ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 25 gennaio 2008

Da Bologna alla Val Resia conquistato dalla sua magia

Quando nel 1976 sono venuto da Bologna per la prima volta in Val Resia, a seguito dei terribili sismi che colpirono il Friuli e le zone contermini, come volontario per aiutare la popolazione , non avrei mai immaginato, terminata la carriera lavorativa, di venirci a risiedere. Ma questo il destino ha voluto e ne sono veramente felice! Negli anni successivi ai sismi ho conosciuto molte persone che tenacemente hanno continuato a vivere a Resia, magari facendo i pendolari anche per molti chilometri il giorno. Con sacrificio hanno ricostruito non solo la propia casa ma un'intera società che i terremoti avevano compromesso quasi in modo irreparabile.Terminata l'emergenza, la curiosità per questa bella valle ricca di cultura mi ha portato a passare le mie ferie in Val Resia e a partecipare alla vita paesana durante l'estate o quando ne avevo la possibilità. E anche da Bologna mi interessavo alle sue problematiche che venivo a sapere anche attraverso le pagine del Messaggero Veneto di cui sono abbonato da molti anni. La mia passione è la macchina fotografica e con quella ho immortalato gli anni in cui i Resiani hanno vissuto nei villaggi prefabbricati e ho visto crescere una intera generazione che ho seguito nelle attività dello storico e unico Gruppo Folcloristico Val Resia, ora abilmente presieduto da Pamela Pielich, di cui molti erano e sono componenti. Fin dagli inizi ho partecipato ai lavori del circolo culturale Resiano "Rozajanski Dum" che ha avuto il merito di risvegliare nei Resiani il sentimento di attaccamento alla propia Cultura. Per anni ho sentito ripetere da alcuni "parliamo in Italiano che è meglio": forse molti di essi oggi si agitano a difesa della Resianità. Le molte occasioni di incontro e di approfondimento, promosse dal circolo, sulle tematiche legate al dialetto, alla toponomastica e alla cultura in genere, sono state affrontate in modo scientifico con esperti della materia che la presidente Luigia Negro ha riunito con la partecipazione e l'entusiasmo che la contraddistinguono. Indimenticabile rimangono i confronti con Luigi Paletti e Dino Valente, validi amministratori della cosa pubblica che qui ringrazio per il loro impegno verso i reali problemi della popolazione, che negli anni del loro mandato hanno affrontato con capacità e professionalità, senza mai dichiararsi a capo della popolazione, bensì a servizio di essa. Anche se non conosco il Resiano, attraverso gli incontri pubblici, i periodici e le pubblicazioni stampate a Resia negli anni, ho imparato ad apprezzare la Cultura, la storia, le tradizioni e ho capito anche perchè il Resiano è stato classificato come dialetto sloveno pur con le sue peculiari caratteristiche. Ora assistere all'attività che l'associazione Identità e Tutela ha intrapreso contro le persone sopra riportate mi ha mosso a scrivere queste due righe per porgere tutta la mia solidarietà a queste donne e uomini Resiani che - E VE LO DICO DA ITALIANO - hanno sudato per valorizzare a salvaguardare le caratteristiche e peculiarità della Val Resia che, all'interno della minoranza slovena, che comunque non obbliga nessuno a sentirsi tale, possono solo che essere ancor più garantite. Ringrazio tutti i Resiani che mi hanno accolto nella nostra comunità e sono orgoglioso di poter collaborare con il Gruppo Folcloristico ed il Circolo Culturale di Resia. Per il bene della Valle meno male che esistono queste persone.


Gabriele Cherubini   Resia


Tratto dal Messaggero Veneto del 25 gennaio 2008

22 commenti :

  1. neanche emilio fede , quando al TG4 parla di Berlusconi , non è così servile...

    RispondiElimina
  2. non so quanto c'azzecchi con quanto scritto dal nostro benamato convalligiano Gabriele ma testualmente trascrivo:

    Nel richiedere secondo una prassi consolidata la formale investutura dei suoi privilegi, ragioni e giurisdizione feudale dell'abbazia di Moggio da poco avuta in commenda, Vittore Grimani - uno dei tanti prelati VENEZIANI che in età moderna ebbero in beneficio le valli del Canal del Ferro - tratteggiò a grandi linee e in tono burocratico e convenzionale gli ambiti territoriali sottoposti alla sua tutela, le prerogative, gli emolumenti, i benefici connessi, gli obblighi delle popolazioni suddite e le strutture di governo locale.

