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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 5 gennaio 2011

Le volontà annessionistiche

È stata data notizia, dai media locali, dell’uscita della cartina geografica «Mi smo tu» edita dall’Istituto per la cultura slovena con il contributo della Comunità montana Torre, Natisone, Collio. È la prima cartina che rappresenta insieme la Benecia, Resia, la Valcanale e l’Alta valle dell’Isonzo in Slovenia. Sul versante italiano i toponimi sono, naturalmente, nella doppia versione slovena e italiana. La cartina, sul retro, presenta anche i luoghi più significativi della storia e della cultura delle comunità.
Comunità che però si differenziano tra loro nella storia e nella cultura, essendo queste mai state assoggettate a un percorso comune. Queste continue imposizioni sono esplicite volontà annessionistiche di questi territori alla storia e alla cultura slovena, con tendenza espansionistica dello Stato sloveno, peraltro col placito consenso delle autorità italiane, civili, politiche e militari regionali e statali, irriguardose verso la dignità e i diritti delle popolazioni della Slavia friulana e di Resia nonché prevaricanti l’accorato richiamo all’unità d’Italia quasi gridato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Questa arroganza e queste imposizioni, che ci considerano “comunità nazionale slovena”, cioè sloveni in Italia, devono cessare, nel rispetto della volontà popolare, libera e sicura in un pacifico riconoscimento reciproco delle rispettive culture, società e patrie, senza fomentare odio verso l’avversario, ma proponendo l’amore per la propria terra e la propria comunità, aspirante a una pacifica convivenza nel rispetto della propria identità e in religiosa memoria del sacrificio dei nostri avi immolatisi per l’onore della patria italiana e per la difesa dei suoi confini.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche vere per porre fine a tale becero tentativo espansionistico sloveno che, come detto, registra l’assordante silenzio delle nostre istituzioni, le quali, miopi nel tutelarci, sembrano ignorare che nelle valli della Slavia friulana e di Resia siano imposte ingiuste leggi, con un ingiustificato e svilente annientamento del patrimonio storico, culturale e linguistico.
Invochiamo il rispetto della Costituzione italiana e della Carta dei diritti dell’uomo europea, per porre termine a tali umilianti tentativi espansionistici, proclamati già ai tempi del maresciallo Tito, non più con le armi, ma ora con l’imposizione della pragmatica appartenenza alla “comunità nazionale slovena”, con giochi politici, giustificati solo dall’arrivo di copiosi, ma immotivati, contributi in denaro, uscito dalle borse dei contribuenti italiani.

Alberto Siega
Presidente dell’Associazione Identità e Tutela Val Resia

Per ulteriori informazioni http://www.mismotu.it/doc/MiSmoTu.pdf

10 commenti :

  1. Non c'è nessuna volontà annessionistica,gli Sloveni nella storia non hanno mai invaso il Friuli Venezia 
    Giulia,se escludiamo Trieste per pochissimi giorni,mentre la Slovenia è stata più volte occupata da forze militari straniere(Lubiana sotto l'occupazione fascista...).Con questa mappa si vuole solo preservare una lingua e cultura che sta scomparedo,come ad esempio si lavora per preservare la lingua friulana.C’è un filo rosso che accomuna la comunità slovena delle Valli del Natisone, del Torre, Resia e Val Canale nel suo cammino dal passato al presente al futuro. È la costante lotta quotidiana per l’affermazione della propria lingua e cultura a dispetto di quanti continuano a negarne l’esistenza. E pensare che ci auguravamo che la caduta del confine contribuisse ad un definitivo superamento delle barriere mentali.

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  2. Quanto segue può fare chiarezza circa la presunta "volontà annessionistica" come qualcuno sostiene:http://www.planika.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1212 .A mio avviso una cultura in più è semplicemente una ricchezza,chi la osteggia "allegramente" è ancora influenzato da vecchie tensioni politiche ormai in gran parte superate(guerra fredda).

