”La Slovenia e l’Italia fanno parte dell’Unione europea. Tutti e due vogliamo un’Europa più attiva e coesa e crediamo che abbia bisogno di una politica estera chiara, così come crediamo nella priorità di una Ostpolitik comune”: lo afferma il presidente sloveno Danilo Türk, in un’intervista rilasciata alla Rai del Friuli Venezia Giulia, di cui è stata data anticipazione.
Alla vigilia della visita di Stato in Italia, che inizierà lunedì prossimo con i colloqui al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano, Türk passa in rassegna i temi dei colloqui politici, ricordando innanzitutto il ”concerto di Trieste” della scorsa estate, assieme al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e al collega croato Ivo Josipovic. ”Il concerto – afferma Turk – è stato un’occasione per guardare al passato, considerando il comune futuro. Abbiamo reso omaggio sia ai simboli della sofferenza degli sloveni sia al monumento dedicato ai profughi istriani. Abbiamo fatto un gesto di pacificazione che dà un giudizio del passato – sottolinea – considerando pero’ il futuro”. Per quanto riguarda la visita a Roma, Türk precisa che ”discuteremo del futuro dell’Euro. In questo momento ci sono delle soluzioni provvisorie per affrontare la crisi. Noi vogliamo creare un’unione coesa, sviluppando anche un’unione fiscale. In Slovenia poi – puntualizza – guardiamo con molto favore alla creazione di una regione Adriatico-Jonica che collegherebbe tutte le nazioni dell’area”. Sui temi dell’energia e dei trasporti, Turk punta a ”sviluppare la cooperazione dei porti dell’Adriatico settentrionale. Siamo molto interessati inoltre al tema dei gasdotti. Con la Russia stiamo trattando sul Southstream e a Roma vogliamo discutere anche di questo”.
Türk ricorda quindi la politica della tutela delle minoranze, sia quella degli sloveni in Italia (soprattutto in Friuli Venezia Giulia) e la comunita’ di italiani in Slovenia. ”Credo – puntualizza Türk – che l’attuale politica sia una buona base per fare di più. Il primo principio da rispettare e che nessun diritto già concesso possa essere abrogato e che non dobbiamo diminuire i contributi finanziari per lo sviluppo delle minoranze. Il secondo è che le due minoranze devono collaborare e creare progetti comuni. Sono convinto che le due comunità con queste proposte possono trovare una comune strada per l’Europa, e affermarsi nelle istituzioni dell’Unione, dimostrando che insieme – conclude – stanno creando una comune identità europea”.
fonte: Ansa
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