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martedì 11 ottobre 2011

PD: Menis, no a chiusura stazione forestale di Resia

Inizia a prendere forma l'opera di riduzione degli enti pubblici preannunciata qualche giorno fa in Consiglio dal presidente Tondo e, come temuto, a pagare le conseguenze più pesanti sono i territori già in difficoltà. È il caso di Resia, che rischia di veder scomparire la sua stazione forestale.
A lanciare l'allarme è il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere se le voci circolate in questi giorni corrispondano al vero e per chiedere quali prospettive si profilino per il Corpo forestale regionale Il caso di Resia è emblematico - ricorda Menis - in un'area che, storicamente, ha sempre visto la presenza di diversi corpi deputati al controllo del territorio (dalle due stazioni dei Carabinieri alle due della Guardia di Finanza fino alla stazione della Guardia Forestale), ma oggi potrebbe essere cancellato anche l'ultimo presidio a tutela dell'ambiente. Il punto di riferimento che ha consentito al Comune, alla squadra antincendio boschivo e al Parco di mantenere stretti rapporti di cooperazione e controllo del territorio, con riferimento sia alla prevenzione degli incendi boschivi che alla tutela del patrimonio faunistico e alla valorizzazione della flora peculiare che caratterizza la zona - evidenzia Menis - è candidato a essere cancellato in nome di non ben precisate esigenze di carattere economico, dimenticando che le ben note specificità linguistiche, culturali e naturalistiche che contraddistinguono la Val Resia hanno trovato espresso riconoscimento in legge: basti pensare alla legge regionale 42/1996 istitutiva del Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie, che si estende per una buona parte sul territorio comunale o al riconoscimento d'interesse regionale del locale Ecomuseo.


In quest'area, invece che una riduzione sarebbe auspicabile un incremento degli interventi regionali di tutela, in coerenza con quanto fatto finora e con quanto previsto dalla legge. Non va dimenticato - prosegue il democratico - che si tratta anche di un'area di confine, con tutte le problematiche che ciò può comportare, in relazione ai traffici illeciti di cose e persone. Davvero non si comprende quindi dove sia la ratio di questa soppressione, a meno che essa, e ciò sarebbe ancora più grave, non sia parte di un più grande disegno finalizzato a ridimensionare nel suo complesso il ruolo e le competenze del Corpo forestale regionale. Un fronte su cui dovremo fare molta attenzione - conclude Menis - e pretendere chiarezza dalla Giunta è necessario anche per dare risposte a quelle amministrazioni locali, ad esempio quella tolmezzina, che hanno già espresso la loro preoccupazione votando atti comunali in difesa dei forestali.

Tratto dal sito:
http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=13264

 



PD: Moretton, no alla chiusura delle Stazioni forestaliSta suscitato sgomento e incredulità l'iniziativa di chiusura di molte Stazioni forestali da parte della Regione.



Lo mette in evidenza Gianfranco Moretton, capogruppo PD in Consiglio regionale, che sottolinea come l'assessorato regionale delle risorse agricole sarebbe intenzionato a cancellare 5 Stazioni forestali, di cui 4 con competenza su territori montani e aree Parco, due delle quali in provincia di Pordenone.



Se ciò accadesse, sarebbero facilmente immaginabili gli effetti negativi sui servizi istituzionali forniti dal Corpo forestale e ciò creerebbe un ulteriore pesante distacco tra la Regione e i cittadini dei già fragili territori montani.



Questo - evidenzia Moretton - è lo scenario che si sta prospettando con la richiesta avanzata la scorsa settimana dal direttore del Corpo forestale alla Direzione della Funzione fubblica. Naturalmente, la risposta non si è fatta attendere e c'è stata una dura presa di posizione da parte di sindaci, consiglieri regionali, sindacati, uffici regionali e cittadini, sconcertati dal continuo e logorante smantellamento dei servizi, che sottolineano la gravità della chiusura delle stazioni forestali, da sempre presenti sul territorio al servizio delle comunità locali.



La Stazione forestale di Claut, costruita e istituita nel 1930 al servizio dell'alta Valcellina, negli anni 2000 (con un finanziamento della precedente Giunta Tondo) venne completamente demolita e l'immobile, ricostruito sulle stesse fondamenta, conta di locali adibiti a uffici, due appartamenti, una foresteria e un garage, intervento costato alla Regione circa 800.000 euro. La Stazione di Claut è stata inaugurata solamente il 10 novembre 2009 da parte dall'attuale assessore Violino e dal suo direttore, gli stessi che oggi propongono la sua chiusura.