    Questa giurisdizione è stata confermata da Pontefici, da Patriarchi, da re de' Romani, da IMperatori, di continuo goduta, e si gode tuttavia con buona grazia di questa Serenissima Repubblica, che l'ha sempre conservata in queste preminenze senz'alcun minimo pregiudicio, con favorirla di diverese ducali.

    Le ville sottoposte si chiamano Moggio, Resiutta, Ovedasso, Villanova, Casasola, Campolaro, Chiusa, Raccolana, Dogna che più tosto Casali che ville in considerazione si possono chiamare, la Ponteba e RESIA, che sotto questo nome abbraccia quattro piccole ville dette S. Giorgio, Gniva, Oseacco e Stolvizza....


    Mio commento

    Wow eravamo italiani e non sotto l'arciduca di PLez (slovenia) già tanto ma tanto tempo fa...

    Tratto da IL FEUDO BENEDETTINO DI MOGGIO a cura di Furio Bianco

    RispondiElimina
  3. risp. al n. 2

    Parlare ai sordi forse riesci a farti capire a chi non vuol sentire è tempo sprecato.

    L'articolo del buon "mortadella" non è farina del suo sacco, a te le conclusioni. meditate gente, meditate. sbugan

    RispondiElimina
  4. Par di capire che in questo blog ci sia poca propensione ad accettare il pensiero altrui ed avviene sistematicamente quando qualcuno si esprime divesamente da quanto ci si aspetti. Questo non è, a mio avviso, molto corretto, il rispetto delle idee altrui è una delle basi fondamentali della tanto più volte citata "DEMOCRAZIA"!!

    Appunto gente, meditate!meditate!

    lo Zio.

    RispondiElimina
  5. caro zio, sono 2, come dici in democrazia bisogna accettare il pensiero altrui ma non seguirlo pedissequamente. In democrazia, caro compagno, c'è il diritto di critica e, la critica, anche se non sulle linee guida del manifesto non porta al gulag come piacerebbe molto a te.


    Saluti da tuo nipote

    RispondiElimina
  6. Caro "nipote",

    ringrazio per i saluti, non sapevo però di essere anch'io oggetto di critica. Mi dispiace che, dopo aver molto studiato, tu non abbia ancora la giusta elasticità mentale. Putroppo per te, lo zio non ha nessun problema a ricevere critiche motivate, per cui potrai continuare in eterno a farmene, non ci sono problemi. Voglio dirti, inoltre, che se definisci compagni tutti coloro che non la pensano come te farai molta fatica ad accettare le molte diversità che in questo mondo per fortuna esistono, dovresti saperlo!! Potrei, infine, salutarti con un ciao "camerata" ma non sapendo da quale parte preferisci sentire attualmente soffiare il "vento", ti saluto con quel mandi che si usa in Friuli.

    lo Zio

    RispondiElimina
  7. Ehi zio non le mandi a dire eh!!

    tuo nipote e' un poco inquadrato ma lascialo perdere con le sue convinzioni-

    RispondiElimina
  8. Ma se il nostro concittadino arrivato da Bologna è riuscito a capire il perchè il Resiano è stato classificato come dialetto sloveno,e lo dice da Italiano (sue parole), noi umili Resiani come dobbiamo sentirci?SLOVENI o RESIANI e BASTA?

    RispondiElimina
  9. par il vot.

    A l'è propit vêr che la mâri dai stupiz alè simpri plene.

    Al numar trei invesse ai dîs che nol crodi di iessi dome lui a pensâ di podê scrivi ben e in ogni câs, prime di dâ dal mortadele a chei altris, che si čiali sè,ca l'lè un salamp e di chei di musc.

    Mandi

    RispondiElimina
  10. al 9

    cjale da ce pulpit arrive la predicje,

    propit non si ul capi, si tente simpri di metti tal miec l'ideologie, propit non centre nue, e poi prove a capi parce tanciu non vuelin il furnlan e che con dovizie Tu ti rabiis, parce i Resians non puedin ance lor pode esprimi il lor parè senze che qualchi dun non si fraponi fra miec?

    Il salam del mus o la mortadelle dell'emilie, sigur a non son di resie dula che, i baste il scipin, par contentassi, naturalmenti senze ideologie. sbugan

    RispondiElimina
  11. Egregio Zio,


    mi sono spiegato male e chiedo venia. Cercherò, quindi, ora, di spiegare meglio il perché delle critiche e della ollocazione politica che, mio malgrado, ti ho affibiato.

    Innanzi tutto perdona il tono confidenziale, a Resia tra nipote e zio era in uso il voi. I tempi, però, sono cambiati, quindi, passo alla più confidenziale seconda persona singolare.

    A Resia, se non lo sai, è in atto una diatriba tra sloveni e italiani, meglio: c’è una parte della popolazione che si sente di minoranza slovena l’altra, invece, si riconosce italiana.

