ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 22 ottobre 2011

L'Italia si arrende ai nazionalisti sloveni


Per rispondere civilmente e democraticamente alle pretese dei nazionalisti sloveni di applicare il bilinguismo, ai sensi della legge 38/2001 - Tutela della minoranza slovena, è necessario ricordare che Gorizia città è sempre stata friulana italiana. Gli sloveni risiedevano nel contado, Salcano, San Pietro, Sant’Andrea, paesi che fino al 1927 erano comuni autonomi. Oggi è rimasta all’Italia solo Sant’Andrea, che originamente era abitata da sloveni, friulani e italiani, come è scritto nella storia del paese pubblicata dal Consiglio di quartiere. Nel 1918 la minoranza slovena annessa all’Italia, non accettò l’annessione e rifiutò di parlare in italiano. Vennero bruciati gli asili nido, le scuole elementari e medie, in cui l’Italia insegnava ai suoi nuovi cittadini la lingua e la cultura italiana. Il rifiuto di parlare l’italiano e il bilinguismo, è un atto politico per imporre la lingua slovena.



La minoranza slovena del 5%, vuole imporre la lingua slava alla maggioranza italiana del 95%. I cartelli bilingui pretesi dai nazionalisti sloveni, vogliono dimostrare che Gorizia, Trieste Cividale del Friuli e la Slavia Veneta, sono slovene. Sono anni che lotto contro i nazionalisti sloveni, che vogliono slavizzare il confine orientale d’Italia. Ho denunciato al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al governo italiano, al Comune e alla Regione, l’incostituzionalità e l’antidemocraticità della legge 38/2001 che con la complicità del centrosinistra, slavizzerà il confine orientale d’Italia, chiedendo il varo di una nuova legge che tuteli l’identità culturale italiana del territorio.



Nella relazione della Commissione italo-slovena del 2000, sui rapporti italo-sloveni fra il 1880 e il 1956, Lubiana rivendica l’appartenenza della città alla campagna slovena, sia perché nelle aree rurali si sarebbe conservata intatta, non alterata del sovrapporsi di processi culturali e sociali, l’identità originale del territorio, sia perché il volto nazionale della città sarebbe la conseguenza di processi di assimilazione, dolorosi e drammatici, che hanno impoverito la nazione slovena. Tradotto dal politichese, Lubiana conferma che Gorizia è un centro di italianità. Nel 2001 il governo comunista dell’on. D’Alema negli ultimi giorni del suo mandato, dimostrando ignoranza storica o connivenza politica con i nemici dell’Italia, emana la legge 38/2001-Tutela della minoranza slovena, favorendo in modo indegno i nazionalisti sloveni, che da sempre vogliono slavizzare il confine orientale d’Italia. Penalizza la maggioranza italiana che ha lottato per l’Italia, per difenderà l’identità italiana del Friuli-Venezia Giulia, legge anticostituzionale, perché all’art. 3 il Comitato istituzionale paritetico, che ha il potere di scegliere le località in cui applicare il bilinguismo, è composto da 20 membri, di cui 10 cittadini di lingua slovena, corrispondente al 50% del potere decisionale del Comitato, invece del proporzionale 5% spettante, visto che la minoranza slovena ammonta al 5% della popolazione regionale. Infine il presidente del comitato è uno sloveno.



È ovvio che se il governo comunista dell’on. D’Alema, doveva varare una legge antifascista, non avrebbe nominato una commissione formata da 10 fascisti e 10 antifascisti, dando inoltre la presidenza a un fascista. Maggioranza precostituita e di conseguenza antidemocratica, perché su 10 membri italiani, basta il voto di un comunista antiitaliano per dare la maggioranza ai nazionalisti sloveni, come è avvenuto. L’art. 2 della citata legge, non tutela le parlate slovene del territorio, ma le cancella, imponendo una lingua straniera, la lingua letteraria di Lubiana. L’art. 4 stabilisce che il bilinguismo può venir applicato ai comuni o frazioni di essi. Disposizione antidemocratica, perché slavizza città italiane, crea muri politici e umani che dividono i due popoli e minacciano la pacifica convivenza. Nel 1946, con l’accordo Tito-Togliatti, voleva vendere Gorizia alla Jugoslavia di Tito, in cambio del ritorno di Trieste all’Italia. Nel 2001 il governo comunista dell’on. D’Alema, varando la legge 38/2001 ha dato il potere ai nazionalisti sloveni di slavizzare il confine orientale d’Italia.



Comune, Regione, amministrare dal centrodestra, pretendano dal governo dell’on. Berlusconi di varare una nuova legge che confermi la tutela della minoranza slovena nelle località in cui è storicamente presente in maggioranza, ma tuteli l’identità italiana di Gorizia, Trieste, Cividale del Friuli e della Slavia Veneta. È inconcepibile che in nove anni dal varo della 38/2001, i partiti nazionali del centrodestra che amano la libertà e l’Italia, conoscendo il pericolo rappresentato dall’irridentismo sloveno, non abbiano pensato di varare una legge che difenda la identità italiana del confine orientale.



Livio Tunini, ex presidente Agi

Tratto dal sito
http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7608&Itemid=144

2 commenti :

  1. Caro commento 1, l'articolo del suo commento (link), è a  firma di Dino Valente marito della vostra responsabile Luigia Negro, che attualmete lavora a Cividale del Friuli. Lui a Resia non si è Mai dichiarato Sloveno,così come sua Moglie. Dinanzi alle vostre riunioni non lo so e non me ne frega niente,ma sta il fatto che per il momento non si sono assolutamente dichiarati.
    Si ricordi anche che la Lingua Resiana fa parte del Nostro Animo, e quindi ci appartiene. Non saranno 4 presunti Sloveni stipendiati a appropiarsi della Nostra Anima, perchè la Lingua Resiana è di tutto il Popolo Resiano ovunque esso sia. E sarà nostro dovere lottare per il suo riconoscimento.

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