CR: mozione tutela lingue slavofone (1)
16 Dicembre 2008, ore 10:29
(ACON) Trieste, 16 dic - DT - Il Consiglio regionale ha avviato i lavori dibattendo la mozione della maggioranza che intende tutelare e valorizzare le lingue slavofone della provincia di Udine: natisoniano, po-nasen e resiano. Il documento vede come primo firmatario Roberto Novelli del PdL, poi Ugo De Mattia della LN, Piero Camber e Roberto Marin sempre del PdL, Roberto Asquini del Gruppo Misto e Luigi Ferone del Partito Pensionati.
La mozione intende impegnare la Giunta a promuovere presso Governo e Parlamento il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione della specifica identità culturale e linguistica delle comunità slavofone della provincia di Udine.
"Due leggi nazionali, la 482 del 1999 e la 38 del 2001 - ha spiegato Novelli - prevedono la tutela in Friuli Venezia Giulia della lingua tedesca, friulana e slovena, quest'ultima riconosciuta anche dalla legge regionale 16 del 2007. I provvedimenti nazionali menzionano anche le comunità linguistiche storiche della Val Resia, delle Valli del Natisone e delle Valli del Torre, solo che le includono nella minoranza slovena, nella quale invece non si riconoscono.
"Per questo - conclude Novelli - chiediamo, anche a seguito delle numerose istanze di tutela presentate negli ultimi anni, che sia operata una specifica tutela delle comunità linguistiche storiche delle tre valli della provincia di Udine tramite una modifica all'articolo 2 della legge 482/1999".
CR. dibattito mozione tutela lingue slavofone (2)
16 Dicembre 2008, ore 12:00
(ACON) Trieste, 16 dic - COM/DT - Ad aprire il dibattito sulla mozione, Piero Colussi di IdV-Citt. Oggi ci si chiede di aggiungere alle 12 minoranze storiche linguistiche italiane (di cui ben 3 presenti in Friuli Venezia Giulia) riconosciute dalla 482, ancora delle altre. Ma quell'elenco fu il frutto di studi approfonditi, mentre oggi rischiamo di far venir meno un faticoso equilibrio e riaprire così un dibattito che vedrebbe coinvolte molte altre comunità linguistiche. Dietro a questa mozione si celano obiettivi politici finalizzati a mettere in discussione antiche consuetudini di buona convivenza, realtà comunque oggi superate dalla realizzazione della nuova Europa alla quale la nostra regione e la Slovenia partecipano convintamene.
Sulla stessa lunghezza d'onda Igor Gabrovec (PD). L'Associazione degli slavisti italiani, ha annotato, si è già espressa: in provincia di Udine ci sono dialetti sloveni che appartengono alla lingua slovena, molto arcaici, certo, ma comunque appartenenti a quella lingua e non ad altre. Questa mozione non può essere adottata perché chi scrive le leggi deve basarsi su dati certi, scientifici. Se poi qualcuno ha qualche dubbio ancora, può proporre di istituire una commissione che approfondisca questo problema. La politica non si deve sostituire alla scienza, altrimenti ogni dialetto potrebbe diventare lingua.
Di parere opposto Luigi Ferone. Per l'esponente del Partito Pensionati le lingue slavofone della provincia di Udine vanno salvaguardate, non ha senso riconoscerle nell'ampio bacino della comunità slovena. Anzi, sarebbe un non riconoscimento che potrebbe portare alla morte delle tre comunità. E invece bisogna dare giustizia e dignità a queste popolazioni, oltre che contributi autonomi.
Per Igor Kocijancic (SA) non si può, in base a una mozione, decidere che resiano, natisoniano e po-nasen siano lingue che derivano da una cosa diversa dello sloveno. Risiedono lì, il ceppo è comune. Poi, chi parla questi dialetti può sentirsi italiano o sloveno, la nazionalità è un'altra cosa. Suggerisco, come prevede l'ordine del giorno che ho presentato, di organizzare il prossimo anno un convegno per approfondire seriamente questo tema.