    In questo blog, curato in maniera esemplare, trova spazio l’italianità di Resia. Ma questo, penso, tu l’abbia capito.

    Ora arriviamo alla collocazione politica. L’italianità di Resia è difesa da tutte le correnti politiche che vanno da destra a quasi sinistra. La slovenità, invece, è professata dai nostalgici del Migliore: anche loro vorrebbero il confine al tagliamento.

    Quando tu, sul primo post, hai criticato con enfasi il mancato diritto di cronaca va da sé che la collocazione politica si palesava immediatamente, quindi, tuo malgrado, hai ricevuto una collocazione che, magari, non è tua. Né mi interessa sapere qual è quella reale.

    Accetto le critiche, mi piacciono quando costruiscono. Però, purtroppo, quando queste tendono a sminuire, senza argomentazioni, la parte avversa non le accetto più e mi difendo.

    La storia di Resia è questa: da sempre italiani abbiamo (meglio i nostri avi hanno) lottato per la nostra peculiarità slava ma italiana, non slovena; ora in 40 anni o poco più, dove non è arrivato il IX corpus, arriva la politica.

    Se ti ho offeso me ne spiace e mi dolgo però i fatti sono questi.


    Tuo nipote

    RispondiElimina
  12. Zio, non credere a quel “volpone” di tuo nipote.

    Quello li, non si dispiace di nulla, non chiede nè venia nè scusa a nessuno. Quest’ultimo atteggiamento è determinato solo dal fatto che, siccome in precedenza lo hai strigliato per bene, lui, come è nella sua natura ha risposto di getto facendo una magra figura che adesso vuol recuperare. Quando risponde d’impeto, attribuisce fantomatiche ideologie ai suoi interlocutori anche quando nessuno ne ha fatto cenno. Verità è che gli piace scrivere per poi rileggersi e compiacersi. Gli piace declamare e predicare, magari anche dai pulpiti e mentre parla si ascolta e si inebria . Fa uso di frasi fatte, citazioni e paroloni ma è resterà solo un intellettualoide.

    Il suo delirio di onnipotenza nel suo piccolo microcosmo è tale che arriva a delle farneticazioni incredibili.

    Questo personaggio persegue un solo scopo, quello di affermare la propria verità, senza confrontarsi con gli altri. Contrariamente a quanto afferma, non accetta critiche e non si difende semplicemente perché la sua tattica è l’attacco. Non ascolta mai nessuno, pur di raggiungere il suo scopo farebbe di tutto.

    Resta sempre dietro le quinte da dove manda avanti gli altri; se le cose vanno bene, si prende i meriti, se invece vanno male la colpa non è mai sua. Usa le persone e poi le scarica. Cita spesso il “Migliore” in maniera negativa ma in realtà lo sta emulando alla grande, se potesse, manderebbe al confino tutti quelli che non la pensano come lui ai quali continua imperterrito ad attribuire gratuitamente appartenenze etniche, politiche ed ideologiche incredibili.

    Vuole far intendere di conoscere la storia di Resia e italiana ma la stravolge e la manipola con insinuazioni a suo uso e consumo. Scomoda spesso gli avi e mischia o fa mischiare sacro e profano. In realtà non vuol bene alla sua gente della quale però aspirerebbe a diventarne il condottiero sentendosi a sua volta “ Il Migliore”

    Questo è il profilo che vien fuori solo alla lettura dei suoi interventi in questo blog, figurarsi se lo conosci! Ma Tu caro Zio lo hai capito benissimo da solo, c’è però la speranza che ci sia ancora qualche persona che come la signora Manzini si accorga per tempo in che nave pirata si è imbarcata.

    Un rispettoso saluto

    Il Grillo parlante

    RispondiElimina
  13. Oilalà Grillo, fa male quando la storia viene letta senza ideologie, vero? Resia, tuo malgrado, è stata sempre italiana, meglio di quell'embrione che ha dato vita all'Italia. Non ha mai - e ripeto mai - appartenuto al ducato di Plezzo. All'alba dei tempi era dominio patriarcale (Aquileia), poi è passata alla serenissima ma mai alla repubblica di Slovenia come tu vorresti.

    Testualmente cito: Si fa fede che le quattro ville di S. Giorgio, Gniva, Oseacco e Stolvizza, situate nel Canal di Resia, dichiarò il cancelliere del feudo mosagense nel 1785 nel descrivere il comune di Resiutta. (ASU, Archivio Perusini, b. 383 2.08.1785).Non di Plezzo mio caro Grillo. Quindi puoi offendere quanto vuoi questa è storia.

