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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 23 novembre 2013

CARTA D'IDENTITA' BILINGUE: ASSOLTE DONNE RESIANE


2 commenti :

  1. Oggi, 23 novembre 2013, era una giornata con il cielo tutto coperto e piovoso, nel leggere la notizie che le nostre tre donne resiane erano state assolte dall’accusa di ingiurie e minacce, mi sembrava risplendesse un bellissimo sole. Ci voleva il giornale “Il Gazzettino” a riprendere e pubblicare la notizia. Dagli altri giornali buio completo per questa sentenza assolutoria, perché il fatto non sussiste. Dopo che il giudice di pace di Pontebba le aveva condannate, tutti a battere gran cassa, specialmente i giornali di parte, quelli che tendenziosamente e spudoratamente ci odiano, si proprio così, odiano il “resiano”, come lingua, come popolo, come usi e costumi, come musica, come danza e l’unicità in genetica. Adesso cosa diranno? Forse niente perché dovranno rimangiarsi tutta quell’astiosità che avevano scritto dopo Pontebba. Per ora silenzio, forse ancora scioccati dalla sentenza. E quella parte resiana, quei resiani che le avevano accusate, accusate di che cosa: per aver detto la verità? Mai era successo a Resia un fatto del genere, neanche quando la Jugoslavia aveva minacciato di voler disarmare la Osoppo per impossessarsi della Valle. Un plauso sincero, onesto e chiaro vada all’avvocato Giuseppe Silvestro per questa vittoria assolutoria e per il suo amore per la nostra terra. Felice poi per Erica e Orietta Di Lenardo e Anna Di Floriano per l’esito positivo della loro innocenza, anche se poi è scappata qualche lacrima, ma sempre lacrima di felicità e di liberazione, mi auguro, invece, che si sia alzato anche qualche braccio con il gesto dell’ombrello, all’indirizzo di chi le aveva ingiustamente accusate.

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  2. Complimenti alle vere e uniche donne Resiane che hanno fatto,come sempre, il loro dovere.
    Bello l'articolo, bravo Fratoso.
    Mi unisco anch'io nel gesto dell'ombrello e a quello scaramantico ""alla faccia di chi ci vuol male"".

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