Ha svolto il suo intervento prima in tedesco e poi in italiano Franco Baritussio, PdL. Possiamo esprimerci nelle parlate locali, ha spiegato, ma tutti comprendiamo l'italiano. Con questa crisi, sarebbe il caso di risparmiare qualche euro evitandoci la traduzione, senza ledere i diritti di nessuno. Riguardo alla mozione, lascio agli storici e ai linguisti stabilire se queste parlare siano di origine slavofona o derivino dallo sloveno. Ma se queste popolazioni vogliono che le loro parlate vengano estrapolate dal quadro di tutela della minoranza slovena, perché non consentirglielo? Infine, questa Regione ha disciplinato e tutelato sloveno e friulano, soltanto il tedesco, la terza lingua del Friuli Venezia Giulia, non ha avuto una sua legge specifica.
CR: dibattito mozione lingue slavofone (3)
16 Dicembre 2008, ore 12:28
(ACON) Trieste, 16 dic - MPB - Per Stefano Pustetto (SA) non bisogna confondere il parlare con l'identità nazionale, e aprire a tutti gli idiomi locali chiedendo leggi specifiche è strumentale. La legge deve sancire un principio e dare strumenti, altrimenti diventa un problema politico e per questo sono contrario, ha concluso dopo aver precisato che la matrice linguistica non va intesa come appartenenza a uno stato.
Non stiamo parlando di lingue da utilizzare in termini ufficiali ma che hanno radici storiche che non vanno confuse - ha affermato Roberto Asquini (Gruppo Misto) considerando un diritto per quelle popolazioni veder riconosciuta la loro radice storica non slovena ma slavofona. E' giusto definire queste radici per quello che sono e non forzare radici storiche che non esistono, ha concluso motivando la firma alla mozione e definendo un segnale positivo del Consiglio regionale rispettare le loro tradizioni.
Non ha nessun senso tutelare una lingua con un'altra, non si tutela il provenzale con il francese o il cimbro con il tedesco standard - ha affermato Ugo De Mattia (LN) citando gli articoli 2 e 4 della 482 e affermando che le lingue slave parlate in queste terre nascono da una identità. Per questo si chiede una tutela differenziata tenendo conto delle istanze delle popolazioni, ha concluso annunciando voto favorevole.
Mauro Travanut (PD) dichiarando di voler comprendere le motivazioni di chi ha presentato la mozione e i sentimenti che la animano, ha evidenziato che la differenza aleggia ovunque, che non ci si può inchinare ai desideri ma alla scienza, ricordando in fatto di lingue gli studi sulle caratteristiche sviluppato il secolo scorso dai grandi strutturalisti. E ha invitato a sospendere la questione e a organizzare un convegno con tecnici e studiosi per offrire al politico la possibilità di acquisire conoscenza.
La questione dei diritti è di prima grandezza - ha detto Roberto Antonaz (SA) citando l'esempio dei sauriani che parlano un linguaggio affine al tedesco e che, tutelati nella loro parlata, non rivendicano una autonomia linguistica. Nelle valli del Natisone c'è una richiesta diversa che va capita e da questa vicenda bisogna uscirne perché non si può pensare che ogni parlata diversa debba avere una tutela specifica: non la finiremmo più; si tratta invece di dare spazio e diritto a chi sente la propria parlata speciale e questo, di fatto, è riconosciuto con la legge di tutela.
IdV-Citt: Colussi, inopportuna mozione su lingue slavofone
16 Dicembre 2008, ore 18:09
(ACON) Trieste, 16 dic - COM/AB - E' stata giudicata inopportuna dal capogruppo IdV-Citt in Consiglio regionale Piero Colussi la mozione della maggioranza per tutelare e valorizzare le lingue slavofone della provincia di Udine: natisoniano, po-nasen e resiano.
"Inopportuna - ha spiegato - perché la legge 482 del 1999 tutela dodici minoranze storiche linguistiche italiane di cui ben tre si trovano in Friuli Venezia Giulia: friulana, slovena, tedesca. E anche perché la Regione ha voluto predisporre specifiche norme per garantire la piena tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico. Un impegno che è stato al centro dell'azione politica della passata legislatura e si è concretizzato con l'approvazione di due leggi riguardanti le minoranze linguistiche slovena e friulana.
"Per entrare ancora più nel merito - ha ricordato Colussi - sempre durante la scorsa legislatura e proprio per iniziativa del gruppo dei Cittadini per il presidente, di concerto con l'Amministrazione comunale di Resia, si era riusciti a ottenere il riconoscimento di una particolare specificità per queste importanti varianti linguistiche all'interno della legge regionale sullo sloveno. Proprio per questo era stato inserito negli strumenti finanziari un articolo dove si prevedevano interventi economici a favore del resiano e delle varianti linguistiche delle valli del Natisone, del Torre e della Val Canale.