    RispondiElimina
  14. Dimenticavo, ASU è l'acronimo di archivio di Stato Udine.

    Mandi o meglio il resiano sbuhan

    RispondiElimina
  15. First of all, direbbe il gen. Morgan, le intenzioni del Migliore sì erano quelle di espandere il suo dominio fino al confine geografico del Tagliamento come debito Italiano per aver perso la guerra ma questo non è avvenuto per merito degli Americani e non di tutti gli alleati, sia ben chiaro. Infatti francesi ed inglesi non avrebbero fatto opposizione a causa di precedenti accordi presi con il Migliore del quale erano, in particolare gli inglesi, i principali "foraggiatori". E' stato appunto il gen.Morgan a tracciare insieme al Migliore a Belgrado, gli attuali confini della nostra regione e di conseguenza del comune di Resia, quindi lasciamo stare il IX corpus (banda di criminali a piede libero appoggiati anche da partigiani italiani). Affermo inoltre che, conoscendo abbastanza bene la gente di Resia, nessuno dei citati nei precedenti interventi ha "sponsorizzato" il IX corpus, primo perchè probabilmente non c'erano, secondo perchè sono Italiani anche loro. Italiani, come tutti i Resiani, di ceppo e lingua slava, che riconoscono solo l'appartenenza a questo. In conclusione, perchè esprimere tanto odio verso persone che si riconoscono di ceppo e lingua slavi e poi presentarsi a far festa, insieme alle autorità slovene ad Uccea? Quel giorno tutti amici e contenti eh!! Canti, balli e quant'altro!! Questo è stato citato da qualcuo nel blog? Pare di no. Però fatta una quindicina di chilometri, ritorna l'odio. Bisognerebbe essere coerenti e non "voltare gabbana" a proprio piacere e probabilmente tornaconto!!

    By, by Resia, e buona fortuna!!

    RispondiElimina
  16. Al n 12


    Bravo Grillo, lo hai colpito in pieno. Ha perso la tramontana.


    Al n 13 e 14


    Acronimo anche per te.

    C V D “ Come Volevasi Dimostrare “ Non ne azzecchi una!!


    Al n 15


    Complimenti, sacrosanta verità.

    A Uccea c’è stata una vera e propria passerella di ipocriti.

    RispondiElimina
  17. A proposito di Uccea . . . . io gliel'ho detto personalmente a Daniele Di Lenardo : "hai fatto malissimo a presentarti con il sindaco . . .".Questo xchè sono abituata a" dirle in faccia ".

    Manzini Alessandra

    RispondiElimina
  18. Allora è vero, I.T.V.R. è il cavallo di Troia per conquistare il Comune!! E' aperta dunque la caccia alla poltrona di Sindaco o come si dice attualmente Capopopolo. Auguri vivissimi, bella rogna.

    Tutelare l'identità della Val Resia significa anche riportare la Smarnamissa ai valori di una volta come pure far resuscitare i vecchi Re Magi ahimè scomparsi quest'anno.Come mai non si pone attenzione anche a quello che piano piano sta scomparendo? Probabilmente non è comodo, non si può riprendere il Babau, colui il quale in pochi anni si è permesso di calpestare più volte le tradizioni e l'identità resiane. No, è un alleato prezioso. E poi è un'impegno mantenere le tradizioni, meglio lasciar perdere tanto i Resiani non ci tengono più a tutte queste cose.

    Non è forse vero?

    RispondiElimina
  19. al commento 18:forse gli "sloveni"aspettano altri finanziamenti per recuperare le nostre tradizioni. Solo con i soldi ci si sente sloveni. QUESTA E' UNA TRUFFA. Sembra strano che gli organi competenti non si siano ancora mossi perchè,lo ripeto questa sa di truffa.Noi Resiani siamo e saremo solo RESIANI, non sloveni.

    RispondiElimina
  20. Il buon Jan Anderson pubblicò ai primi anni settanta un bellissimo album ispirato probabilmente al n.19, THICK AS A BRICK.(Questo è inglese non sloveno.)

    Con enorme sollievo da parte "dei sloveni" il n.19 è prorpio un Resiano DOC. Altri Resiani hanno la fortuna di non esserlo, beati loro!

    RispondiElimina
  21. A me è capitato venendo ci da molto più lontano...da Praga.

    RispondiElimina
  22. E' proprio un errore gravissimo permettere che il nostro resiano venga classificato come dialetto sloveno e che si classifichi la Val Resia come una minoranza slovena, solo per avere dei contributi!

    Non ho parole! Ma si conosce la storia del Resiano e dello Sloveno?

    RispondiElimina