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  3. Come sempre l' autodifesa dei Nazionalisti Sloveni si basa sulla caduta dei confini e a volte, come nel caso dei commenti 1 e 2, sul presunto diritto di affermazione della propia Lingua e Cultura, che, a detta loro, a Resia è quella Slovena.
    Peccato che costoro, a volte, non sanno neanche dove sia ubicata Resia, non conoscono le nostre Tradizioni e la nostra Cultura.
    Propio loro che non hanno coscenza storica.
    I loro balli e le loro musiche sono stile Tirolese, e di questo se ne vergognano.
    Non per niente copiano e male la nostra Zitera (unica nel suo genere), e la fanno passae per ballo e musica Slovena.
    Abbiate rispetto e sarete rispettati.

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  4. Non c'è nessun nazionalismo di nessun genere,semplicemente ci si avvale del diritto di affermazione della propria lingua e cultura in tutte le varianti delle vallate del Friuli orientale come previsto dalla legge.Le musiche e i balli sono spesso di stampo"Tirolese" perchè le zone slovene da secoli sono state una regione austriaca(nessuno se ne vergogna),in alcune vallate invece si sono mantenuti dei canti e dei balli non influenzati direttamente dalla musica austriaca che rievocano i tempi antichi.

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  5. Scusi ma la zitera chi la sta copiando? ma c'è qualcuno qua che se ne intende di musica e conosce la musica dei compositori dei paesi dell'est? kodaly per es, simile alla zitera per i suoi tempi irregolari? la musica popolare è un patrimonio mondiale dal quale sono nate opere dal valore internazionale ed eseguite e fatte conoscere in tutto ilmondo. nel caso della zitera questo è stato fatto da alcuni compositori sloveni (srebotnjak, morto nel 2010). chi dice la zitera è nostra vostra è meglio che si chiuda in casa e non esca più.

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  6. "essendo queste mai state assoggettate a un percorso comune", forse una rilettura alla storia.... l' Italia ha 150 anni (circa), e tutti si dichiarano Italiani, e gli altri 10 / 11 secoli che l' Italia non era stata ancora inventata? Non mi direte che siamo latini, come ho sentito dire da qualcuno...

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  7. Le comunità montane sono spesso state separate le une dalle altre mantenedno solo sporadici contatti,di conseguenza è normale che ogni vallata abbia le sue peculiarità linguistico-culturali,come nel caso esteremo di Resia,che è una realtà quasi unica.La valle in questione pur avendo avuto un isolamento secolare dalle altre zone con parlate slovene e anche facendo parte socialmente e politicamente del Friuli storico,mantiene le somiglianze linguistiche più forti con la lingua slovena,tanto da essere stata definita dai linguisti come "parlata slovena di tipo arcaico".Ciò non significa che i Resiani debbano sentirsi  vicini agli Sloveni,se non per le somiglianze linguistiche.Le idee,le opinioni cambiano molto più velocemente di quanto possa evolvere una lingua.

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  8. al commento n8
    ma lei si è letto le leggi che tutelano la minoranza slovena? Lo sa che per statuto la minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia è considerata " minoranza nazionale slovena", con tutto ciò che comporta? Lo sa che nel Resiano compaiono parole che si trovano in tutte le lingue di ceppo slavo?
    Come fa allora a dire che il Resiano assomiglia più allo sloveno? Non ha ancora capito che l'imposizione di minoranza slovena, nella provincia di Udine, tra cui anche Resia, è stata determinata solo dalla politica sporca, che prima ti promette di modificare le "famigerate leggi" ( di tutela dello sloveno) per prendere voti e poi fa lo stesso "gioco" dell'opposizione.
    Bravo Fontanini che non si reca a Roma in occasione della visita del presidente sloveno. Chissà quanti "leccamenti"riceverà a Roma!

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  9. A me risulta che se il resiano fa parte dei dialetti sloveni si vede anche da alcune forme dialettiche che sono identiche (penso si pronunciano uguale, cioè è quello che gli fa differenziare dallo sloveno standard) in altri dialetti sloveni come quello del Collio (brisco narecje), può essere? Ciò mi ha sorpreso perchè si era detto che la valle resiana non aveva contatti nella corso della storia con altre realtà slovene.

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  10. Infatti l'unico contatto che Resia ha avuto con lo sloveno è stato l'apporto di alcuni monaci venuti da Admont, i quali hanno portato solo alcuni vocaboli inerenti la vita quotidiana.

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