Stupisce il richiamo del signor Pierpaolo Lupieri di Tolmezzo agli organi di stampa regionali della minoranza slovena “Novi Matajur” e “Slovit” che, a parer suo, sono incapaci di far valere le loro ragioni verso la comunità resiana. Non capiamo con quali presupposti egli si arroghi il diritto di intervenire in merito dato che non è resiano, non ha parenti resiani e non ha nessun altro titolo per metterci bocca. Bene hanno fatto i responsabili delle suddette testate a rispettare l’esternazione della comunità resiana perché non si può predicare bene e razzolare male e cioè pretendere la salvaguardia della Costituzione e dei dettami europei per i propri diritti e poi negare quelli degli altri. Il signor Lupieri si sente anche in dovere di rilevare come i richiedenti della tutela slovena per Resia, tra i quali due sindaci, siano visti come coloro che scientemente o ingenuamente avrebbero favorito con la loro azione l’inserimento in valle di un sorta di quinta colonna slovena. I loro nomi sono riportati nelle delibere che gli stessi hanno redatto, rendendosi protagonisti della vicenda, coscienti di poter accedere ai cospicui contributi di cui sarebbero stati destinatari, ma che purtroppo in tutti questi anni non hanno portato né benefici né miglioramenti alla comunità resiana, che invece è sempre più oggetto dell’ingerenza dello Stato sloveno che non rispetta la nostra identità, di cui tutti i resiani vanno orgogliosi. L’opportunità di uno sviluppo degli scambi transfrontalieri di ogni tipo, in amicizia, con il popolo sloveno, non è certo preclusa dai resiani purché esso avvenga nel reciproco rispetto della propria identità. Signor Lupieri, lei dimostra mancanza di conoscenza anche per quanto riguarda il mantenimento del plesso scolastico a Resia. Qui le scuole sono aperte e funzionanti (anche se con pochi alunni) perché è la legge dello Stato italiano che lo permette e non certamente per l’interessamento di quei quattro signori che ci hanno fatto entrare nella minoranza slovena. I suoi ripetuti interventi su Resia hanno il sapore della politica lontana dai concreti bisogni e dalla realtà di un territorio che, come quello di Resia, desidera svilupparsi economicamente e non solo, senza l’etichetta di minoranza slovena. Le ricordiamo che l’associazione Identità e tutela Val Resia, con i suoi oltre 600 iscritti, è apartitica e non confonde la politica con la tutela dell’identità resiana. Non ha mire politiche e tanto meno di potere, ma ha in cuore soltanto la difesa del patrimonio storico, culturale e linguistico della nostra amata Resia.
Alberto Siega presidente Identità e tutela Val Resia Udine
Tratto dal Messaggero Veneto del 25 giugno 2010
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