ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 14 gennaio 2008

UN PASSO INDIETRO

Ieri all'interno della riunione degli iscritti, abbiamo parlato anche delle dimissioni di Alessandra Manzini, dopo circa 15 minuti di dibattito ci siamo resi conto che dopo tutto, tutti noi possimo sbagliare e talvolta parlare un pò fuori dalle righe. Abbiamo deciso di fare un passo indietro, volto a unire gli sforzi per una Val Resia esclusivamente Resiana. Il primo a fare un passo indietro sarò io, ed è per questo che ho deciso di pubblicare integralmente il Commento da me cancellato l'8 Gennaio. 

4 commenti :

  1. Carissima Alessandra, perdona il tono confidenziale perchè, pur vivendo a Resia non ti conosco. Mi spiace tu abbia, meglio, tu sia stata costretta a dimetterti per le motivazioni che ho letto nel blog, però, purtroppo, questa è Resia. La politica a Resia - e secondo me questo certifica senza alcuna obra di dubbio la nostra italianità - è usata a scopo meramente personale. Mi spiace tu non abbia potuto seguire l'ultima campagna elettorale dove, se la memoria non mi inganna, si sono presentate ben 4 liste. 52 persone per rappresentarne 1000. Il nostro sindaco immediatamente si è eretto a difendere l'italianità di Resia dove, invece, solo Altomonte e Pacilio - pur usando metodi e modi diversi - hanno dimostrato coerenza. Anzi, anche la lista di Paletti era coerente con le sue idee. Filoslovene ma coerente. Infatti, il nostro sindaco, una volta assestatosi per bene, per un altro mandato, sulla poltrona di primo cittadino (sic) non ha fatto altro che distribuire ai suoi accoliti premi di fedeltà. Ce ne sarebbe per tutti. Ma non voglio annoiarti con episodi che, forse, conosci già. Ora, purtroppo per noi, il suo mandato sta scadendo e, come immaginavo, bisogna fare gli accordi inter nos per mantenere tutti i privilegi dovuti. A Resia si inizia già a fare promesse elettorali e tu lo vedi benissimo da te, infatti, l'associazione dalla quale ti sei dimessa sta già facendo il suo patto col diavolo. Che morale possiamo trarre dalle tue dimissioni? Una e soltanto una. I filosloveni marciano compatti, loro raggiungeranno tutti i loro obiettivi perchè l'opposizione semplicemente non esiste. Non esiste perchè poltrone e prebende sono molto più importanti della cosa pubblica, quindi, per raggiungere i privilegi, si è disposti a tutto anche ad accordarsi con chi Resia l'ha svenduta per una manciata di Euro stando seduto sulla poltrona più alta della Valle. Il sig. Chinese, probabilmente, vuole un'associazione composta da persone, anzi da claque, disposte sempre ad assentire senza mai contraddirne le scelte che egli andrà a fare, quindi, sarà solo e solamente colpa nostra se consegneremo nuovamente le sorti di Resia in mano a una persona sola e non a un collegio, come è giusto. Concludo dicendoti di provare a vedere e a contare quante associazioni sono presenti a Resia e quante di queste sono governate sempre e solo dalle stesse persone.

    Ciao

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  2. La politica di una volta si occupava dei bisogni e dei pro-

    blemi della gente, oggi invece la politica ricerca in tutti i modi

    solo ed esclusivamente il consenso personale, anche attra-

    verso la cultura dell'odio verso l'avversario. Non si capisce

    poi l'avversione totale e la demonizzazione delle due leggi

    sulla minoranza linguistica, accusate di portare alla slo-

    venizzazione di Resia, come se una legge avesse il pote-

    re di cambiare l'identità e la lingua di una Comunità.

    Queste leggi hanno di positivo che riconoscono che in Val

    Resia ci sono cittadini italiani che hanno una lingua ed una

    cultura diversa da quella italiana, vanno tutelate e valo-

    rizzate, in quanto sono una ricchezza non solo per la

    Regione Friuli Venezia Giulia ma anche per l'Italia.

    Bisogna ricordarsi che senza queste leggi, le scuole sareb-

    bero state trasferite a Moggio Udinese e con il progetto futu-

    ro di accorpare i comuni più piccoli, il nostro comune rischie-

    rebbe di essere assimilato ad uno dei comuni limitrofi.

    Anche l'attuale Amministrazione Comunale, che inizial-

    mente era scettica sulle due leggi, oggi ne riconosce una

    certa positività per la nostra comunità, senza una politica

    di imposizione, ma fornendoci un'ampia gamma di oppor-

    tunità e di strumenti, anche economici, che in un periodo

    di vacche magre non sono da rifiutare, lasciando libera scel-

    ta a ciascun cittadino di utilizzarli o meno. Viene da chie-

    dersi dov'erano, i componenti del Comitato, nel 1999 e nel

    2001, quando sono state approvate dal Parlamento

    Italiano le due leggi sulla tutela delle minoranze linguisti-

    che.

