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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 30 giugno 2012

Paradossi di realtà resiane viste da Sandro Quaglia


Qualcuno, per cortesia, mi spieghi se tutto quello che è stato scritto e pubblicato il 29 maggio 2012 sul DOM a cura del nostro valligiano Sandro Quaglia: Sloveni motore del turismo a Resia, e quello che ne consegue, corrisponde a verità. O solamente pura e semplice propaganda. A questo punto, da quello che si legge e si deduce, Resia rifiorisce, nonostante la crisi economica,  grazie al forte richiamo del settore turistico.
L’articolo riporta che: “La Val Resia compresa nella più ampia minoranza linguistica slovena negli anni si è posizionata, sul mercato turistico, a livello internazionale con gli ospiti di lingua slovena provenienti per lo più dalla vicina Repubblica di Slovenia.”

Viene per di più riportato che, nell’anno 2011, ci sono state circa 6000 visite di turisti sloveni perché, oltre alle peculiarità culturali resiane, qui si parla un dialetto sloveno, il resiano, forse, probabilmente a Stolvizza, o da alcuni degli abitanti di quella frazione, da verificare. Chiedo scusa agli autentici resiani che abitano a Stolvizza. Non  viene però descritto se questi turisti hanno soggiornato, mediamente per quanti giorni, oppure è stata solo una “toccata e fuga” di alcune ore? Sembra che ad interessare maggiormente gli sloveni sia il fattore lingua e la ricerca di materiale, come: pubblicazioni in dialetto, dei Cd di musica e canti tradizionali, di vario materiale che descriva la cultura resiana.
L’articolo continua, cito testualmente: “Il dialetto sloveno della Val Resia è ancora quotidianamente parlato ed è per tutti i resiani una ricchezza e come vediamo anche un’attrazione turistica.” E’ indubbio che qui dobbiamo chiarire, una volta per tutte, che razza di resiani siamo, quelli che ci dipinge il Quaglia, nettamente in minoranza, oppure quelli che realmente siamo: resiani, resiani, resiani, prepotentemente e arrogantemente resiani, di lingua resiana,  orgogliosamente e superbamente in maggioranza.
L’articolo prosegue: Il turismo può contribuire validamente a mantenere in vita e far rinascere le comunità di minoranza linguistiche ma non si deve pensare di non toccare nulla, non permettere nessuna modifica, congelando l’intera valle ed i suoi abitanti secondo il modello che l’immaginario collettivo ha di essa. Bisogna adattare le esigenze di comunità alle esigenze del turista, senza stravolgere, ma dando la possibilità al visitatore di fruire di ciò che gli è messo a disposizione nel miglior modo possibile.”
Come può, una voce appartata, fare queste considerazioni? A nome di chi? In  rappresentanza di che? Scrivere  per compiacere a chi? Ma dai che concretamente stiamo dando i numeri, una stramberia bella e buona, inimmaginabile. Parla del congelamento dell’intera valle secondo il modello che l’immaginario collettivo ha nei suoi confronti, dove pensa di non toccare nulla e di non permettere nessuna modifica. Di che cosa? Immagino della lingua. Adattare la nostra lingua allo sloveno così da farsi capire e farsi intendere da questi pensati turisti. Ma il resiano non è un dialetto sloveno? Pertanto chi viene in visita in Valle dalla vicina Slovenia dovrebbe capire ed intendere benissimo il nostro linguaggio.
Per questo motivo noi resiani si dovrebbe sistemare la nostra lingua alle esigenze turistiche, ma per favore.
Franco Tosoni

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