E pensare che ci sono ancora politici locali che continuano a sostenere che la legge 38-2001 “Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia” non tuteli una minoranza nazionale slovena in quanto ciò non è scritto nella legge! Ebbene, in Friuli Venezia Giulia, la legge 38-2001, voluta dai governi D’Alema e Prodi e dagli enti locali, senza coinvolgere i cittadini, tutela una minoranza nazionale slovena non solo nelle province di Gorizia e di Trieste (dopo la prima guerra mondiale con il Trattato di Rapallo), ma anche nelle Valli del Natisone, del Torre e di Resia e addirittura a Cividale del Friuli, dove non è mai stata riconosciuta né dalla storia né dai trattati internazionali (Londra e Osimo). Ciò appare evidente dalle seguenti considerazioni. 1) Nell’art. 2 della legge 38-2001 si afferma che «le misure di tutela della minoranza slovena previste dalla presente legge si ispirano alla convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, fatta a Strasburgo il 1º febbraio 1995 e ratificata ai sensi della legge 28 agosto 1997, 302» . Tale convenzione stabilisce all’art. 3 che: «Ogni persona appartenente a una minoranza nazionale ha il diritto di scegliere liberamente di essere trattata o non esserlo come tale...» (nessun cittadino è stato interpellato, ma i comuni sono diventati “sloveni” solo su richiesta di 1/3 dei consiglieri comunali) e all’art. 10 «nelle aree geografiche di insediamento sostanziale» (a Cividale del Friuli il partito degli sloveni ha ottenuto nelle ultime elezioni regionali ben 29 voti!) «o tradizionale» (a Cividale del Friuli, in particolare, ma in tutta la Slavia friulana gli sloveni non sono mai stati “tradizionalmente” presenti) «delle persone appartenenti a minoranze nazionali, quando queste persone lo richiedono e tale richiesta risponde a un bisogno reale». Pertanto chi ha voluto e chiesto l’applicazione della legge 38-2001 non ha tenuto in alcuna considerazione le direttive della convenzione quadro europea. 2) L’art. 8 comma 3 della legge 38-2001 recita: «Nei comuni di cui all’art. 4 (quelli riconosciuti sloveni con il Dpr 12-9-2007) la carta d’identità e i certificati anagrafici sono rilasciati a richiesta dei cittadini interessati sia in lingua italiana e slovena sia nella sola lingua italiana». In questo modo la consistenza dei cittadini italiani di nazionalità slovena non può essere dedotta dal numero delle carte d’identità bilingui rilasciate, in quanto anche chi si sente sloveno può richiederla soltanto in italiano. Che raffinato cavillo legislativo! 3) Gli interventi delle autorità slovene (presidente della repubblica che a Caporetto ha accusato l’Italia di non applicare la legge di tutela degli sloveni; capo del governo che ha reclamato la tutela degli sloveni delle Valli del Natisone, del Torre e di Resia; ministro degli Esteri che ha fatto presente al consiglio delle Nazioni Unite riunito a Ginevra la mancata applicazione della legge di tutela degli sloveni nella segnaletica stradale di Resia; console generale sloveno di Trieste che ha affermato che interverrà spesso per rappresentare gli interessi della comunità nazionale slovena della provincia di Udine e i finanziamenti che la repubblica di Slovenia assegna per le minoranze nazionali slovene) sono una dimostrazione che nei comuni della Slavia friulana e in Cividale del Friuli è stata riconosciuta l’esistenza di una minoranza nazionale slovena né sostanziale né mai tradizionalmente presente sul territorio, con la conseguente istituzione e imposizione di un bilinguismo integrale (gonfaloni, timbri, carta intestata, interpreti, ecc.), previsto, anche se non ancora adottato, in tutti i comuni riconosciuti sloveni con il Dpr. Ci sono ancora dubbi che la legge 38-2001 protegga una minoranza nazionale slovena e non una minoranza linguistica slovena? I sindaci dei Comuni sloveni della provincia di Udine se vogliono salvaguardare la storia, la lingua, la cultura e le tradizioni della propria comunità slavofona, ma di nazionalità italiana si impegnino e facciano presente alle autorità costituite perché sia indetto non un referendum – altra truffa, perché anche chi non si sente sloveno potrebbe votare per sostenere la presenza di una minoranza nazionale slovena – bensì un «censimento per definire con chiarezza la propria identità e per avvallare il peso della propria numerosità» e «avere il coraggio di affermare la propria identità» come ha suggerito la dottoressa Manuela Quaranta Spacapan, moglie del consigliere regionale Mirko Spacapan, di nazionalità slovena.
Luciano Santoro Cividale del Friuli
Tratto dal Messaggero Veneto del 29 aprile 2010
Slavia friulana non vuol dire Slovenia friulana. Pretendere che Cividale sia slovena è un vero obbrobrio. Resia slovena, ma da quando in qua.
RispondiEliminaChiediamo questo censimento, più si aspetta, più le cose si complicano. In politica si fanno sempre i più grandi pasticci, rimettiamo le cose a posto il più presto possibile.
Putnä rozä
sono Manuela Quaranta, mi citate spesso nelle vostre lettere al Messaggero..non credo sarà mai possibile realizzare quanto proposto..gli sloveni hanno ancora paura..e preferiscono stare nei loro circoli..non sono riuscita a tirarne fuori UNO a Udine che abbia voglia e coraggio di istituire una sezione slovena in città, come avrebbe desiderato mio marito..sono CHIUSI, e spesso ARROGANTI..io ho imparato la loro lingua per non rimanere "esclusa"..stessa chiusura, comunque, da parte degli Italiani..è un problema senza fine..
RispondiEliminamio marito l'ha sempre saputo..e ha sofferto tutta la vita per questo..avrei molto da dire in merito..
ognuno guarda al proprio "orticello" e perde di vista il vicino..
Censimento
RispondiEliminaOgni dieci anni, in provincia di Bolzano, la popolazione viene schedata etnicamente.
Nel caso della Val Resia si potrebbe fare un censimento di appartenenza a due gruppi linguistici: resiano e sloveno, e l'occasione di farlo si presenta in occasione del 15° Censimento della Popolazione.
Infatti il 2011 sarà l'anno del 15° censimento.
In questa circostanza si potrebbe censire, oltre alle normali rilevazioni, la propria identità per valutare i numeri di appartenenza al proprio gruppo linguistico.
A presto French
RispondiEliminaChe c'importa degli Sloveni...
Gli sloveni a Resia sono inesistenti (esistono solo i filosloveni e forse due donne slovene che hanno sposato un resiano), facciamo dunque questo benedetto censimento.
RispondiEliminaSono assolutamente favorevole al censimento entico della popolazione.
RispondiEliminaMi permetto di esporre una mia personale analisi circa la specialità della nostra regione, caratteristica acquisita nel 1963, ben 15 anni dopo la Sardegna, Valle d'Aosta, ed il Trentino Alto Adige, giusto per specificare quanto interessava ai governi di allora concedere particolari autonimie legislative al FVG.
Per come la vedo, la caratteristica di regione a statuto speciale è stata concessa non in quanto terrotorio multietico e multilinguistico (classico argomento da libro delle elementari), ma soprattutto per dare un contentino agli amministratori locali in seguito alla eccessiva militarizzazione conseguenza della guerra fredda.
LP