"A testimonianza di ciò, l'assessore Molinaro ha destinato alle attività di promozione e valorizzazione linguistica 100 mila euro. Non è dunque vero che queste antiche parlate storiche slave siano prive di qualsiasi tutela, come recita la mozione. "Voler rimettere oggi in discussione le decisioni della legge 482/99 - ha concluso il capogruppo - significa far venire meno quel delicato equilibrio raggiunto faticosamente in Parlamento e riaprire un dibattito che coinvolgerebbe mote altre realtà linguistiche. Non da meno, si ha l'impressione che dietro a queste questioni si celino azioni politiche finalizzate a rimettere in discussione antiche consuetudini di buona convivenza in un'area, come quella del confine orientale, per troppo tempo al centro di civiltà contrapposte".
CR: approvato ordine del giorno tutela lingua slavofone (4)
16 Dicembre 2008, ore 13:05
(ACON) Trieste, 16 dic - ET - Su proposta del capogruppo dell'UDC, Edoardo Sasco, il consigliere Roberto Novelli ha ritirato la mozione presentata e ha ottenuto un voto favorevole a maggioranza (unico astenuto Sandro Della Mea del PD) all'ordine del giorno correlato.
Questo dispositivo, che porta anche le firme di Daniele Galasso e Franco Baritussio (PdL), Ugo De Mattia (LN), Edoardo Sasco (UDC) e Roberto Asquini (Misto), impegna la Giunta a sostenere presso il Governo e il Parlamento la modifica della legge 482, per la valorizzazione e riconoscimento dell'identità culturale e delle espressioni linguistiche della Val Resia e delle Valli del Torre e del Natisone. In sede di dibattito generale, il consigliere Edoardo Sasco (UDC), ha evidenziato quanto si sia già fatto per le parlate in questione, inserendole nella legge 26 del 2007 e finanziando le previsioni della stessa già nei primi mesi di questa nuova legislatura. Sasco si è detto preoccupato di un'eventuale strumentalizzazione, sottolineando che non si tratta in alcun modo di un'azione contro la minoranza slovena.
Piero Camber (PdL) ha ripercorso la storia della lingua slovena nata ufficialmente nel XVI secolo, dopo gli insediamenti nella valli in questione che sono rimasti isolati e hanno sviluppato una propria parlata. Camber si è detto a favore della mozione perché "non dobbiamo essere gli assassini delle parlate minori accorpandole a quelle più grandi e dobbiamo rispettare la volontà delle popolazioni".
Alessandro Tesini (PD) ha chiesto all'Aula di interrogarsi sulla percorribilità e la coerenza dell'atto di voler interferire con un grado legislativo superiore, come quello parlamentare, senza averne la competenza. Sollevare l'indifferenza degli interlocutori a cui ci si rivolge è frustrante e si rischia la brutta figura.
La risposta dell'assessore alla Cultura Roberto Molinaro è partita dalla specifica che il dibattimento è concentrato sulla tutela di una lingua e non sull'attribuzione di una nazionalità. Scendendo nello specifico della mozione, Molinaro ha evidenziato delle imprecisioni nei contenuti. Il nocciolo del problema in provincia di Udine risiede nella perimetrazione, il territorio di applicazione della legge 26 del 2007, dalla quale il Comune di Cividale ha peraltro già chiesto di uscire. "L'attuale maggioranza ha ottenuto che nella legge di tutela della minoranza slovena venissero inseriti interventi in favore del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale e ora li abbiamo finanziati". La competenza per sancire una lingua minoritaria è, ha ribadito Molinaro, materia statale. L'assessore ha poi accolto l'ordine del giorno di Novelli, perché sposa il principio della distinzione tra l'azione di tutela della minoranza slovena e la salvaguardia varianti linguistiche.
Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza l'ordine del giorno presentato dal gruppo di Sinistra Arcobaleno, che impegnava la Presidenza del Consiglio a organizzare un convegno scientifico per approfondire le questioni trattate dalla mozione.
Tratto dal sito della Regione Friuli V.G.
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