Ma c'è di più: proprio lunedì 3 ottobre sono iniziati ulteriori lavori di completamento di esterni e interni per un'ulteriore spesa di circa 50.000 euro. Dalla sua storica istituzione - fa presente Moretton - la Stazione forestale di Claut è sempre rimasta aperta e operativa anche durante il difficile periodo della guerra e negli anni a seguire. E' stata ed è il punto di riferimento quotidiano non solo dei residenti della vallata e della giurisdizione, ma anche dei tantissimi turisti ed escursionisti che frequentano le montagna.



La sua importanza - mette in evidenza il capogruppo consiliare del PD - è testimoniata anche dall'assegnazione negli ultimi anni di maggiori compiti istituzionali: è stata designata infatti Stazione di riferimento principale del Parco delle Dolomiti Friulane, ed è stata inserita nel programma di protezione delle Dolomiti, recentemente riconosciute dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Rappresenta il Distretto antincendio e controlla un vasto territorio montano, la cui giurisdizione è la più estesa della Regione, comprendendo i Comuni di Claut, Cimolais, Erto Casso e parte di Forni di Sopra e di Sotto, garantendo la sua operatività 365 giorni all'anno a una popolazione montana di circa 2000 abitanti.



La proposta di chiusura delle Stazioni forestali di Comeglians, Resia, Meduno, Claut e San Dorligo (TS), del Noava e del Centro didattico naturalistico e ambientale di Basovizza, realizzato solamente qualche anno fa, dove la Regione ha investito 2,5 milioni di euro di fondi comunitari, sarebbe un gesto inqualificabile che ancora una volta andrebbe a scapito degli interessi delle popolazioni delle zone montane.



C'è inoltre da evidenziare che in particolare le Stazioni di Claut, Meduno e Resia sono anche Stazioni forestali a Parco, con specifici compiti istituzionali all'interno dei due più importanti Parchi naturali della nostra Regione, e inserite nel programma di tutela ambientale riconosciuto dall'Unesco a protezione delle Dolomiti.



Se questa iniziativa dovesse andare a compimento - sostiene Moretton - genererebbe un forte scontento nell'opinione pubblica, che non capirebbe la ragione per cui prima si spendono molti denari per realizzare e completare queste strutture per poi, subito dopo, chiuderle. E ci chiediamo anche quale potrebbe essere la reazione dei cittadini se al posto delle sei strutture venissero aperti, come si paventa, sei nuovi servizi, che verrebbero gestiti da persone scelte in modo diretto, con assoluta discrezionalità e senza merito.



Ci auguriamo - conclude Moretton - che le attuali Stazioni forestali continuino la loro importante funzione e che il presidente Tondo fermi questo insano disegno della loro cancellazione.


Tratto dal sito:
http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=13263


PD: Marsilio-Della Mea, no a chiusura Stazioni forestaliCon l'annunciata chiusura di cinque Stazioni forestali si conferma in maniera più che evidente il disegno di ridimensionamento, in corso da tempo, del Corpo forestale regionale. In realtà è venuto meno, per ovvie ragioni, un progetto che mirava a valorizzare e sviluppare in chiave economica delle peculiarità territoriali della montagna. Privilegiando altri interessi, si cerca di destinare sempre di più ad altre funzioni il Corpo forestale per trasformarlo in un Corpo di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria.



"Finché eravamo a noi a dirlo - hanno dichiarato i consiglieri regionali del PD Enzo Marsilio e Sandro Della Mea - poteva apparire strumentale, ma ora c'è anche un ordine del giorno del Comune di Tolmezzo che in maniera ancor più chiara manifesta forte contrarietà per scelte adottate nel settore della gestione forestale che penalizzano i territori, i comuni e i cittadini della montagna.



"Abbiamo chiesto al presidente Tondo con un'interrogazione - aggiungono i due consiglieri del PD - che non si disperda ma che si rafforzi il ruolo dei forestali, soprattutto nella valorizzazione del patrimonio boschivo. Ma lo abbiamo invitato anche ad andare a vedere cosa stia facendo l'assessore Violino con la riorganizzazione della struttura di sua competenza prima che faccia altri danni.



"Resta ancora un mistero quali siano i vantaggi derivati dalla chiusura delle cinque stazioni forestali. Intanto chiude anche la stazione di Resia, dimenticando che è una zona parco e che serve casomai una maggior tutela, come aveva giustamente previsto di fare la legge istitutiva dei parchi con l'impiego di apposite guardie. "Se si hanno a cuore le sorti della montagna e si vuole restituire al Corpo forestale regionale le funzioni strategiche funzionali alle finalità istitutive - hanno concluso Marsilio e Della Mea - non resta che fare in modo che il progetto di revisione della struttura regionale preveda che le competenze specifiche del settore vadano sotto la responsabilità dell'assessorato alla Montagna.


Tratto dal sito:
http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=13269

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