    Come mai solo oggi si preoccupano tanto, vedono e pre-

    vedono catastrofi per la nostra cultura e le nostre tradizioni?

    Il presidente Sergio Chinese fa parte già da diversi anni

    della Commissione consultiva della Provincia di Udine per

    l'applicazione della legge 482/99 recante «Norme in mate-

    ria di tutela delle minoranze linguistiche storiche».

    Molti di loro direttamente o indirettamente beneficiano in

    termini economici, di queste due leggi e non sono un piat-

    to di lenticchie, ma euro. Con la gente bisognerebbe par-

    lare anche di questo e non solo di quello che conviene dire,

    oppure ripetere sempre le solite falsità come che a scuo-

    la si insegna lo sloveno, andremo sotto la Slovenia, met-

    teranno la bandiera slovena in municipio e chi più ne ha

    più ne metta, solo per spaventare inutilmente la gente.

    La faziosità di questa associazione la si è capita, quando

    le loro riunioni erano aperte ai soli soci e simpatizzanti. Una

    associazione con quegli obiettivi dovrebbe essere aperta

    a tutti indistintamente dalle opinioni politiche e convinzio-

    ni culturali e sociali che uno ha.

    La gente questo l'ha percepito e non si è lasciata abbin-

    dolare da chi con i soliti discorsi infarciti di ignoranza e di

    odio vuole creare divisioni nella popolazione. La nostra

    comunità non ha bisogno di divisioni perché ci sono tanti

    altri problemi da risolvere per dare un futuro dignitoso alla

    nostra gente. Ci vuole gente giovane e motivata che guar-

    da al futuro in maniera costruttiva e propositiva, libera da

    retaggi culturali del passato che cerca di unificare tutte le

    forze della valle, evitando divisioni e responsabilizzando

    specialmente coloro che abitano in Valle tutto l'anno.

    Se qualcuno ambisce alla poltrona, bisogna ricordagli che

    il potere lo si conquista con le idee e i progetti e non con

    le divisioni e l'odio. Perché chi semina odio poi raccoglie

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  3. Rispondo al commento3:

    L'articolo da Lei ricopiato è datato 17 maggio 2007 pubblicato sul Novi Matajur dal titolo Resia, la nostra cultura non ha bisogno di tutori che vengano da....Udine.


    Non è neanche completo, manca la parte iniziale, chi vuole leggere integralmente questo articolo, lo può trovare su questo Blog andando al 21 maggio 2007 venerdì.

    Mandi

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  4. Rispondo al commento 2:

    Parlo da persona libera senza etichette, chi mi conosce sa quanto Amo Resia, nel mio piccolo ho sempre dato disponibilità sia a Oseacco che (sopprattutto) a Coritis(vedi ricostruzione Chiesa). Quindi mi si permetta di chiarire che ciò che cerchiamo di fare tramite questa associazione, non è altro che il bene che parte dal Cuore e non altro. Tutto ciò è rivolto alla nostra Terra e alla nostra Gente, ovunque essa sia. Personalmente credo sia giusto dare una mano, a coloro che a Resia vogliono cambiare radicalmente. Cambiare? Come? Credo, come dice Lei, che la lista chiaramente filo Minoranza Slovena, che in questi ultimi anni era guidata da Paletti, sia compatta nella "dirigenza", abbia in mano varie associazioni (CON LE STESSE PERSONE), e abbia anche un buon seguito, ma non di filo sloveni, ma bensì di persone che negli anni si sono resi conto che far parte della Minoranza Slovena significherebbe finanziamenti e quindi posti di lavoro. A tanti importa solo Lavorare e ricevere soldi per le associazioni di cui fanno parte. Non si rendono conto dello schiaffo distruttivo che tutto ciò avrebbe sulla nostra identità millenaria.

    Che fare dunque in prospettiva? L'unico modo è informare la gente, avvicinarsi e parlare, cercare di far capire che ciò che gli altri dicono sono menzogne, che la legge attuale se applicata parla di Nazionalità Linguistica Slovena, e se qualcuno accetterà di richiedere finanziamenti a nome di questa legge, automaticamente dovrà dichiararsi di Nazionalità Slovena. La legge è chiara,e questo va spiegato anche alle personalità che stanno sedute in Comune. E' facile dichiararsi difensori della Resianità ma sarebbe meglio che si diano una mossa a iniziare quel percorso che il Consiglio Regionale ha loro indicato. SEMPRE SE LO VOGLIONO FARE.


    VERO DIGNOR SINDACO

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