è atteso il completo sequenziamento dei dati genetici.
Tratto dal sito http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/homepage.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta/
Cosa cavolo c'entra il "dna" con la lingua e la cultura?
RispondiEliminaAssolutamente nulla....ma vuoi mai perdere l'occasione per mescolare le mele con le patate!
Turan, perchè non lo banni?
RispondiEliminaFC
RispondiEliminacosa c'entra il DNA con la cultura e la lingua?
SEI COSI' IGNORANTE CHE NON MERITI NEANCHE UNA RISPOSTA....
Ciao ,
RispondiEliminasinceramente il DNA non ha niente a che fare con la cultura (Commento 1-3 hai completamente ragione)pero il fatto che essendoci Frazioni o communita che sono alquanto isolate ci puo fare capire che le persone che vivono in queste regioni sono spesso predisposte ad seguenti casi .
Secondo me e`giusto che il Blog di Turan ci informi anche su questi siti.
Poi ognuno puo giudicare e scrivere il suo parere .
Ciao
Giorgio
RispondiEliminaSe siamo stati definiti una Razza unica (e cioè, che non c'è un'altra uguale)
siamo solo RESIANI.
Abbiamo la nostra lingua, cultura, tradizioni.......che sono solo nostre!
Tra l'altro è stato detto che siamo diversi dai nostri fondatori qualsiasi essi siano.
Più chiaro di così
RispondiEliminacommento #3
Turan, perchè non lo banni?
FC
chi è questo che vuol praticare la censura ?
sono pienamente daccordo con il commento #1
cosa c'entra il DNA con la lingua o la cultura ?
da quello che ho letto nessuno ha dichiarato che i Resiani sono figli di Sloveni o Slavi.
certo che se ne leggono di boiate in giro,
con questa poi i bar pululeranno di brindisi per un qualcosa che non cambia nulla nella vita dei Resiani.
certo che pur di farvi rendere unici vi date semplicemente una zappata sui piedi.
correggo......
RispondiEliminacommento #2
Turan, perchè non lo banni?
FC
chi è questo che vuol praticare la censura ?
sono pienamente daccordo con il commento #1
cosa c'entra il DNA con la lingua o la cultura ?
da quello che ho letto nessuno ha dichiarato che i Resiani sono figli di Sloveni o Slavi.
certo che se ne leggono di boiate in giro,
con questa poi i bar pululeranno di brindisi per un qualcosa che non cambia nulla nella vita dei Resiani.
certo che pur di farvi rendere unici vi date semplicemente una zappata sui piedi.
il commento #3 non ha bisogno di risposte visto che l'ignoranza è troppo alta per capire......
IL DNA NON HA NULLA A CHE FARE CON LA LINGUA,
RispondiEliminaRENDETEVENE CONTO !
TANTO MENO CON LE TRADIZIONI E LA CULTURA !
LA LINGUA E' SLAVA
Come volevasi dimostrare!
RispondiEliminaVedi che non ce la puoi fare?
RispondiEliminaSono sempre il 10
E' chiaro che la lingua è slava, ma non si stava parlando di questo (hai un pò di confusione in testa).
Il discorso riguardava la correlazione che esiste tra DNA e Lingue, ma lasciamo perdere.....
Poveri filo sloveni,si stanno arrampicando sugli specchi.Cercano di stravolgere il senso degli studi fatti ingarbugliando la matassa.Volete capirla che è finita per voi.Noi siamo solo Resiani e lo abbiamo dimostrato.Se amate resia fate un passo indietro e chiedete scusa.Turan ha ragione quando scrive che siamo resiani semplicemente resiani.
RispondiEliminaSuggerisco di non dare troppa considerazione a chi cerca di istigare negatività e polemiche, non rispondendogli neanche .
RispondiEliminaConcentriamoci a considerazioni e confronti costruttivi e positivi che rafforzino la nostra identità e sopratutto sull'unione dei vari paesi della valle.
W la Val Resia
RispondiEliminapuò venirvi a studiare qualsiasi scienziato ma,
sarete sempre SLAVI
Rif a 16
RispondiEliminaCerto siamo un ceppo di origine slavo, non di certo latino. Quindi???
RispondiEliminaQuindi???
4 Sloveni espulsi che attraversato il Canin hanno fondato Resia
RispondiEliminaSì uno per Paese....
poi lo Spirito Santo ha provveduto a popolare Resia!
Stendiamo un velo pietoso sul capitolo sloveno......
RispondiEliminaCerto che se si chiudesse questo sito sarebbe proprio un bene per la comunità Resiana.
Ah! Ah! Bella questa, dello Spirito Santo...
RispondiElimina
RispondiEliminaSiamo al delirio della razza, un copione tragico già visto.
Ovviamente la razza resi-arina discende direttamente da Dio.
Con tutti i casini che ci sono in giro, ragionare sulla razza mi sembra un segnale di poco realismo.
Tanti saluti resi-ariani
Per inciso, l’origine degli abitanti della Val di Resia è dibattuta: esiste la leggenda di una loro migrazione dalla Russia, ma sia Jan Baudoin de Courtenay che Don Stefano Valente, di origine resina, la respinsero su basi linguistiche. Quest’ultimo nel 1868 affermò che il resiano è un dialetto dello Slavo Cragnolino e Carinziano. Insostenibile è dunque l’omologazione tra Resia e Russia in virtù di una vaga assonanza dei due termini. Il toponimo è attestato in epoca remota e nell’anno 1240 la grafia era Rexia (pronunciata come in Venexia). C’è chi fa derivare il toponimo dalla base romanza di ràsega (segheria) che G.B. Pellegrini suggerisce per il Passo di Resia, ma nel Medioevo i tronchi erano squadrati con l’accetta, che era uno strumento molto più importante della sega. Invece è evidente la relazione di Rézija con la dea Reitia, che vale allo stesso modo per il passo di Resia e per l’antica Retia. È dunque ora di valutare “scientificamente” la possibile identità dei Resiani come una “sacca” venetica arcaica rimasta isolata, la cui lingua assume risalto per l’interpretazione delle iscrizioni venetiche antiche.
RispondiEliminaTratto dal libro: La dea veneta. I Venti antichi dal Baltico alla Bretagna (Edizione Cierre 2009, pag. 153) di Piero Favero